IN MEMORIA DI MORRIS GHEZZI
Morris Ghezzi, era Professore di Sociologia del Diritto alla Statale, ed altro ancora, con ruoli rilevantissimi,
vissuti anche nella vita reale e politica.
È stato tra i fondatori del Club, nel 1995, e questo era il suo secondo “mandato” presidenziale, prossimo a
portare a termine, con eleganza, con levità.
È stato il mio “padrino”, e con lui era facile relazionarsi, quasi in "affinità elettive".
Ci frequentavamo da oltre un quarto di secolo, e – malgrado la distanza culturale – mai ha fatto “pesare” il suo
sapere a me e agli altri.
Anzi, peculiarità straordinaria, sempre riusciva a concludere, onorevolmente, con parole semplici, e col
sorriso, mai ironico, ardite e complicate elucubrazioni di qualche oratore. Sapeva parlare al singolo soggetto:
anche maestro di comunicazione.
Ha vissuto insieme a noi l'inopinata diaspora di qualche anno fa, contribuendo alla rifioritura del Club, che nel
giro di quasi tre anni, è passato dalla “ventina” rimasti, agli odierni quasi “sessanta”, tutti (ma proprio tutti)
con feeling reciproco.
È stato il sostenitore dei tre services principali: Theodora, City Angels e, recentemente, Pane Quotidiano.
Si può ben dire, quindi, che la perdita del Club intero, e di ciascuno di noi, al di là della retorica, sarà
difficilmente colmabile.
…"e se v'ha una ragione di rimpianto nel separarmi … da voi, è questa:
di non poter partecipare più ai dibattiti, dai quali soltanto nasce la volontà comune; e di non potere più sentire
la gioia, una delle più pure che cuore umano possa provare, la gioia di essere costretti, a poco a poco, dalle
argomentazioni altrui, a confessare a se stessi di avere, in tutto o in parte, torto, e ad accedere, facendola
propria, alla opinione di uomini più saggi di noi".
Ecco, è uno stralcio di un articolo, pubblicato dal "Corriere" anni fa, che ho ritagliato e fotocopiato più volte in
questi anni, e che mi accompagna ogni giorno in borsa.
Si tratta della seduta congiunta della Camera e del Senato, del 12 maggio 1948, ove il Presidente della
Repubblica eletto, Luigi Einaudi, si commiata dagli astanti, per assurgere al nuovo incarico.
Potrebbe essere stato scritto da Morris. In fondo, questa era la sua quintessenza.
Giuseppe Battaglia
Vice Presidente RC Milano Porta Venezia