RC MILANO SUD OVEST
Nella serata di lunedì 8 maggio 2017 il Rotary Club Milano Sud Ovest ha potuto vivere una straordinaria e
unica esperienza. Grazie alla guida del suo Presidente Cinzia Donalisio, una quarantina di soci accompagnati
dai coniugi sono stati accolti nella Casa Circondariale di San Vittore, a Milano, dalla direttrice del carcere la
Dott.ssa Gloria Manzelli, dalla direttrice della sartoria di San Vittore, Luisa Della Morte e da Stefania e
Davide, due ragazzi detenuti, che hanno fatto da Cicerone al gruppo di rotariani decisamente emozionati e
incuriositi.
“È nostra espressa volontà – ha dichiarato subito la direttrice Gloria Manzelli – aprire le porte di questa
struttura ai milanesi, affinché tutti capiscano che San Vittore è uno dei cuori pulsanti della città e non un
luogo di reclusione da evitare o temere. Non a caso è definita ‘casa circondariale’ ovvero una struttura a
disposizione dei magistrati nelle 24 ore successive al fermo e alla tutela delle persone che hanno compiuto
reati o fatti gravi. Per questo sono grata al Rotary Club Milano Sud Ovest che per primo ha organizzato una
Conviviale all’interno della nostra struttura. Quello che, dirigendo San Vittore da 13 anni, perseguo è una
convinta umanizzazione della nostra casa, con lo scopo di cercare di redimere chi ha sbagliato e non di
punire una colpa. Nello stesso tempo, gli 830 nostri ospiti hanno la possibilità di prepararsi a tornare, una
volta scontata la pena in altre strutture, alla vita legale, dopo aver impiegato il proprio tempo a imparare un
mestiere nuovo o a studiare per prendere un diploma o addirittura una laurea.”
Dal 2013, infatti, a San Vittore, come in molte strutture di questo tipo, le cose sono cambiate, grazie a una
normativa che non consente più il sovraffollamento, una delle piaghe delle carceri italiane. Se prima di tale
data i detenuti di San Vittore erano 1.800, oggi sono 900 (di cui 830 uomini e 70 donne).
“Un dato che fotocopia la società esterna civile – prosegue la Dott.ssa Manzelli – è che il 67% dei detenuti è
straniero e di questi il 50% circa illegali. La permanenza media nella nostra struttura è abbastanza breve,
circa 95 giorni, dopo di che il recluso proseguirà il suo periodo di detenzione nelle carceri tradizionali dove
sconterà la sua pena.”
Insieme al carcere di Opera, nel milanese, San Vittore è specializzato in assistenza clinica nel settore della
psichiatria, della cardiologia e della medicina interna. Va da sé che, grazie anche a questa caratteristica, chi
varca controvoglia le porte di San Vittore si abitua velocemente al profondo senso di umanità che si respira
fra i suoi raggi. La struttura è una delle poche definite “panottiche” ovvero progettate in modo tale che da una
rotonda centrale si possano gestire tutti i raggi che confluiscono in una sorta di piazzetta, in cui – spiegano i
due detenuti Stefania e Davide ai rotariani, che li ascoltano in religioso silenzio – l’amministrazione organizza
una messa ogni domenica, ma anche concerti e qualche proiezione di film.
La stessa rotonda di San Vittore è stata il luogo scelto da Papa Francesco lo scorso 25 marzo quando ha
fatto visita a Milano e proprio questa è stata la struttura in cui ha voluto trascorrere più tempo di tutta la sua
visita meneghina. Pieni di emozione e di una coscienza nuova relativa alla propria libertà, troppo spesso
sottovalutata, i rotariani sono stati, poi, invitati a un aperitivo in piedi e a una cena placée,all’interno dello
splendido giardino a cielo aperto. Una cena ottima, completamente preparata dai detenuti di San Vittore, che
hanno svolto anche la funzione di camerieri con premura e gentilezza, abbattendo quel pregiudizio ancora
troppo diffuso che riguarda i reclusi che hanno compiuto un errore nella propria vita, ma che con onestà
pagano il duro prezzo della privazione della propria libertà per ambire a tornare, un domani, nella vita libera,
che tutti i giorni ci scivola addosso, senza che noi quasi ce ne accorgiamo.
Roberto Rasia dal Polo