Tutti i service del Rotary International hanno un comune denominatore: il raggiungimento della Pace.
Una significativa programmazione in tal senso è agita dalla Rotary Foundation che sostiene dal 2002 il Programma Borse della Pace.
Negli ultimi tre anni il Distretto 2042 e la Commissione Rotary Foundation, guidata con passione e competenza dal PDG Alberto Ganna, che ha concluso a giugno la sua presidenza, si è impegnata a individuare professionisti della Pace e dello Sviluppo quali candidati per le Borse della Pace. Li ha supportati, perché potessero essere selezionati con successo a frequentare presso i Centri della Pace del Rotary e le relative prestigiose Università un percorso culturale volto a formare e potenziare leader costruttori di pace.
Il nostro Distretto, peraltro, a corollario dell’anno 2014/2015 costituì presso il Fondo di dotazione un fondo speciale per sostenere tale importante programma.
La sottocommissione distrettuale Borse della Pace ha ricevuto e considerato curricoli davvero eccellenti e di valore, i quali testimoniano l’impegno profuso sia a livello accademico che di volontariato dei candidati.
In particolare ne ricordo due presentati dal Distretto 2042 e che sono stati ammessi a partecipare al Programma Borse della Pace.
Alessandro Girola attualmente “Programming Coordinator” in UNAOC – United Nations Allianceof Civilizations a New York – è stato selezionato per il Certificato di Sviluppo Professionale e incomincerà il percorso di un anno a gennaio 2021. La sua formazione si svilupperà in parte da remoto e in parte in presenza presso l’Università di Chulalongkorn di Bangkok-Tailandia.
Giovanni Catino, General Manager presso la Compagnia “Fine Foods Nyanmar” è stato ammesso alla International Christian University di Tokyo due anni fa e ha terminato da poco il Master in Economia; ha inoltre da poco iniziato un dottorato presso l’importante Ateneo nipponico.
«In tutti gli aspetti della vita da studente, l’International Christian University intreccia molto bene l’esperienza giapponese con quella internazionale. Come studente internazionale, seguivo lezioni principalmente in inglese, ma la difficoltà di non poter comunicare quotidianamente con le persone, mi ha spinto a iscrivermi a un corso di lingua giapponese. Lo studio della lingua è stato estremamente interessante, ma anche molto impegnativa e difficile da conciliare con il resto delle materie e dei corsi. L’università offriva una vasta gamma di opzioni tra le scienze umane e materie economiche. Durante la mia permanenza in Giappone ho avuto modo di vivere le differenze tra il sistema italiano e quello nipponico. Mentre in Italia c’è un’enfasi sullo studio individuale, in Giappone trascorrere molte ore a lezione, le classi sono lunghe e la partecipazione è strettamente monitorata. Infine, per sfruttare al meglio l’esperienza della vita universitaria in Giappone oltre allo studio e alla partecipazione in classe ho deciso di unirmi ad un club di karate e uno di kendo un’altra arte marziale giapponese. Gli studenti giapponesi dedicano gran parte del loro tempo a club e società – alcuni gruppi praticano per alcune ore ogni giorno, richiedendo un impegno serio. Entrare in un club è quindi fondamentale per fare amicizia con altri studenti giapponesi”.
Elena Grassi