Rotary Camp

Ci stiamo avvicinando alla scadenza delle preiscrizioni per i camp, il 10 dicembre non è poi così lontano come possa sembrare. Alcuni si chiederanno: “Cosa sono i camp?”, “Perchè farli?”.

Lo scorso anno in merito a questo meraviglioso progetto giovanile del Rotary scrissi queste righe:

“Immagina un mondo migliore. Immagina un mondo dove i popoli, invece di farsi la guerra, si parlano e si aiutano tra di loro senza contropartita. Immagina un mondo di amicizia, capace di dialogare senza politica e finanza. Se hai l’occasione di partecipare a un camp, non ti serve immaginare: quel mondo lo stai vedendo e ne fai parte! 

12 ragazzi di origini sociali, politiche, economiche e geografiche profondamente diverse s’incontrano in occasione dei camp e costruiscono tra loro legami forti e indissolubili. Forgiano legami più forti dell’acciaio di una grossa catena… Non si spezzeranno mai.

Questi sono i camp.

Ragazzi che dopo parecchi anni di sentono ancora tra loro.

Ragazzi che dopo un attentato terroristico ti mandano un messaggio con scritto: “sto bene!”.

Ragazzi che ti scrivono per dirti: “mi sposo”.

Ragazzi che pianificano progetti. Progetti figli del gruppo, il team.

Il team che si crea nel momento in cui iniziano il percorso rotariano di un camp.

Un gruppo talmente forte che aiuta e incoraggia il “team mate” in difficoltà prima ancora che questo abbia il tempo di chiedere aiuto. E tutto questo senza un obiettivo “aziendale”, senza un guadagno diverso dal semplice: grazie, gracias, thank, merci, madloba, tak, dìky, obrigado, kiitos, tack, spasibo, huala, dziakuj…

Sono ragazzi, partiti con la voglia di andare in vacanza, che in modo spensierato e leggero crescono migliorando se stessi e il mondo in cui vivono e vivranno.”

Questo testo lo scrissi accovacciato nei corridoi del dormitorio del “Don Guanella” di Como aspettando che i miei ragazzi/e del trekking 2016 rientrassero da una giornata di cammino sulle nostre affascinanti montagne. Oggi, quando mi si chiede perché partecipo all’organizzazione dei camp dedicando buona parte del mio tempo libero non riesco a trovare parole migliori di queste per spiegarlo. Forse sono parole ispirate da un gruppo che era veramente speciale, uno dei due migliori di sempre per mio giudizio, o forse credo fortemente in queste iniziative e di queste ne faccio un vanto!
I camp sono un momento di crescita personale nostro e dei ragazzi, la cui evoluzione si può vedere a occhio nudo tra quando arrivano e quando partono, mostrandoci nei fatti tutti i motivi per cui dobbiamo essere orgogliosi di far parte del Rotary.

Trekking, montagna, mare, vela, turismo, roccia, canoa, scuola navale e molti altri sono i temi tramite i quali creiamo questi momenti di aggregazione in tutte le parti del mondo.
Far crescere i giovani divertendosi e facendoli divertire è il modo migliore per farlo e noi, oggettivamente, siamo molto bravi a farlo!
Vedere gli occhi di Alice, durante il Ryght2017, che parla del “suo” camp appena vissuto in Olanda, della settimana passata in famiglie ospitanti e di quella a bordo di un veliero, dei nuovi amici, dei profumi, delle soddisfazioni per i piccoli o grandi successi ottenuti e contemporaneamente vedere l’entusiasmo e il totale rapimento di chi la sta ascoltando ti rende cosciente dell’importanza di quanto stiamo facendo.
Questi e molti altri sono i motivi per mandare i ragazzi a vivere queste esperienze.
Per farlo ci sono però delle tempistiche da rispettare. Come anticipato la scadenza per le preiscrizioni ai camp scadono il 10 dicembre, tra poco più di un mese, quindi se avete voglia di fare la vostra parte di rotariani impegnati per le nuove generazioni è il momento di attivarsi.

Al sito http://rotaryyouthexchange.it potete trovare tutte le informazioni tecniche necessarie, i costi, gli obiettivi, gli iter burocratici e prossimamente anche i bandi dei camp nel mondo. Ora dovete solo trovare in voi la consapevolezza che servire, per un rotariano, è anche questo. I giovani sono il nostro presente e il nostro futuro e ogni sforzo per aiutarli a crescere nel modo giusto, è un servizio che si fa volentieri.

Andrea Brianza