Il virus dista da noi solo un volo d’aereo
Il virus che causa la poliomielite (Wild Poliovirus-WPV) si replica solo nell’essere umano e, quindi, quando l’uomo si sposta, con lui si spostano e si diffondono anche i virus. Così, se non abbiamo lo scudo di protezione dato dalla vaccinazione, facilmente il virus può tornare a circolare anche tra di noi e causare questa devastante malattia.
A meno che non eradichiamo la polio, entro 10 anni potremmo vedere fino a 200.000 nuovi casi ogni anno, in tutto il mondo. Oggi la malattia è endemica in soli 2 Paesi, ma se non facciamo arrivare a tutti il vaccino, nessun bambino sarà al sicuro, ovunque esso sia.
La vaccinazione ha, finora, consentito di debellare, nel mondo, due dei tre tipi di WPV: il tipo 2 è stato dichiarato eradicato nel 2015 e il tipo 3 nel 2019. Attualmente, il 100% dei casi di poliomielite da WPV è causato dal tipo 1.
Possiamo contare su due famiglie di vaccini contro la poliomielite: il vaccino orale a virus vivi attenuati (OPV) e il vaccino intramuscolare a virus inattivati (IPV). Conosciuti anche, dal nome del loro inventore, come vaccino Sabin e vaccino Salk.
OPV e IPV hanno importanti, ma diversi vantaggi ed entrambi i vaccini sono necessari per eradicare la poliomielite per sempre. OPV protegge sia l’individuo che la comunità e così è uno strumento essenziale per bloccare la trasmissione del virus selvaggio. IPV continuerà essere uno strumento critico, in contesti che hanno un elevato livello di immunizzazione, per raggiungere e sostenere un mondo libero dalla polio.
In Italia, l’ultima grande epidemia ci fu nel 1958. Secondo i dati ufficiali, i paralizzati furono 8.377, più di 400 persone finirono nei polmoni d’acciaio. Da quel momento i genitori terrorizzati invocarono a gran voce la vaccinazione di massa per tutti i bambini. Il vaccino Salk fu introdotto in Italia nel 1958, quello Sabin nel 1964. Nel 1966, il ministro Mancini rese obbligatorio il Sabin. Quel ritardo, annota lo storico della medicina Stefano Gagliano nel suo testo “Dieci farmaci che sconvolsero il mondo”, costò all’Italia più di 1000 decessi e più di 8000 paralisi. L’ultimo caso in Italia è stato registrato nel 1983. Dal 2002, in Italia, è utilizzato solo IPV.
Ma quale è il tasso di copertura attuale in Italia, tenendo conto che il minimo richiesto per la l’immunità di gruppo è del 95%?
Ma cosa succede quando si vaccina poco? Ne parleremo nel prossimo mese.