Quando si spiega alle altre persone cosa è il RYLA si fa sempre una certa fatica e l’incomprensione è sempre dietro l’angolo. Molte volte si viene giudicati come figli di papà, come presuntuosi, come spocchiosi solo per citare alcuni commenti. Quello che le persone non capiscono è che si tratta di un’occasione di crescita, di apprendimento, di conoscenza, di relazioni ma soprattutto un’occasione per mettersi in gioco. Iniziamo dalle cose più importanti: la crescita e l’apprendimento. Penso che non ci sia nessun corso che in così poco tempo riesca a farti conoscere cose, progetti, persone e temi importanti per propria formazione e crescita. L’importanza e la diversità dei temi trattati ti spronano a tenere l’attenzione sempre alta e ti fanno sorgere domande in continuazione a cui cerchi di rispondere, ma allo stesso tempo ti lasciano grandi spazi di ricerca e di approfondimento.
Passiamo al secondo punto che nel mondo Rotary è altrettanto importante: la relazione. Prima di iniziare il RYLA ero parecchio curioso di conoscere gli altri partecipanti. Per esperienza personale (Rotaract) so che non sempre sia facile mettere insieme all’inizio persone che non si conoscono e non si sono mai viste prima. In questo caso penso sia stato semplice fin dall’inizio. Ragazzi incredibili, simpatici, divertenti e molto propensi a conoscerci reciprocamente. Penso che ognuno di noi abbia portato un pezzo fondamentale che abbia fatto si che si creasse una bellissima sintonia tra di noi. L’affidamento lo si poteva vedere sia nei momenti più seri, di testimonianze o lavori di gruppo, o nei momenti di svago, come possono essere stai i vari pranzi o il momento libero in SPA alla Florida. Questo lo posso dire con certezza anche a un mese di distanza, dopo che con molti di loro ci si continua a sentire e si cerca di organizzare occasioni per incontrarsi. Infine, penso che sia stata un’occasione incredibile per mettersi in gioco. Per uno come me che cerca sempre di uscire dalla comfort zone è stato semplicemente incredibile. Il mettersi in gioco era costante, affascinante e stimolante. Mettersi in gioco conoscendo temi non noti, interagendo con gli altri e non dare nulla per scontato, nei momenti di team building cercando di anteporre il risultato di squadra e il benessere di tutti piuttosto che quello personale.
Per rispondere alla domanda/titolo di quest’anno del RYLA penso che la risposta sia: «Yes, they have». Le persone hanno il potere, che non sempre lo usino è un altro punto di discussione. Le persone hanno il potere di fare cose in grande, come ad esempio la campagna PolioPlus. Le persone hanno il potere di essere da esempio per altre, come Filippo Carossino. Le persone hanno il compito di salvaguardare la sicurezza degli altri sulla strada o sul lavoro, inoltre, possono innalzare l’attenzione verso disuguaglianze sociali o ingiustizie e dare una seconda occasione alle persone che hanno sbagliato.
Sono tornato a casa con molta più consapevolezza in me stesso e nelle mie capacità, con una spinta nuova e una ventata di positività. Molti più amici e persone con cui parlare e da cui posso imparare cose nuove. Durante questi giorni mi sono stati dati input e stimoli che sicuramente cercherò di approfondire in futuro.
Un grazie sentito va a Enrico, che ha organizzato, a mio modo di vedere le cose, un’esperienza incredibile, una delle più significative che io abbia vissuto. Un grazie va anche a Martina e Filippo che hanno seguito gli ultimi giorni nella realizzazione dei progetti.
Francesco Daz