Questo è stato un anno effervescente per quanto riguarda la nascita di nuovi club rotariani: le quattro nuove nascite hanno portato il totale dei Club del Distretto a 49. Ma se contiamo anche i due nuovi Club del 2016, Monza Villa Reale e Città di Clusone, e quello del 2017, Hospital1PG23, i nuovi nati sono sette rispetto ad un organico fermo al Dalmine Centenario nato nel 2005, fatta eccezione della breve comparse dell’E-Club 2042.
Troppi? In molti si sono posti la domanda, e le risposte sono state molte, sia a favore della crescita sia contro.
Per questo al Congresso il Governatore ha organizzato una tavola rotonda con la Presidente di un nuovo, anzi nuovissimo club, e i Presidenti di un club favorevole e di uno contrario. Io ero invitato come Presidente di un club nuovo, ma non nuovissimo avendo due anni completi di vita, e nato senza troppe discussioni sull’evento.
La prima domanda di Nicola come moderatore è stata una richiesta di chiarimento a tutti: perché far nascere un nuovo club?
Il perché del Clusone ha radici antiche. Il Bergamo Città Alta portò brevemente il toponimo Clusone nel suo nome già nel 1967, e così anche il Bergamo Nord fu fondato nel 1983 a Clusone con il nome di RC Presolana.
Già all’inizio delle attività del nuovo Distretto 2042, con Sergio Orsolini, fu nuovamente posta attenzione alle valli bergamasche con l’intento di fondare almeno un nuovo club per posizionare nuovamente il Rotary in un territorio fortemente attivo con una popolazione numerosa e industriosa.
Anche Pietro Giannini, all’epoca AG del Gruppo orobico prima di essere nominato Governatore 16-17, si adoperò molto per la nascita di un nuovo club nel territorio montano della provincia bergamasca.
Quindi, per rispondere alla domanda di Nicola, il RC Città di Clusone nasce sul territorio per un’assenza del Rotary che si era solo fatto vedere senza radicarsi.
Appena intrapreso le prime azioni per cercare i soci, Ugo Botti delegato del Governatore ed io, abbiamo informato sia il nostro Club, che avrebbe subìto la nostra uscita, sia il Bergamo Nord titolare del territorio della Valle Seriana sul quale aveva nel tempo fatto importanti ed apprezzati services. C’è stato un po’ di scetticismo ricordando gli esempi precedenti, ma nessun ostacolo. Lo scetticismo è man mano svanito comprendendo che i soci che stavamo avvicinando non sarebbero in ogni caso stati soci per club della città. Oggi siamo ben accettati nella comunità orobica bergamasca e considerati come un club indipendente, attivo e in grado di ben rappresentare il Rotary nella Valle Seriana.
Qualche esperto potrebbe anche argomentare sul tema della nascita di nuovi Club: età dei soci in crescita, motivazione al servire in calo, ma coprire questi punti solo con il ricambio nel singolo Club non è per niente facile. I soci “anziani” si godono la ritualità della frequentazione e dell’amicizia creatasi fra loro e tutto scivola via senza tempo. È un’esperienza molto bella, ma certamente poco aperta e spesso non facile per chi entra in un gruppo coeso tra sconosciuti o quasi.
Per dieci anni, il tempo tra la nascita del Dalmine e quella dell’E-Club2042, non si erano più formati nuovi Club, e ora negli ultimi due anni ne sono nati sette.
Cosa ne penso? Il ricambio generazionale è oggi necessario anche nei Club per avere nuovo stimolo, professioni emergenti, nuovi soci e nuove motivazioni.
D’altra parte con le nuove regole approvate dal C.L.2016 vi sono notevoli differenze nelle regole di funzionamento, e tra club vicini questo può creare problemi.
È necessario il dialogo e la relazione tra club per evitare forme di antagonismo che possono sfociare nel malumore tra rotariani.
Ai Presidenti di Club che si accingono a entrare in carica, va il mio augurio per un anno ricco di successi che arriveranno con attraverso la soddisfazione dei soci. Se Trump ha scelto il motto “America first!”ai Presidenti ne suggerisco uno che contiene la loro priorità: “Members first!”.
Paolo Fiorani