Dambisa Moyo è un’economista di Lusaka formatasi tra Oxford e Harvard con una solida esperienza professionale presso la Banca Mondiale. La Moyo classifica gli aiuti di tre tipi: quelli umanitari o di emergenza a fronte di calamità o catastrofi, quelli sistematici, ossia effettuati direttamente ai governi, bilaterali (da governo a governo) oppure multilaterali effettuati cioè tramite enti quali la Banca Mondiale, da ultimo gli aiuti distribuiti in loco da organizzazioni non governative a istituzioni, persone o comunità. Quest’ultima rappresenta probabilmente quella più coerente con la nostra propensione al service moltiplicata dall’utilizzo virtuoso della nostra Fondazione.
Ciascuna di queste modalità non può certamente, da sola, pretendere di risolvere i problemi di nessun paese in difficoltà; semplificando, una chiave di successo può però certamente essere rappresentata dal tentativo di aiutare le comunità a crescere attraverso uno sviluppo armonioso delle loro economie.
Dalla fortunata epoca dei matching grant la nostra Fondazione di strada ne ha fatta tanta e da alcuni anni, ormai, sta cercando di mirare sempre di più l’obiettivo di fare del bene nel mondo aiutando il mondo meno fortunato a emanciparsi.
In un suo recente fortunato libro Dambisa Moyo si produce in un esempio molto efficace che, a parer mio, conferma la bontà dell’approccio della Rotary Foundation: qualche anno fa un mito del cinema inviò in un Paese africano un ingente quantitativo di zanzariere che, oltre a mettere in difficoltà le zanzare di genere anopheles, mise definitivamente in ginocchio un produttore locale di zanzariere e, nel tempo, la stessa comunità che, di lì a qualche anno, non avrebbe più potuto contare su un abile artigiano che, oltre a produrle, una volta logore le avrebbe riparate.
Questo semplice episodio conferma che la sana linea di realismo intrapreso dalla nostra Fondazione attraverso il principio della sostenibilità e l’introduzione dell’approfondimento su base oggettiva del reale fabbisogno della comunità, rappresentano un virtuoso esempio di attenzione e ascolto dei bisogni dell’Umanità. I nostri Club stanno sempre più comprendendo che la nostra Fondazione può rappresentare un’opportunità per noi e per i destinatari dei nostri service; attraverso, le sue principali forme di finanziamento: i District e i Global Grants, possiamo davvero e definitivamente contribuire a fare del bene nel mondo. Questo mese sarà Alberto Barzanò, Responsabile della Sottocommissione Sovvenzioni, a illustrarci come la Fondazione e il nostro Distretto si impegnano per raggiungere in modo duraturo tale obiettivo.
Alberto Ganna, Responsabile Rotary Foundation 2017/2020
ARTICOLO DI ALBERTO BARZANO’
Se è vero (come è vero) che ognuno dei nostri Club ha le sue radici e il suo primo ambito di attenzione e di impegno in una specifica comunità, è naturale che lo sviluppo economico e comunitario sia una delle sei aree di intervento prioritario del Rotary International grazie ai mezzi finanziari messi a disposizione della Fondazione Rotary. Nel corso dell’a.r. 2016/17, a quest’area di intervento sono stati destinati 9,2 milioni di USD, che sono stati utilizzati tramite lo strumento dei Global Grants per la realizzazione di 165 diversi interventi nelle più diverse parti del mondo. Indubbiamente sembra solo una piccola goccia nel mare dei bisogni reali – basti pensare che oggi 1,4 miliardi di persone hanno a disposizione meno di 1,25 USD al giorno per vivere (e questo nonostante che quasi metà di queste persone abbiamo un lavoro) -, ma in realtà ci sono due aspetti che non bisogna sottovalutare e che fanno sì che gli effetti dell’intervento rotariano vadano ben al di làdella pura dimensione finanziaria. Il primo è che il meccanismo dello strumento dei Global Grants, che comporta la collaborazione del Club presente nella comunità destinataria del singolo intervento con uno o più Club di altre parti del mondo, fa sì che ogni intervento rotariano sia occasione per allacciare fra due o più comunità geograficamente distanti fra loro delle relazioni di amicizia e collaborazione la cui durata va ben al di là della conclusione del progetto che le ha originate e che, dato che i Rotariani sono leadernelle loro comunità, portano il più delle volte a coinvolgere gradualmente l’intero complesso di queste ultime. Il secondo è che, a differenza degli altri soggetti che si occupano di cooperazione internazionale, gli interventi dei Club Rotary supportati dalla Fondazione Rotary si distinguono perché non mirano alla soddisfazione di bisogni contingenti, ma alla costruzione dei fondamenti strutturali perchéil bisogno non esista più. Ecco allora, ad esempio, che davanti alla drammatica constatazione che i due terzi delle persone che non hanno abbastanza cibo o che comunque vivono in stato di assoluta povertà sono donne e bambine, nelle più diverse parti del mondo i progetti rotariani non consistono in aiuti umanitari alle donne, ma mirano ad interrompere una volta per tutte il ciclo della povertà femminile. Per citare un caso, dato che la maggior parte delle donne delle aree rurali del Guatemala non dispone di garanzie sufficienti per ottenere un prestito da un regolare istituto finanziario, il Rotary Club di Guatemala de la Ermita ha promosso corsi di formazione in materia finanziaria per 400 donne della comunità locale, per aiutarle a mettere insieme comunque i fondi necessari per avviare un’attività. Oppure, è un fatto che milioni di persone non dispongono di un reddito sufficiente perché non possiedono skills professionali e mancano di una cultura dell’imprenditorialità. Anche in questo caso, l’intervento rotariano non è mirato all’integrazione del reddito insufficiente. A Esmeraldas, in Ecuador, davanti a un’emergenza socio-economica di questo genere, i soci del locale Club Rotary hanno promosso corsi di istruzione professionale, di avviamento alla gestione commerciale e di formazione alla leadershipche sono stati frequentati da oltre 270 membri della loro comunità, per i quali contemporaneamente hanno attivato un sistema di microprestiti che ha consentito di avviare, ad oggi, più di 250 attività commerciali e professionali (sartoria, panificio, idraulico, ecc. ecc.). Il nostro Distretto 2042 (così come in precedenza il 2040) è sempre stato molto attivo nella proposta e nella realizzazione di progetti realizzati un tempo con lo strumento dei Matching Grants e oggi dei Global Grants, anche se quelli relativi all’area specifica degli interventi finalizzati allo sviluppo economico e comunitario non sono stati quanti avrebbero potuto essere. Indubbiamente può apparire molto impegnativo progettare e realizzare un intervento che non riguarda uno specifico ambito tematico (come invece accade per le aree che riguardano i problemi della salute materna e infantile, della cura e della prevenzione delle malattie, dell’istruzione di base o dell’acqua), ma che si propone di sviluppare un’azione che non solo intervenga complessivamente sull’intero insieme degli aspetti che determinano la qualità della vita di una comunità, ma che sia costruita a partire da un’espressione di bisogno reale proveniente dalla comunità medesima e che venga concepita in modo tale da garantire sostenibilità nel medio e nel lungo termine. Tutto questo certamente può spiegare perché non solo del nostro Distretto, ma a livello più generale del Rotary International, la situazione riguardante questo specifico ambito di interventi sia più o meno la stessa. Ma a che cosa varrebbe essere rotariani, se non fossero proprio le sfide più difficili ad attrarci di più? E, a maggior ragione, chi potrebbe essere più preparato a gestire sfide complesse dei Club del nostro Distretto, i cui soci sono espressione della leadershipdi una realtà come quella della Lombardia, che da sempre si considera ed è considerata come uno dei Motori d’Europa, proprio perché è abituata ad accettare e a vincere un po’ i tutti campi sfide che altrove verrebbero considerate perse in partenza?
Alberto Barzanò, Responsabile Distrettuale Sovvenzioni