Ogni anno, all’interno del programma di scambio giovani, i distretti 2042 e 2041 si impegnano per ospitare e inviare una quarantina di giovani per un intero anno di studio all’estero. L’occasione per le menti più elastiche, resilienti e capaci di mettersi in gioco per un’esperienza unica nel suo genere è da non perdere.
I nostri ragazzi che partono per svolgere il 4° anno di scuola superiore all’estero seguono un percorso che di fatto è triennale.
Il primo anno (quello della 3° superiore) è di preparazione, in cui devono costruire le basi per l’esperienza e svolgere tutto l’iter burocratico necessario, non avere debiti in pagella e prendere coscienza di quello che gli succedendo. Il secondo che è l’anno all’estero e il terzo che è l’anno di rientro, quello della maturità, in cui devono impegnarsi al massimo per riprendere la “routine” italiana, cosa meno facile di quanto si possa immaginare. L’esame finale, l’anno trascorso in cui non tutte le materie sono al passo, la testa che rimane “dall’altra parte” lo rendono quello più impegnativo.
Se l’anno all’estero può essere brevemente riassunto in questo testo che scrissi qualche tempo fa
http://newsletter.rotaryitalia.it/archivio-newsletter/scambio-giovani/, l’anno di preparazione ha delle prerogative molto differenti, meno coinvolgenti e con aspetti umani molto diversi.
Oggi, 20 ottobre presso l’istituto Padre Monti a Saronno, si è svolta la giornata di “orientation” in cui è stato spiegato a ragazzi e famiglie gli scopi e le caratteristiche del programma di scambio annuale che vogliono intraprendere. Siamo all’inizio del loro percorso, infatti questi ragazzi sono tutti di 3° superiore.
Tra le migliaia di parole spese per descrivere regole, opportunità e caratteristiche una buona parte del lavoro è diretta alle destinazioni che i ragazzi avranno.
Come spesso accade la maggioranza vorrebbe andare negli Stati Uniti, in Canada e Australia. Vogliono inseguire quel sogno, in cui tutti siamo portati a credere, che vede questi paesi da vivere come fossero un film. La realtà è ben diversa. Spesso troviamo paesi piccoli, dispersi nel deserto, lontanissimi da quanto ci aspetteremmo. Scopriamo, per esempio, che una città Californiana può essere sempre fredda ed essere lontanissima dall’oceano. Scopriamo che in Australia esistono paesi grandi come una nostra cittadina, ma circondati da 250 km di deserto. Realtà differenti dall’immaginario si trovano anche in tutti gli altri paesi con cui, come Rotary, collaboriamo. Messico, Brasile, Francia, Taiwan, Belgio, Finlandia, solo per citarne alcuni, offrono sorprese incredibili. Le aspettative che si hanno per questi paesi sono molto inferiori alla realtà che poi si vive. Non è raro trovare ragazzi che dopo l’esperienza torneranno in questi paesi per completare il loro programma di studi, affrontare l’università… rappresentando i classici cervelli in fuga dall’Italia e di cui non dobbiamo rammaricarci, ma essere fieri.
In questi paesi si trovano delle realtà quotidiane che portano i ragazzi ad innamorarsi di queste culture, anche se forse inizialmente non volevano andarci.
Questo lavoro di spiegazione e coinvolgimento è stato brillantemente svolto dai miei Rotex.
Confesso che avrei voluto, come fatto il mese scorso, che fossero loro a scrivere queste righe sulla giornata di orientation, sulle impressioni che hanno avuto nel svolgere questo lavoro. Il problema è che sono stati tutti talmente bravi, coinvolgenti che voglio scrivere io di loro. Voglio rendergli onore a modo mio, perché meritano tantissimi complimenti.
Adoro questi ragazzi. Un po’ per l’invidia che provo nei loro confronti, a 16 anni avrei voluto avere anch’io le opportunità che oggi come rotariani gli offriamo, ma anche perché lavorando vicino alla commissione ho avuto modo di conoscerli e apprezzare il loro modo di essere fantastici. Ho voluto fortemente che nascessero come gruppo, su mia insistenza il Past Governatore Guastadisegni lo scorso anno mi diede l’incarico di costituirli, anche se poi a seguirli e dargli i compiti in realtà è la commissione scambio giovani.
Annualmente, un piccolo gruppo selezionato di 5-8 elementi appena rientrati dall’anno all’estero viene coinvolto in questa attività. Non crediate che siano solo quelli che hanno fatto un anno perfetto, anzi… tra loro c’è chi ha rischiato di essere mandato indietro o che ha avuto qualche problema di adattamento iniziale o durante l’anno. Quello che li seleziona come “meritevoli” di far parte dei Rotex è lo spirito, il cuore, la voglia di aiutare chi si sta preparando a vivere un’esperienza formativa come la loro. Vogliono partecipare, coinvolgere, aiutare in modo concreto chi dovrà partire, dando quegli spunti necessari per superare i problemi e godere al 100% dell’opportunità che si sta cogliendo. Mi ha fatto tenerezza sentire i loro commenti su come si sentivano loro quando stavano dall’altra parte. Questo li rende unici e li rende migliori come persone, come cuore e come mente.
La giornata formativa si è svolta in due momenti. Un primo con i ragazzi in partenza e le famiglie gestito prevalentemente dalla commissione rotariana e un secondo con i due gruppi separati: i genitori in aula per ascolatare regole e burocrazie e i figli in cortile, con i rotex, a sentire esperienze e racconti di vita quotidiana da chi li ha vissuti. Il primo è un momento puramente formativo e tecnico sul rotary, sugli scopi del programma, sulle regole, sulle opportunità che offre e le potenzialità di un anno all’estero. In questa fase i Rotex hanno avuto un ruolo marginale, in cui hanno presentato le loro esperienze.
La seconda parte del pomeriggio invece…
Mentre i genitori erano ancora in aula a sentire altre regole, altri documenti, leggi, obblighi ecc. ecc i ragazzi erano tutti in cortile a gruppetti a chiedere, informarsi, farsi consigliare dai Rotex sulle loro esperienze vissute.
Hanno fatto un lavoro incredibile! Quasi 3 ore sono volate tra consigli, aneddoti, spiegazioni che hanno portato molti a rivalutare quei paesi erroneamente sottovalutati e a cambiare desiderio di destinazione.
Betta e Gabriele hanno parlato del loro Brasile, Michelle del suo Messico, Francesco dell’Australia, Clara degli USA, Gaia di Taiwan tutti informando, dialogando, convincendo i ragazzi della bontà del programma e delle destinazioni, divertendosi e divertendo il pubblico.
Si sono toccati anche alcuni argomenti che magari, con i genitori presenti, i ragazzi non avrebbero voluto discutere.
Ho un ragazzo, come faccio? Mi aspetterà? (Se non ti aspetta e non ti incoraggia meglio perderlo subito, prima di partire. Se ti ama veramente saprà aspettarti.)
Ho un professore contrario cosa posso fare? (Convincilo senza dargli apertamente contro, oppure valuta subito il cambio di scuola, già durante questo anno.)
Ma anche argomenti apparentemente più “semplici” come:
Sei ingrassato? (Si, quasi tutti lo fanno di circa 5 Kg.)
I primi tempi con la lingua come hai fatto? (Non è facile, ma tutti cercano di aiutarti. Un buon rapporto con la prima famiglia e i compagni di scuola è fondamentale.)
Il cibo? (Scordati di mangiare come in Italia, ma ogni paese ha i sui piatti e la sua cultura.)
I rapporti con le famiglie ospitanti? (Generalmente buoni, ma attenti alle regole. In certi posti alcune cose per noi marginali, da loro sono gravissime. Informatevi sulle “First Night Rules”)
I compagni di scuola? (Fatevi degli amici subito, all’inizio vi cercheranno tutti perché siete la novità, poi solo quelli che saranno diventati veri amici e con cui VOI costruirete un legame per tutta la vita. Legherete molto con gli altri exchanger, ma cercate di non fare gruppo a parte con loro, perché i rischio di emarginarsi è alto)
Dire che i miei Rotex sono stati bravi a spiegare e sensibilizzare i futuri partenti è riduttivo, ma stranamente non mi vengono definizioni che non risuonino come dei cliché o stereotipi consumati.
Sono semplicemente molto orgoglioso di loro e di quello che sono diventati come gruppo, ma soprattutto come persone.
Andrea Brianza