Negli ambiti del diritto, della legislazione internazionale e dei diritti umani, il termine dignità ricorre con particolare risonanza. A partire dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, che inizia con l’assunzione forte “Tutti gli uomini nascono liberi ed uguali in dignità e diritti”, la dignità si pone tra quei diritti dell’uomo inviolabili e inalienabili che sono fondamento di ogni comunità umana e che come tali sono alla base anche della pace e della giustizia nel mondo. Una forte discrepanza separa ciò che è scritto sulle carte, anche per l’intangibilità del concetto in sé, dall’importanza che la società civile attribuisce al termine dignità. Dignità non è solo definizione del valore di qualcosa, né riconoscimento di uno status sociale. Credo che la dignità della persona, intesa come essere umano, distinta dal contesto delle cose e della natura, sia altro. E che trovi la sua massima espressione nel riconoscimento che ciascuno di noi è in grado di dare alla dignità dell’altro, soprattutto quando questo si trovi in stato di necessità. Crescere e vivere nella cultura del rispetto, soprattutto nel contesto della società evoluta, permette certamente di maturare la consapevolezza della responsabilità verso il disagio delle persone che vivono in condizioni inferiori. Maturare il senso della solidarietà, significa riconoscere l’altro nella sua condizione e riuscire a valutare la differenza tra ciò che viviamo e ciò che altri, vicini o lontani, vivono diversamente. Nel ricordare le più pressanti problematiche che attanagliano la comunità mondiale, il Rotary ci invita a ragionare sul tema dell’alfabetizzazione, che certamente non è tra i temi d’emergenza del nostro contesto, almeno non di quello consolidato. Ma nel flusso della storia dei nostri giorni, tra le immagini della cronaca quotidiana che distintamente avvicina da Paesi lontani il disagio a tutti noi, il nostro senso di responsabilità è richiamato sulla necessità di considerare lo stato delle cose, proprio in ordine alla dignità riconosciuta alle persone in questi stessi Paesi. E alfabetizzazione, non significa solo saper leggere e scrivere, ne siamo tutti consapevoli. Significa piuttosto conoscenza e integrazione, emancipazione e sostenibilità, trasferimento di competenze, alla ricerca di un nuovo equilibrio nella comunità internazionale, basato proprio sul riconoscimento della dignità dell’uomo.