RC Seregno Desio Carate Brianza
Fare il Presidente per un anno di un Club Rotariano è sicuramente un grosso impegno di tempo e di energie. Quale è stata la motivazione che ti ha spinto ad accettare tale incarico?
Concordo pienamente sui concetti espressi da questa domanda; essere Presidente, porsi davanti agli altri e mettersi al medesimo livello degli altri per essere leader è uno sforzo che impiega moltissime energie intellettuali e fisiche. Il Rotary ha dimostrato di essere una grande organizzazione e di contenere in sé molte altre potenzialità; ritengo che ciascun socio rotariano debba dare il proprio contributo a questa nostra organizzazione anche con un anno di Presidenza.
In un anno possono succedere molte cose e certe volte ci si trova a gestire dei momenti difficili/delicati della vita del Club. Quali proposte vuoi avanzare per avere un Club coeso ed efficiente, e quali cambiamenti pensi di portare nella gestione del Club?
Nata rivoluzionaria, morirò tradizionalista o ancora di più borbonica!. Per la verità apprezzo moltissimo come si è strutturato con gli anni il mio club, depositando e stratificando nel tempo usi e comportamenti e non ho intenzione di apportare cambiamenti di rilievo. Il mio sforzo di ammodernamento è stato rivolto principalmente a introdurre un uso più diffuso ed approfondito dei moderni strumenti informatici per la comunicazione e la vita del club, sia a livello locale che del distretto o del RI.
Un Club vive principalmente per i progetti, programmi e service che propone e/o che realizza. Nel tuo mandato quali service intendi proporre o continuare?
È tradizione del mio club suddividere il sostegno, possibilmente in parti uguali, rivolgendolo a progetti di carattere internazionale, volti a sostegno di popolazioni con difficili condizioni di vita, e a progetti viceversa a carattere locale che possano mettere in luce il sodalizio rotariano anche rispetto alle tante e complesse problematiche che caratterizzano la nostra società occidentale.
Per questo, durante la mia presidenza abbiamo sostenuto un progetto molto studiato per l’accrescimento delle conoscenze interne del personale di un grande ospedale privato dell’Africa equatoriale, un progetto rotariano di sostegno alle locali popolazioni di immigrati e stiamo valutando alcuni supporti ad attività culturali locali.
Il rapporto Club-Distretto è sempre stato improntato su un continuo confronto che a volte può essere anche conflittuale. Secondo te quali sono le cause e cosa proponi per migliorare tale rapporto?
Con il Distretto si trattano e si approfondiscono argomenti sicuramente interessanti che spesso ci introducono in un livello globale di interazione tramite la RF ed il RI. Penso che il conflitto esista puramente in termini di disponibilità di tempo; agli impegni lavorativi si sommano quelli incalzanti e strettamente periodici della presidenza ed è pertanto difficile partecipare, essere presenti e rielaborare fattivamente le informazioni e le indicazioni ricevute.