Condivido il pensiero di un rotariano PDG:
ogni volta che leggo che una delle “cause” del Rotary è la pace, mi sento tremare la voce: come possiamo noi Rotariani pretendere di avere un peso determinante nel perseguire la pace?
Quante volte ci siamo detti che la pace è un obiettivo irrealizzabile?
Forse è vero.
Forse siamo dei visionari.
O forse, più realisticamente, siamo persone positive che ci provano.
E io, personalmente, credo che ne valga la pena.
Siamo un milione e duecentomila soci nel mondo e credo che persone di questo livello abbiano non solo l’opportunità, ma anche il dovere di fare qualcosa per promuovere il perseguimento della coesistenza pacifica e sono dell’idea che se anche una sola giornata di guerra in meno sia stata ottenuta … bene, ne valeva la pena
Ma perseguire questo obiettivo vuol dire anche lavorare per le future generazioni.
La pace, la prevenzione e la risoluzione dei conflitti rappresentano, di fatto, l’obiettivo trasversale alle altre 5 aree focus attraverso le quali la Rotary Foundation persegue gli obiettivi del Rotary International.
Formare i giovani facendo nostro il pensiero del poeta cinese Kuang Tsen: se semini il grano, ti assicuri un raccolto, se pianti un albero farai 10 raccolti, se istruisci un popolo, raccoglierai 100 volte.
Noi non abbiamo certo la pretesa e la presunzione di istruire un popolo ma vogliamo dare il nostro contributo concreto, positivo, fattivo.
Comprensione tra etnie, culture e religioni differenti: su questo tema sono al lavoro da questa mattina i giovani studenti italiani con i loro omologhi arrivati proprio ieri dal Medio Oriente.
Ed è proprio su questo tema che si articola la Winter School con la quale abbiamo voluto formare 20 giovani leader di domani (10 italiani e 10 israeliani) alle tematiche della convivenza pacifica.
Prenderanno loro il testimone.
Vogliamo far sì che i giovani si interroghino sulle complessità di carattere ideologico e confessionale che possono ostacolare i progetti di pace per arrivare a delineare ipotesi di strategie future.
Seguiranno le lezioni all’Università dell’Insubria ma li aiuterà anche la seconda settimana di lavori, nella quale gli studenti italiani saranno in Israele per trattare importanti temi quali le relazioni tra arabi e israeliani in Israele e oltre, aspetti giuridici e la coesistenza tra le tre religioni anche con la visita ai luoghi sacri di cristiani, ebrei e musulmani.
Proprio questo è il messaggio che il giorno 7 febbraio abbiamo espresso nella Conferenza stampa con la quale abbiamo presentato ai Media il progetto di tutti i Club del Distretto e di cui troverete un ampio stralcio nella prossima Newsletter.
Contenuti che sono stati ben recepiti e che ci sono valsi il patrocinio di Regione Lombardia, di alcuni Comuni, della Fondazione culturale Alessandro Volta, del Club per l’Unesco di Monza per la condivisione degli alti valori culturali e per l’originalità del progetto.
Milano, 11 febbraio 2019
Roberto Dotti
Governatore Distretto 2042