Ogni anno nel mondo vengono prodotti circa 300 milioni di tonnellate di plastica di cui solo il 14% viene riciclato. Solo il 10% finisce annualmente in mare: circa 20 milioni di tonnellate. La plastica costituisce circa l’80%, dei rifiuti solidi presenti nei mari del mondo e il principale tipo di rifiuto che troviamo sulle spiagge o depositato sui fondali. A sua volta, l’80% di questi rifiuti è di origine terrestre; solo il 20% è dovuto alle attività che si svolgono sul mare: pesca, trasporti, acquacultura e navigazione.
Si stima che circa 270.000 tonnellate di plastica galleggino in superficie. Nell’Oceano Pacifico la quantità dei rifiuti di plastica galleggiante equivale a due volte la superficie degli USA.
Poiché la maggior parte delle plastiche non si biodegrada in alcun modo, tutta quella dispersa in natura vi può restare e fare danni per centinaia o migliaia di anni. Usata spesso una sola volta e solo per qualche minuto, la plastica rimane in mare per periodi che vanno dai 20 anni per una busta della spesa ai 600 anni per un filo o rete da pesca. I rifiuti di plastica si frazionano e degradano molto lentamente in pezzi sempre più piccoli, raggiungendo dimensioni di qualche millimetro. Questi minuscoli residui e le microplastiche possono essere ingeriti dagli esseri viventi che sono alla base della catena alimentare. Uccelli, tartarughe o mammiferi marini scambiano questa spazzatura per cibo e così fanno i pesci; gli stessi che poi noi mangiamo, considerandoli cibo salubre.
Alcune microplastiche si formano direttamente in mare, in seguito alla degradazione di residuati più grandi per effetto del vento, del moto ondoso o dei raggi ultravioletti. Altre sono prodotte dall’industria, come i pellet, gli agenti esfolianti additivi di saponi, creme, gel, dentifrici oppure sono generate accidentalmente, per esempio, dalla polvere degli pneumatici o dall’uso e lavaggio di fibre sintetiche di indumenti. Il problema delle microplastiche supera i confini marini, arrivando a contaminare anche aria e acqua, sia di rubinetto sia imbottigliata e alimenti come la birra, il sale e il miele.
Le 10-20 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno finiscono negli oceani del Pianeta provocano oltre 13 miliardi di dollari di danni agli ecosistemi marini. Sono incluse anche le perdite economiche dei settori della pesca e del turismo, così come i costi di pulizia delle spiagge.
Sulle coste del Mediterraneo vivono 150 milioni di persone, che producono tra i maggiori quantitativi di rifiuti solidi urbani pro capite: tra i 208 e i 760 Kg l’anno. Gli oltre 200 milioni di turisti che ogni anno visitano il Mediterraneo generano un aumento del 40% dell’inquinamento estivo da plastica. La presenza di intense attività umane nelle città e lungo le zone costiere, il vento, le correnti sono tutti fattori che influenzano fortemente l’accumulo di rifiuti di plastica in mare. A questi si aggiungono i rifiuti portati da fiumi come il Nilo, l’Ebro, il Rodano, il Po, i due fiumi turchi Ceyhan e Seyhan che sfociano tutti in mare dopo aver attraversato aree densamente popolate.
Il mar Mediterraneo è un bacino semi-chiuso, circondato da tre continenti e influenzato da intense attività umane, caratteristiche che lo rendono uno tra i mari più a rischio del mondo per l’inquinamento da plastica, che si accumula in grandi quantità e vi permane per lunghi periodi di tempo, sminuzzandosi in particelle sempre più piccole e insidiose.
Oggi, la plastica nel Mediterraneo rappresenta il 95% dei rifiuti rinvenuti in mare aperto, sui fondali e sulle spiagge. Ogni anno tra le 150 e le 500 mila tonnellate di macroplastiche e tra le 70 e le 130 mila tonnellate di microplastiche finiscono nei mari d’Europa; Il Mar Mediterraneo è il principale serbatoio.
Alle 5 “isole di plastica” oceaniche – due nel Pacifico, due nell’Atlantico e una nell’Oceano Indiano in cui si accumula la maggioranza dei rifiuti di plastici, si aggiunge il Mar Mediterraneo, tristemente classificato come la sesta grande zona di accumulo di rifiuti plastici al mondo. In questo mare, che rappresenta solo l’1% delle acque mondiali, si concentra il 7% della microplastica globale.
Le microplastiche raggiungono qui concentrazioni record: 1,25 milioni di frammenti per Km2, quasi 4 volte quelle di una delle 5 “isole”. I sedimenti arrivano a concentrazioni di frammenti di plastica tra le più alte al mondo: 10.000 per Km2.
I Paesi mediterranei che disperdono più plastica nel Mare Nostrum sono la Turchia (144 tonnellate/giorno), seguita da Spagna (126), Italia (90), Egitto (77) e Francia (66). L’inquinamento da plastica costituisce una grave minaccia per importanti settori economici del Mediterraneo, soprattutto la pesca e il turismo. La presenza di plastica determina, infatti, minori catture (e quindi minori entrate), danni alle imbarcazioni e agli attrezzi da pesca, riduzione della domanda da parte dei consumatori (preoccupati dalla presenza di plastica nelle carni del pesce). L’inquinamento da plastica costa al settore della pesca dell’Unione Europea circa 61,7 milioni di euro l’anno. Spiagge e porti sporchi e inquinati scoraggiano il turismo, determinando la perdita di posti di lavoro e ingenti costi di pulizia.
Attualmente si stanno esaminando e sperimentando diverse forme di reimpiego della plastica. Ad esempio, si producono vestiti con il 70% di componente plastico riciclato; si producono in via sperimentale mattoni in plastica da usare nelle costruzioni di abitazioni, si stanno sperimentando superfici asfaltate impiegando plastica al posto del bitume.
L’India ha investito 11 miliardi di dollari per costruire strade con la plastica riciclata, mentre a Londra si stanno costruendo utilizzando l’asfalto ecologico. Sembra che il nuovo asfalto sia più resistente di quello convenzionale e che duri di più. Si stanno producendo con le alghe marine cannucce e bicchieri commestibili. Molte imprese si stanno impegnando ad usare nei loro imballaggi solo plastica riciclata. Si sta portando avanti l’utilizzo di contenitori riutilizzabili al posto degli imballaggi usa e getta.
Stiamo riuscendo a creare una consapevolezza del problema ma per arrivare ad un equilibrio accettabile è necessario un lavoro costante e dispendioso da parte di tutti i Governi. Vanno aggiornate le normative obsolete come quella che in Italia considera “rifiuto speciale” ergo procedure, oneri e costi per lo smaltimento della plastica che i pescatori recuperano in mare.
È necessario preservare e utilizzare in forma sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine. Se si continua con questo tasso di inquinamento, entro il 2050 il peso della plastica negli oceani sarà superiore al peso di tutti i pesci del pianeta. Inoltre, entro quella data il 99% dei volatili marini avrà ingerito plastica non biodegradabile.
Le direttrici strategiche della soluzione del problema sono state chiaramente individuate e sono universalmente conosciute come le 3R: REDUCE, REUSE, RECYCLE o RIDURRE, RIUTILIZZARE, RICICLARE. Ma al di là di ogni azione la via principale è la drastica riduzione dei prodotti in plastica: solo chiudendo il rubinetto si riuscirà a non far strabordare il secchio.
E’ questo un concetto chiarissimo ma veramente complesso da mettere in pratica perché comporta oltre alla sensibilizzazione del genere umano, dei costi significativi sia per gli Enti pubblici sia per i privati. Inoltre esso collide con interessi economici e ideologici di produttori, distributori ed utilizzatori degli oggetti/imballaggi che fino a qualche tempo fa venivano considerati come una conquista dell’umanità.
Fortunatamente alcune Aziende illuminate stanno reagendo da tempo alle istanze provenienti dall’opinione pubblica. La Coca-Cola si è posta l’obiettivo di “raccogliere e riciclare” l’equivalente del 100 % dei suoi imballaggi entro il 2030. Insieme ad altre multinazionali, tra cui PepsiCo, Amcor e Unilever, ha garantito che entro il 2025 adotterà il 100 per cento di imballaggi riutilizzabili, riciclabili o compostabili. E la Johnson & Johnson userà la carta e non più la plastica per i suoi cotton fioc. Ma come si può immaginare, il problema non presenta soluzioni facili ed a breve scadenza.
Noi Rotariani e Mariners della Fellowship dello Yachting siamo particolarmente sensibili all’inquinamento da plastiche dei mari e, non volendo produrre solo vane parole, vorremmo attraverso il Rotary International proporre una ampia coalizione di organizzazioni ambientaliste, di consumo, di Consorzi e Associazioni Industriali che portasse alla soluzione pratica del problema anche se in tempi medio-lunghi. Se il Rotary Internazionale dichiarasse il problema “AZIONE DI INTERESSE INTERNAZIONALE”, il coinvolgimento e l’impegno di tutti i rotariani potrebbe fare la differenza.
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(NdR. In fondo al PROGRAMMA sono riportati i siti internet dai quali sono stati liberamente tratti dati, concetti e intere frasi di questa premessa.)
Obiettivo
Il progetto ha come obiettivo finale la soluzione del problema dell’inquinamento da plastiche dei mari, dei fondali e delle coste. L’obiettivo potrà essere raggiunto mediante:
• La puntuale sensibilizzazione dei cittadini riguardo il grave problema generale dell’inquinamento.
• La riduzione delle plastiche monouso al minimo indispensabile.
• Iniziative locali possibilmente coordinate dalle Flotte IYFR, Club Rotary e Distretti per la pulizia di corsi d’acqua, coste e acque prospicienti.
• La dichiarazione DI INTERESSE DISTRETTUALE delle azioni di cui ai punti precedenti e il coinvolgimento dei CLUB ROTARY, ROTARACT INTERACT.
• Mediante e con l’aiuto dei Distretti coinvolti, far dichiarare dal ROTARY INTERNATIONAL la soluzione del problema dell’inquinamento da plastiche, AZIONE DI INTERESSE INTERNAZIONALE
Beneficiari
Tutta la popolazione mondiale ne trarrà vantaggio; contribuiremo a migliorare il futuro delle prossime generazioni e del pianeta.
Dove si svilupperà il progetto:
Il progetto si svilupperà in tutte le città nelle quali vivono Mariners delle Flotte IYFR, CLUB ROTARY, ROTARACT e INTERACT.
Quando iniziamo?
Il progetto inizierà prima della RI Convention di Amburgo
Sviluppo
Il programma si svilupperà nel seguente modo:
Ciascuna Flotta è composta di Mariners che sono soci di diversi Rotary club e distretti della zona. Ciò ci aiuterà a diffondere più facilmente il programma ad una maggiore numero di Rotariani. Si terranno riunioni all’interno dei distretti e dei Rotary club e si proietteranno presentazioni in PowerPoint e video per riportare le iniziative in corso. Si organizzeranno riunioni nei Rotaract e nei club Interact.
Si individueranno all’interno dei Rotaract i giovani Dirigenti che collaboreranno nella diffusione di questo programma. I giovani soci dei Rotaract e dell’Interact diffonderanno questo programma nei loro club, nelle loro case, nelle loro scuole, nei loro gruppi sociali e tra i loro amici.
Si divulgherà questo programma durante le Conferenze Distrettuali. I distretti prenderanno contatti con i Provveditorati agli Studi in modo che rotariani/rotaractiani e Mariners, opportunamente formati, possano effettuare conferenze a classi riunite a cominciare dalle quinte classi delle Scuole Elementari e fino alle terze classi delle Scuole Medie.
Si stamperanno e consegneranno opuscoli su come prestare attenzione all’uso della plastica e informare sui luoghi di destinazione finale. Si creerà una pagina web che consentirà l’interazione con i recettori del messaggio. Si organizzeranno forum e chat.
Si chiederà ai Governatori dei distretti in cui si attuerà il programma di dichiararlo DI INTERESSE DISTRETTUALE. I DG di ogni Nazione dove IYFR è presente si uniranno in questa meritoria iniziativa, estendendola e facendola conoscere a tutti i club dei rispettivi Distretti in modo da trovare ulteriore attenzione e consensi.
Congiuntamente ai Governatori, i Commodori Regionali relazioneranno i tre Commodori di Area e il Commodoro Internazionale il quale presenterà una completa relazione al Presidente del RI.
Si auspica che Presidente RI voglia dichiarare il progetto AZIONE DI INTERESSE INTERNAZIONALE, con tutte le prevedibili ricadute.
Il RI, sapendo quanto i rotariani di tutto il mondo siano attivi nel settore specifico, potrà intervenire al più alto livello per stimolare l’industria, la cantieristica navale e gli Istituti di ricerca alla risoluzione del problema.
Potrà essere organizzata una Sessione Parallela per la RI Convention di Honolulu al fine di far conoscere questo programma a tutti i distretti del mondo.
A livello distrettuale si potrà diffondere il programma attraverso l’uso dei media sociali, richiedendo collaborazione di ogni singolo Club Rotary.
Nella fase iniziale ogni Flotta Italiana nominerà un Ufficiale incaricato di controllare l’effettiva esecuzione del programma, collaborando così con il Commodoro Regionale. Con l’aiuto dei distretti che potranno intervenire a livello Provveditorato agli Studi, si organizzeranno conferenze nelle scuole primarie e si istruiranno i docenti attraverso delle lezioni specialistiche; i giovani potranno determinare velocemente un cambiamento nei comportamenti dei loro genitori, trasmettendo loro ciò che hanno imparato.
La società in generale non è consapevole o è portata a sottovalutare la gravità e le conseguenze di questo inquinamento. Stiamo già ingerendo piccole quantità di plastica attraverso i pesci che mangiamo e stiamo già respirando aria contenente polveri sottili di microplastiche. L’inquinamento causato dalla plastica sta già avendo un impatto devastante sull’ambiente. Tutti abbiamo la responsabilità di intensificare i nostri sforzi per aiutare ad ottenere un uso responsabile della plastica e per ridurre i danni che si possono causare. Diminuendo la quantità di plastica prodotta, contribuiremo oltretutto a ridurre il consumo dei combustibili fossili.
Programma coerente con le iniziative locali
Nello stesso momento in cui all’IYFR stiamo mettendo in moto questo programma, si è individuata in diversi Paesi non solo Europei, la volontà di intervenire e supportare questa iniziativa al fine di riuscire a ridurre la grande invasione dei rifiuti di plastica nel mondo. Se non cambiamo il nostro comportamento, nell’anno 2025 avremo negli oceani una tonnellata di plastica per ogni tre tonnellate di pesci, mettendone a rischio centinaia di specie. Alcuni Paesi hanno già adottato delle misure e altri incominciano a farlo. Tra i rifiuti degli oceani, la plastica occupa dal 60% all’80%. Ogni miglio quadrato di oceano contiene in media 46.000 frammenti di plastica galleggianti. OGNI ANNO GETTIAMO IN MARE PIU’ DI 8 MILIONI DI TONNELLATE DI PLASTICA. NON POTREMO FARLO ANCORA A LUNGO.
Formazione
Renderemo pubblico il testo e le immagini del programma di formazione, di sensibilizzazione e di educazione che metteremo in atto. Manterremo un contatto diretto con i partecipanti al fine di trasmetter loro le conoscenze necessarie da diffondere. Non perderemo occasione buona per diffondere il progetto mediante la stampa, le reti sociali e il web.
Finanziamento
I costi di implementazione di questo programma saranno sostenuti inizialmente dai fondi che le Flotte dedicheranno a questa iniziativa. E’ auspicabile che i club e i distretti, riconoscendone la validità, contribuiscano con i fondi a loro disposizione. Il costo di un caffè a testa per Socio delle Flotte e dei RC potrebbe fare la differenza. Le donazioni da parte di privati saranno benvenute.
Raggiungimento degli obiettivi
Data la gravità del problema provocato dalla plastica, è auspicabile poter contare in tempi brevi sull’appoggio e sull’entusiasmo dei giovani e, grazie a loro della popolazione adulta dei Paesi coinvolti. Vivere in un pianeta sano è nell’interesse di tutti noi e specialmente delle future generazioni.
QUESTO PROGRAMMA HA COME OBIETTIVO FINALE IL CAMBIAMENTO DI COMPORTAMENTI IRRESPONSABILI AL FINE DI MIGLIORARE L’AMBIENTE E LA VITA DELLE NOSTRE COMUNITÀ.
I progressi di quanto messo in atto dovranno essere monitorati e documentati; i relativi dati dovranno essere raccolti e resi noti almeno semestralmente. Ogni Nazione nominerà un Comitato del quale faranno parte Rotariani provenienti dai Distretti e Flotte aderenti all’iniziativa. I risultati faranno parte di una relazione che sarà tenuta durante ciascun Congresso Distrettuale, all’ANNUAL GENERAL MEETING IYFR e nella CONVENTION ANNUALE DEL ROTARY INTERNATIONAL.
Apporteremo a questo programma l’esperienza e le conoscenze delle organizzazioni che stanno lavorando su questa tematica. Si firmerà un protocollo d’intesa con ciascuna organizzazione coinvolta nel nostro programma.
Partecipazione dei rotariani
La partecipazione dei Rotariani è essenziale. I vari Club ove sono presenti Mariners di IYFR finora contattati in tutto il mondo, hanno dato con grande entusiasmo la loro disponibilità a collaborare poiché il programma è decisamente appassionante.
Si disegnerà un logo che includerà RI e IYFR e si consegneranno attestati con questo logo ai componenti dei CLUB, DISTRETTI e FLOTTE che lavoreranno in questo programma. Parimenti, si chiederà al Presidente Internazionale di voler istituire riconoscimenti per i Distretti e Club più meritevoli.
Si farà una campagna di diffusione attraverso mezzi grafici e televisivi. Ciò aiuterà la diffusione del programma e dell’immagine pubblica del RI e di IYFR.
La nostra Fellowship occuperà un ruolo preponderante e propulsivo in questo tema di vitale importanza.
Se realizzeremo questo cambiamento, avremo preservato il futuro dei nostri figli e quello dei nostri nipoti.
Il Commodoro per Europa, ME, Africa
Robert Burns (UK)
Il Commodoro Internazionale
Guillermo Arteta (Argentina) Il Commodoro per l’ Asia, Australia, NZ
David Hansen (New Zealand)
Il Commodoro per le Americhe
Angelica Mesistrano (Uruguay)
IL COMMODORO REGIONALE PER L’ITALIA Luigi Norsa (RC CHIAVARI TIGULLIO, D2032)
I COMMODORI DELLE FLOTTE ITALIANE PARTECIPANTI
FLOTTA ITALIA NW
FLOTTA ITALIA NORTHERN LAKES
FLOTTA ITALIA NE
FLOTTA ROMA
FLOTTA ADRIATICO CENTRALE
FLOTTA ITALIA SW NAPOLI
FLOTTA SALERNO
FLOTTA ITALIA SE
FLOTTA SICILIA
DISTRETTI ITALIANI PARTECIPANTI AL 1° MARZO 2019
D 2032 Ines Guatelli (RC PORTOFINO)
DISTRETTI ITALIANI E ASSOCIAZIONI INVITATI AD ADERIRE
D 2031
D 2041
D 2042
AERA
TUTTI I DISTRETTI SARANNO COMUNQUE INVITATI NEI PROSSIMI GIORNI
Contatti Stampa: Paolo Brambilla – RC Milano Porta Vercellina – Rear Commodore FLOTTA ITALIA NORTHERN LAKES – cell. 335-220221 mail paolo@brambilla.net