Novembre, come noto, è il mese della Fondazione, la nostra; quale migliore occasione per celebrarla nel migliore dei modi, per raccontarla a quei rotariani che ancora non ne comprendono le finalità e gli scopi, considerandola soltanto un esattore o un grantificio.
Il Rotary International è un’associazione nata nel 1905, la Rotary Foundation è stata creata 12 anni dopo. Il Presidente del Rotary International quell’anno, Archibald “Arch” Klump, propose che il Rotary creasse un fondo di dotazione con lo scopo di fare del bene nel mondo, è probabile che siano stati in pochi, fra i presenti in quella sala congressi di Atlanta (GA), a dare il giusto peso a quelle parole.
Come prevedeva il protocollo a quei tempi, Arch Klumph parlò per circa 40 minuti, dedicandosi soprattutto alla guerra che allora devastava l’ Europa. La sua idea colpì l’attenzione del Rotary Club di Kansas City, Missouri, che donò 26,50 dollari da depositarsi nel Fondo di dotazione proposto dal Presidente Klumph. Quell’iniziale contributo – circa 536 dollari di oggi – non stimolò la generosità di altri donatori ma ebbe il merito di consentire la costituzione di un fondo di dotazione che nel 1928 diventò ufficialmente la Fondazione Rotary. Quando morì Paul Harris, nel 1947, alla Fondazione Rotary arrivarono contributi in suo onore per 1,3 milioni di dollari: finalmente erano disponibili le risorse per assecondare concretamente la grande visione di Arch Klumph. Prese così il via la prima sovvenzione e il caso volle che fosse il finanziamento di un programma molti simile a quello ideato quest’anno dal Governatore Dotti, il sostegno a una Rotary Scholar per studiare all’estero.
La Rotary Foundation è una fondazione e come tutte le fondazioni del mondo raccoglie risorse, le investe e le reimpiega con un oggetto sociale unico, originale ed enormemente stimolante: “fare del bene nel Mondo”.
Questo è quanto dichiara esplicitamente della fondazione il Rotary International che ne è l’unico azionista: “la missione della Fondazione Rotary del Rotary International è di consentire ai rotariani di promuovere la comprensione internazionale, la buona volontà, e la pace nel mondo grazie al miglioramento della salute, sostegno all’istruzione e alleviamento della povertà”. A ciò si aggiunge la grande ed impareggiabile esperienza della campagna Global Polio Eradication, di cui abbiamo ancora recentemente parlato nel numero di ottobre di questa testata.
Selezionatissimi sono i partner della Fondazione Rotary ed estremamente elevata la sua reputazione. In alcune occasioni abbiamo fatto riferimento a Charity Navigator che da dieci anni consecutivamente attribuisce la votazione più alta alla nostra fondazione, aggiungiamo in questa occasione un’ulteriore bella notizia: Charity Navigator ha inserito la Rotary Foundation al IX Posto della lista delle “Top 10 of the Best Charities Everyone’s Heard Of”.
Charity Navigator ha sede nel New Jersey ed esamina oltre 9000 charities. Noi talvolta dibattiamo sulla visibilità che abbiamo o dovremmo avere: il sito di Charity Navigator ha oltre 11 milioni di visitatori! I punti di forza della nostra fondazione e della lusinghiera valutazione che le viene attribuita sono la salute finanziaria, la responsabilità e la trasparenza. Gli ulteriori e prestigiosissimi riconoscimenti sono stati conseguiti dalla nostra fondazione grazie alle valutazioni o agli award assegnatici da BBB Wise Giving Alliance, AFP Association of fundraising professionals e CNBC che nel 2016 ha conferito alla Rotary Foundation il terzo posto nella prestigiosa classifica The Top 10 Charities Changing the World.
Il prossimo 24 novembre presso i Molini Marzoli Massari di Busto Arsizio si svolgerà l’annuale seminario Rotary Foundation; il programma, nel corso del quale verrà dato il giusto risalto alla più meritoria attività dei Club, sarà particolarmente focalizzato sul tema della Pace; come noto la Pace e la Prevenzione e Risoluzione dei Conflitti rappresenta una delle sei aree focus ma è anche l’obiettivo ultimo di ciascuna di esse. Celebriamo allora la fondazione e la pace con una significativa partecipazione al nostro seminario!
Come noto un nostro borsista, dallo scorso mese di agosto e per due anni dopo una rigorosissima selezione internazionale, si trova ora alla Christian University di Tokyo per specializzarsi proprio nella prevenzione e risoluzione dei conflitti; il programma prevedrà anche uno stage di due o tre mesi da effettuarsi durante la pausa accademica.
A tre mesi dall’inizio della sua esperienza, i tempi sono maturi per raccogliere le sue prime considerazioni su questa così significativa esperienza che, grazie alla nostra fondazione, potrà realmente orientare il suo futuro e contribuire a favorire la pace e la reciproca comprensione.
Alberto Ganna – Responsabile Commissione Rotary Foundation 2017/2020
“I miei primi tre mesi in Giappone all’International Christian University”
Circa un anno fa ricevevo la lettera dalla Fondazione Rotary che mi annunciava l’assegnazione di una delle borse di studio della pace presso la International Christian University (ICU) di Tokyo in Giappone. Inutile dire che la felicità era alle stelle, perché si è consapevoli che sia una di quelle opportunità che ti cambiano la vita. Ed effettivamente la mia vita, così come quella dei miei colleghi borsisti sta cambiando, prendendo una nuova direzione.
Durante la scelta tra le università del bando delle borse di studio della pace ne avevo due in mente: ICU e un’altra università. Non riuscivo a decidere tra queste due. Da un lato, sentivo che dopo sette anni in Asia, dovevo continuare i miei studi in questo continente che sta diventando il nuovo “Occidente” del mondo, mentre dall’altro c’era il bisogno personale di ritornare nel mio occidente e avere un’educazione più in linea con le mie radici.
Alla fine, ho scelto l’ICU perché mi è piaciuto il sistema universitario, che mi permetteva di avere molta flessibilità e scegliere il mio piano di studi, dandomi così il tempo di sperimentare e pensare. Contemporaneamente, le dimensioni delle classi di non più di trenta studenti erano un grande vantaggio. Non mi è mai piaciuta la folla e il numero limitato di studenti per classe permette un approccio più partecipativo e un apprendimento più diretto.
L’International Christian University (ICU) è stata fondata nel 1949, frutti di un esperimento unico nella formazione internazionale e cristiana in Giappone, dopo la conclusione della seconda guerra mondiale.
In questo momento, sto prendendo parte a quattro corsi: Peace and conflict studies, International Development Policy, Macroeconomia e il corso di lingua giapponese step by step. Il programma di giapponese Step by step ha due classi per settimana. Sono “costretto” a vivere e respirare giapponese. Il Giapponese non è una lingua facile, ha tre alfabeti: Hiragana, Katakana e i Kanjii. Gli Hiragana e i Katakana sono alfabeti fonetici, ogni segno corrisponde ad un suono, con la differenza che i primi vengono usati per scrivere parole giapponesi, mentre i secondi vengono usati per scrivere parole di origine straniera (ad esempio il mio nome Giovanni viene scritto in Katakana ジョバンニ). I katakana e gli hiragana sono circa 92, se si escludono i suoni speciali. I kanjii, invece, sono un misto di suoni e significati che si quantificano tra i 2,000 e i 3,000, che sono gli ideogrammi più comunemente usati in Giappone.
Tutto sommato, studiare giapponese tra classi, compiti a casa ed esami mi porta via circa 8 ore alla settimana. Ogni settimana, impariamo nuovi kanji, che è dura poiché è qualcosa di abbastanza esotico per me.
Il sistema universitario dell’ICU è diverso da quello Italiano a cui ero abituato. Oltre all’organizzazione delle classi, la valutazione degli studenti avviene attraverso la scrittura di “papers” su certi argomenti che vengono assegnati di volta in volta, o che vengono scelti dallo studente sulla base dei propri interessi. Ora sono impegnato nella scrittura di papers in Peace and Conflict studies che riguardano i diversi approcci alla pace sulla base delle teorie di Galtung, uno dei padri del pensiero moderno sugli studi della pace. Inoltre, per via della mia formazione in campo economico, sto continuando i miei studi in campo economico internazionale approfondendo gli effetti della politica economica americana sotto l’amministrazione Trump e i suoi effetti a livello globale.
Infine, ciò che per me è stato di fondamentale importanza è stata l’assegnazione di un professore come tutor che mi supporterà per i prossimi due anni nello sviluppo della mia tesi relative alle relazioni economiche tra Cina e Stati Uniti e le sue ripercussioni sul resto del mondo. Il Professor Kanazawa, Associate Director del Rotary Peace Center dell’ICU, oltre che avere una formazione economica è una persona con una spiccata sensibilità e meticolosità. Non avrei potuto desiderare di meglio nell’organizzazione del mio lavoro per raggiungere i miei obiettivi personali e professionali.
Che dire, sono in Giappone da circa tre mesi e ho ancora tutto un percorso di due anni davanti a me ma le premesse mi dicono che sarà un’esperienza unica e indimenticabile e tutto ciò grazie al Rotary.
Giovanni Catino