Il mese che il Rotary dedica all’acqua e alle strutture igienico-sanitarie è quello di marzo e per quella scadenza sarà la lettera del Governatore a indirizzare le nostre riflessioni.
Oggi vorremmo richiamare l’attenzione dei soci sull’uscita della pubblicazione dedicata a ricordare il cammino fin qui percorso dal Progetto Aquaplus, nato quasi 10 anni fa con l’ambizioso obiettivo di contribuire a risolvere il drammatico problema dell’accesso all’acqua potabile ancora precluso, oggi, a DUE MILIARDI E MEZZO di persone, con 8 MILIONI DI PERSONE (SOPRATTUTTO BAMBINI) che perdono la vita ogni anno per mancanza d’acqua.
Il Progetto Aquaplus, come forse molti ricorderanno, pensato ed ideato dal Distretto 2040 (in seguito “gemmato” – come dice Alberto Ganna – in 2041 e 2042), in collaborazione con il Comune di Milano ed EXPO 2015, si poneva l’obiettivo di mettere a punto un “format” per aiutare le comunità rurali fortemente disagiate a far crescere, in modo durevole e sostenibile, le proprie condizioni alimentari, sanitarie ed economiche, partendo dalla disponibilità di acqua sana per far sviluppare altre attività umane, prima fra tutte l’agricoltura.
Pochi mesi dopo la sua costituzione, il tremendo terremoto di Haiti presentò la necessità di trasformare in progetto pratico il disegno strategico del team Aquaplus, coinvolgendo nella partnership altri attori come la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano, due ONG che già operavano nell’isola di Haiti e la locale facoltà di Agraria e il Rotary Club Les Cayes. Da questa collaborazione nacque il progetto Haiti, basato sulla partecipazione attiva di professionisti provenienti dal Rotary e dal volontariato.
Non voglio andare oltre nel descrivere cosa è successo dopo: lo potete trovare nella bella pubblicazione realizzata, che illustra, in maniera chiara e semplice, come può nascere l’idea, trovare la sua concretizzazione in un piano progettuale e la successiva realizzazione attraverso l’individuazione di risorse interne ed esterne al Rotary. Certamente un successo, che ha già trovato la possibilità di essere replicato in Tanzania e in Sud Sudan, con caratteristiche ambientali molto diverse, ma con un approccio metodologico basato sugli stessi principi del primo intervento haitiano.
Il libro, dicevo, è una bella testimonianza – in italiano ed inglese – di quello che il Rotary è in grado di fare: una testimonianza per noi rotariani, ma anche per chi, fuori dal Rotary, ancora non ci conosce o stenta a vedere nel Rotary il reale perseguimento di obiettivi umanitari.
Potrebbe essere una buona idea per fare degli omaggi natalizi finalizzati, certo a finanziare gli ulteriori sviluppi di Aquaplus. Ma anche e soprattutto, a far meglio conoscere quanto noi rotariani siamo in grado di sognare, ideare progettare e realizzare!
Guarda il video: https://youtu.be/dHu6WYNKvGY
Gilberto Dondé