La Rotary Foundation ha approvato anche il Global Grant per Aquaplus Sud Sudan
Dopo la realizzazione di impianti Aquaplus ad Haiti e successivamente in Tanzania, qualche anno fa è stato scelto il Sud Sudan, in quanto Paese poverissimo dove manca l’acqua potabile e spesso anche la cultura necessaria per sviluppare l’igiene personale e l’agricoltura. Infatti, in seguito alla recente guerra civile e alla contestuale nascita di questo Paese nuovo, si sono trovati con migliaia di rifugiati che hanno dovuto abbandonare i loro villaggi d’origine e rifugiarsi in zone con connotazioni diverse, senza un habitat conosciuto e accogliente. In queste aree manca l’acqua potabile, anche se di acqua fangosa ce n’è fin troppa: l’anno scorso questa regione fu oggetto di imponenti esondazioni del Nilo, che costrinse queste popolazioni, già in difficoltà, a cercare rifugi temporanei altrove, prima di rientrare poi nei villaggi attuali dopo il ritiro delle acque. Pertanto, nella scia dello sviluppo dei temi dell’Expo 2015 tutti centrati sull’agricoltura sostenibile, i Distretti 2041 e 2042 dell’area milanese hanno scelto il Sud Sudan come terzo luogo per la realizzazione di impianti Aquaplus, per la realizzazione di due impianti di produzione di acqua potabile, dopo Haiti e Tanzania. Il club locale di Juba, in stretta collaborazione con la Caritas e l’Arcivescovado di Juba, ha identificato i villaggi di Mulubur e Peiti nell’area Jebel Lado, relativamente vicina alla capitale Juba, come le aree più bisognose. Più avanti, nelle fasi successive si pensa di estendere a valle l’implementazione del concetto Aquaplus, con altri interventi infrastrutturali, con la fornitura di acqua per l’ agricoltura e con una maggior educazione della popolazione locale all’igiene e all’agricoltura.
Concettualmente, si tratta di impianti relativamente semplici. Come primo passo, in seguito a studi geofisici, già svolti da una ditta locale scelta dal RC Juba e con il supporto di nostri esperti a Milano, studi all’epoca finanziati dalla Regione Lombardia, sono stati identificati due luoghi dove si ritiene ci debba essere l’acqua nel sottosuolo. Dopo la perforazione di questi pozzi, un General Contractor scelto dal RC Juba costruirà due impianti, costituiti da sistemi di pompaggio, di stoccaggio in serbatoi di acciaio e di distribuzione dell’acqua potabile attraverso delle fontanelle. La corrente elettrica per azionare le pompe sarà fornita da un sistema di generazione attraverso pannelli fotovoltaici. In tal modo, si fornirà acqua pulita e potabile a circa 7.000 persone.
Gli impianti saranno gestiti dalle due comunità locali, con le quali è già stato firmato l’accordo, insieme ad altri accordi con la Caritas e con le Autorità governative. L’acqua sarà venduta a una piccolissima cifra nominale per permettere un autofinanziamento delle operazioni e per coprire le necessità di manutenzione e di parti di ricambio. L’educazione delle popolazioni locali negli aspetti dell’igiene personale è parte essenziale di questo programma. La maggior parte dei fondi necessari è stata assicurata dai club milanesi e dai Distretti milanesi 2041 e 2042, oltre che dalla NGO lombarda Edodè. Ci sono anche dei contributi dai club rotariani statunitensi. Il contributo finanziario della Rotary Foundation è di circa 15% del totale, ma dà una grandissima credibilità a tutto il progetto. Questa iniziativa è stata presentata alla “Rotary Institute Project Fair” a Basilea durante la prima settimana di novembre, dove è stato richiesto un finanziamento aggiuntivo per compensare gli effetti della svalutazione dell’euro rispetto al dollaro statunitense, valuta nella quale sarà realizzato il progetto. L’approvazione del progetto da parte della Rotary Foundation è un grandissimo segno di fiducia verso il programma Aquaplus e verso gli attori coinvolti.
Commissione Comunicazione Aquaplus