Come difendiamo l’integrità dello sport più seguito al mondo

RC Milano Linate

Quella del 3 maggio, “Integrity: un valore imprescindibile nello sport, nella vita… e nel Rotary”, è stata una serata speciale per il RC Milano Linate, confermando un anno particolarmente ricco di iniziative, energia e feedback positivi.
La conviviale di inizio mese è stata infatti arricchita dalla presenza Vénuste Niyongabo, vincitore della gara dei 5.000 metri alle Olimpiadi di Atlanta 1996 e primo campione olimpico nella storia del suo Paese, il Burundi. Una curiosità (e un esempio di coraggio): Vénuste si era presentato alle Olimpiadi per i 1.500 metri, ma decise di gareggiare nei 5.000 per lasciare a un altro compagno di squadra tale opportunità.
Da molti anni vive in Italia, come allenatore e dirigente per una nota multinazionale di abbigliamento sportivo con l’obiettivo di scoprire giovani talenti.
Il cuore della conviviale è stato un confronto con Ennio Bovolenta, che ha risposto con grande disponibilità alle tante domande dei soci presenti su un tema particolarmente centrale per il Rotary come quello dell’integrità
Avvocato Milanese, con oltre 12 anni esperienza, di cui i primi sei trascorsi nella professione forense in ambito Diritto Sportivo, Ennio è stato chiamato sei anni fa a Zurigo dalla FIFA – la massima organizzazione calcistica mondiale – per la gestione delle controversie tra calciatori e club. Da 2 anni è il Responsabile del Dipartimento Integrity.
La mission di tale dipartimento è quella di incoraggiare e favorire uno degli obiettivi statutari della FIFA, vale a dire la promozione dell’integrità del gioco e la protezione delle competizioni calcistiche dalla minaccia del match fixing.
Con tale espressione si intende indicare tutti quelle omissioni intenzionali, azioni o accordi diretti a modificare indebitamente il risultato o lo svolgimento di una competizione sportiva al fine di ottenere un vantaggio e che vanno quindi a eliminare l’imprevedibilità della stessa competizione, che è poi il vero segreto del successo del calcio, come di tutti gli sport. La FIFA ha adottato una linea rigida di tolleranza zero verso tutte le persone coinvolte direttamente o indirettamente in episodi di match fixing, applicando sanzioni rigide in termini economici o di sospensione dall’attività agonistica, che possono arrivare fino all’ergastolo sportivo.

Le sfide da affrontare per Ennio sono molteplici:

  • dirige un team di poche persone che deve direttamente o indirettamente garantire la correttezza di decine di migliaia di partite che si giocano ogni anno in 211 paesi
  • le differenze culturali: ogni paese ha un approccio diverso rispetto al fenomeno degli illeciti sportivi; in alcuni casi c’è un’elevata sensibilità, in altri la manipolazione delle partite è tollerata e non considerata una criticità;
  • la presenza di organizzazioni criminali che intendono lucrare sullo sport, con la possibilità di ottenere enormi guadagni.

La strategia che è stata delineata per vincere questa sfida fa leva su sinergie, formazione e innovazione, mentre la sua realizzazione è basata sui seguenti sei pilastri, che Ennio ci ha illustrato con grande chiarezza: 

  1. Network internazionale: costruzione di una figura di Integrity Officer in ciascuna delle 211 federazioni della FIFA e collaborazione con organizzazioni internazionali per assicurare un approccio globale e a 360 gradi contro la manipolazione delle partite; ad esempio, insieme all’UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), la FIFA ha sviluppato il Global Integrity Programme, che punta sulla formazione diffusa in tutte le federazioni, attraverso la condivisione di competenze e risorse avanzate con gli Integrity Officer locali.
  2. Supporto alle Federazioni: sempre in termini di sviluppo delle competenze e condivisione di conoscenze, il Dipartimento di Integrity stimola e aiuta concretamente – ad esempio attraverso la partecipazione a seminari o la distribuzione di materiale informativo – le iniziative locali per far sì che le singole federazioni siano in grado di combattere in autonomia il fenomeno del match fixing nelle competizioni nazionali; il principio è che ogni federazione ha la responsabilità di implementare a livello nazionale gli obiettivi statutari della FIFA, inclusi quelli legati all’integrità.
  3. Protezione delle competizioni, attraverso un’ampia gamma di misure preventive rispetto alle grandi competizioni, quali ad esempio workshop sull’integrità dedicati alle squadre e agli arbitri, o la costituzione di task force in occasione di specifiche competizioni (come accaduto per i Campionati Mondiali di Calcio Femminile del 2019 in Francia). 
  4. Monitoraggio dei mercati delle scommesse: è l’utilizzo dei big data in ambito sportivo; grazie a un accordo con una società specializzata nel monitoraggio dei mercati sportivi e delle relative frodi (Sportradar), vengono rilevate le anomalie nel mondo delle scommesse, in modo da poter avviare verifiche e indagini tempestive su partite sospette collegate a tali anomalie. Ad esempio, particolari comportamenti degli scommettitori relativamente a una partita possono rappresentare dei primi indizi sul fatto che alcune persone ne conoscano a priori il risultato.
  5. Piattaforme di denuncia: tutte le persone vincolate dai regolamenti FIFA hanno l’obbligo di segnalare potenziali manipolazioni delle partite o altre irregolarità; a tal fine sono stati sviluppati meccanismi di segnalazione sicuri, anonimi e affidabili, attraverso piattaforme digitali che prevedono l’utilizzo di strumenti accessibili a tutti come semplici interfacce web, le App mobili o anche la tradizionale email. 
  6. Indagini: Ovviamente, per quanto possano essere sofisticati i meccanismi di controllo e prevenzione descritti, nessun sistema può essere efficace al 100%. E quindi, laddove le regole di integrità sono infrante, partono le indagini in collaborazione con forze di polizia, società di monitoraggio delle scommesse e altri stakeholders, che portano a relative sanzioni che, come abbiamo detto, possono arrivare fino alla squalifica a vita.

Nel rispondere alle tante domande, Ennio ha sottolineato la cura particolare dedicata al settore giovanile attraverso programmi di formazione e informazione ad hoc: i giovani calciatori sono infatti meno esperti, più vulnerabili ed esposti al rischio di essere approcciati da individui senza scrupoli.
Il calcio non è evidentemente l’unico ambito nel quale si verifica la necessità di combattere episodi di match fixing. Tra gli sport dove si conta il maggior numero di casi a livello mondiale troviamo anche il tennis, il basket e il cricket.
Il confronto si è anche spostato sulla componente umana: cosa spinge un calciatore, un allenatore o un dirigente d’azienda a farsi coinvolgere nella manipolazione di un match? In alcuni casi – e soprattutto in alcune zone del mondo – siamo di fronte a bisogni economici (con la possibilità di guadagnare in poco tempo cifre paragonabili a un’intera carriera sportiva), ricatti o minacce di organizzazioni criminali; entrambi gli aspetti sono spesso legati a contesti socio-culturali poco sensibili al valore dell’integrità. Gli episodi di corruzione che coinvolgono sportivi noti e ben pagati sono invece più rari e per lo più riconducibili ad avidità, desiderio di trasgressione o “brivido del rischio”.
E, ovviamente, è emerso anche il punto vista di noi rotariani, che consideriamo l’integrità come uno dei valori fondamentali e ci ispiriamo alla nostra Code of Policies (ad es.: Act with integrity and high ethical standards in my personal and professional life): per noi anche una “semplice” simulazione fatta per ingannare l’arbitro rappresenta un comportamento antisportivo e di fatto equiparabile – in termini di natura se non come livello di gravità – al match fixing.

Marco Pennarola
Socio RC Milano Linate