Concerto per la Pace

I tre Distretti lombardi hanno deciso di festeggiare il 118° compleanno del Rotary collaborando nell’organizzazione di un concerto per archi presso l’Abbazia di Morimondo. In questa splendida cornice benedettina carica di storia, i musicisti hanno offerto melodie, spiegazioni e introduzioni per circa un’ora e mezza. Se la parte finale del concerto si è sviluppata intorno al tema del tango e ai suoi risvolti sociali e politici, la prima parte è stata densa di significati sul tema della Pace. Un tema purtroppo nuovamente attuale con la crisi proveniente da est. Dopo i nostri tradizionali inni suonati dai concertisti abbiamo avuto l’onore di ascoltare la voce di uno strumento unico in Europa e rarissimo nel mondo. Il ”Violino della Shoah” è uno strumento realizzato da Collin-Mezin. Venne donato a Eva Maria Levy dal padre probabilmente nel 1937. Lo strumento di per sé non ha particolari caratteristiche da renderlo diverso dagli altri realizzati dal maestro liutaio, ma dal momento in cui arriva in mano a Eva acquisisce valori e significati tali da renderlo uno strumento unico, o quasi, nel suo genere. A seguito dell’emanazione delle leggi razziali, nel 1938 la famiglia Levy tentò la fuga dall’Italia, scappando da Torino per cercare rifugio in Svizzera. Durante una sosta a Tradate (VA) vennero denunciati, arrestati e deportati. Si salvò solo il padre, che solo per un fortuito caso non venne trovato dalle milizie. Arrivata ad Auschwitz con il suo violino, Eva Maria venne inizialmente destinata all’orchestra del campo, mentre la madre subito uccisa. Il fratello Enzo fu presto spostato in un campo di lavoro per produrre gomma sintetica. Mentre è al campo, Eva riceve dal fratello un biglietto vergato a mano libera. Un rigo musicale bifronte, con il numero di matricola di Enzo e la scritta in tedesco “Der Musik macht frei”, che tradotto “la musica rende liberi”. Eva nasconde il biglietto all’interno della cassa del violino dove resterà per sempre. Il violino in un nefasto giorno si ruppe, o venne rotto da qualcuno che aveva progetti particolari per Eva che, senza lo strumento ora non ha più un futuro sicuro al campo. È una giovane e bella ragazza e per questo viene immediatamente costretta a trasferirsi nel bordello del campo per soddisfare i militari nazisti. Eva decide di suicidarsi.

Dopo la liberazione del campo di concentramento da parte delle truppe sovietiche nel gennaio del 1945, il violino viene ritrovato nei depositi nazisti e consegnato a Enzo. Lo porta a Torino e lo affida a un liutaio per riparare il danno costato la vita a Eva Maria, ma non tornerà mai a riprenderlo, morirà suicida poco dopo. Il violino è così dimenticato in un magazzino. Carlo Alberto Carutti, collezionista di strumenti musicali d’epoca, trova il violino presso un antiquario di Torino nel 2014 e compreso che si tratta di uno strumento di Collin-Mezin lo acquista per la sua collezione privata. Si tratta del lavoro di un famoso restauratore di inizio secolo scorso, capace di sistemare gli strumenti di valore come Stradivari e Amati; quindi per Carutti questo violino è interessante. Mentre se ne prende cura, nel pulirlo e sistemarlo trova nella cassa acustica il biglietto nascosto di Enzo dalla sorella Eva. Si incuriosisce alla possibile storia che potrebbe esserci dietro e decide di volerne sapere di più. Arriva alle verità tragiche che fanno di questo strumento un rappresentativo e significativo pezzo di storia. Ricostruite le vicende della famiglia Levy e restaurato perfettamente lo strumento prima di morire lo affida ad Alessandra Sonia Romano, la nostra artista odierna, che da allora lo usa per mantenere viva la memoria delle atrocità di quel periodo oscuro e per promuovere sentimenti di pace che oggi, più che mai, devono essere riportati alla luce, ascoltati e promossi a ogni occasione. Il Violino della Shoah oggi ci ha fatto sentire ancora una volta la sua voce in tre assoli, unici, intensi e ricchi di significato. Il programma musicale non si è fermato qui, a seguire c’è stata l’esibizione del quintetto BAMAS che ha allietato la serata con vari pezzi di tango e musiche argentine. Prima di alcuni pezzi, gli artisti ci raccontano la storia di questo genere musicale, con la sua carica sensuale che lo ha portato a essere anche la musica di anticamera delle case chiuse. Contrastato dai ceti medi e altolocati è un genere musicale osteggiato anche dalle comunità religiose e politiche europee che lo vietarono espressamente.

Caratteristica del nostro quintetto è lo strumento Bandoneon, inventato dal musicista tedesco Heinrich Band. Lo strumento nasce come sostituto dell’organetto per le processioni religiose o per i canti nelle chiese di montagna. Venne importato in argentina degli emigranti tedeschi. Il suo suono particolare ha velocemente rapito gli argentini che l’hanno inserito facilmente nella loro musica locale, diventando la base di molte musiche tango. Lo strumento è suonato in piedi, appoggiato al ginocchio della gamba del musicista che la tiene sollevata appoggiando il piede a uno sgabello. Il Concerto della Pace 2023 del Rotary verrà ricordato per le interessanti nozioni, per il significato e la spettacolarità delle musiche suonate in un contesto unico, come l’Abbazia di Morimondo, luogo che meriterebbe una visita a parte, tutta sua, perché la sua storia…

Andrea Brianza