RC Sacile Centenario
Jacopo Robusti, detto Tintoretto, ha legato il suo nome alla Scuola di San Rocco a Venezia, dove lavorò per più di vent’anni (dal 1564 al 1588 circa), pur essendo pittore già affermato e con numerosi capolavori già realizzati. È stato il Guardian Grando della Scuola di San Rocco, Franco Posocco, già past Governor del Distretto Rotary 2060 (2002-2003) a parlarne, in occasione di un incontro dedicato al Tintoretto, organizzato dal Club Rotary Sacile Centenario.
Posocco, presentato dal Presidente del Club Gianni Della Libera, ne ha fatto un ritratto artistico preciso, chiarendo che il Tintoretto ha rappresentato un passaggio importante della pittura del Cinquecento, influenzata a Venezia dall’arte del Tiziano, di cui è stato per un breve periodo anche allievo di bottega. Posocco ha narrato l’opera del Tintoretto passando in rassegna alcune sue opere fondamentali, molte delle quali realizzate proprio per la Scuola di San Rocco, che ancor oggi le conserva e le preserva con cura e sono oggetto di grande attenzione e valorizzazione proprio per i 500 anni della nascita del grande artista.
Posocco ha precisato due grandi particolarità del Tintoretto: l’uso della luce che nasce dentro il quadro, nel dipinto, e illumina i soggetti e chi le osserva; un’originalità della pittura introdotta dal Tintoretto, che esalta con luce propria le immagini rappresentate nei suoi quadri. Poi, ha proseguito Posocco, la sua caratteristica rappresentativa principale, ovvero la rappresentazione nei suoi dipinti delle miserie dell’umanità, degli ammalati, degli ultimi, frutto del momento drammatico della storia dell’Italia di quel periodo. Un contesto storico di lotte e guerre. Queste tribolazioni sono magistralmente rappresentate da un quadro fondamentale del Tintoretto, “Il Miracolo dello Schiavo”, che lo ha reso famoso. Si tratta di un’opera di grandi dimensioni, ha precisato Posocco, la cui luce sorge dall’opera stessa, contrassegnata da grandi chiaroscuri con pennellate che passano da tocchi densi a quelli rapidi e vaghi, che definiscono i dettagli dello sfondo enfatizzando la teatralità dell’episodio. Anche il Tintoretto fu influenzato dall’opera michelangiolesca, ma nell’insieme la sua è stata un’opera artistica di unione indissolubile tra il messaggio religioso controriformista e l’arte pittorica. Posocco ha terminato il suo racconto illustrando alcune opere conservate alla Scuola di San Rocco. Ve ne sono ben settanta, che rappresentano una straordinaria collezione pittorica del Tintoretto.
L’insieme di questi capolavori, secondo alcuni critici, proprio per la loro unitarietà, è per Venezia quello che per Roma è la Cappella Sistina. Al termine della serata il Presidente del Club, Gianni Della Libera, ha ringraziato Franco Posocco per l’interessante relazione, che ha richiamato l’importanza di questo grande artista del Cinquecento nella storia dell’arte italiana.