RC San Vito al Tagliamento
Il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Luca Poniz, di origini sanvitesi è intervenuto a San Vito al Tagliamento nell’aula consiliare ad un convegno organizzato dal Rotary Club per parlare del confine tra il processo giudiziario e il processo mediatico. Con lui erano presenti, e sono intervenuti, il Presidente del Club Rotary, Maurizio Valente, il Sindaco Antonio Di Bisceglie, il Presidente dell’Ordine degli avvocati di Pordenone, Alberto Rumiel, e la giornalista del Messaggero Veneto Luana de Francisco che ha introdotto l’argomento. Il processo mediatico è parte della società di oggi, ha affermato Poniz, ed è figlio di tanti elementi e di molteplici storture. «Ritengo necessario – ha detto il Magistrato – fare un distinguo tra buona e cattiva informazione: spesso da parte di alcuni giornalisti ci sono improvvisazioni imbarazzanti, vi è una deriva figlia della ricerca univoca della spettacolarizzazione». Il Presidente dell’ANM ha affermato che il processo mediatico molte volte indica come colpevole l’imputato e lo fa sulla scorta di una ricostruzione giornalistica e quindi narrativa. Lo fa isolando frammenti di una vicenda, non fornendo una visione globale. In un contesto simile, se l’imputato viene assolto per molti è facile gridare allo scandalo. Non si tiene conto che la sentenza ha una sua logica, segue un percorso. Cosa che non fa il processo mediatico, che risponde ad altre esigenze: quella dell’urgenza e non ultime quelle commerciali. Nell’evidenziare le differenze tra il processo giudiziario e quello mediatico, Poniz ha fatto riferimento alle regole che i giornalisti sarebbero tenuti a rispettare, leggendo alcune di quelle fondamentali. «Se tutti i giornalisti che si occupano di giudiziaria le osservassero, non ci sarebbe bisogno d’incontri come questo». Non servirebbe cercare di spiegare la natura del processo mediatico. La fuoriuscita delle notizie è questione determinante. «Può avvenire in molti modi – ha evidenziato il magistrato – nonostante si tratti di un reato».