Fellowship Rotariani Alpini
Il contributo degli Alpini per la comunità nell’ultimo anno di pandemia
La nostra Fellowship Rotariani Alpini accomuna i rotariani che hanno vissuto un’esperienza importante, quella di aver prestato attività di servizio per lo Stato nelle Truppe da montagna, in un ambiente particolare, come quello delle Alpi che, geograficamente, nei secoli, ha sempre diviso le popolazioni e che invece oggi è diventato una testimonianza di pacifica convivenza.
L’ambiente alpino, infatti, ha sviluppato nel tempo un forte senso di identità che, nei nostri incontri, è rappresentato da un simbolo a noi molto caro, il cappello alpino, che in passato identificava solo l’appartenenza a un corpo militare, mentre oggi è diventato un simbolo di pace, di sostegno e di servizio alle comunità.
Gli obiettivi della nostra Fellowship, come recita lo statuto, sono di:
- mantenere i contatti con le Associazioni che riuniscono chi ha operato nelle Truppe da montagna, in Italia rappresentate dall’ A.N.A. (Associazione Nazionale Alpini);
- essere vicino ai nostri alpini in servizio spesso impegnati in azioni umanitarie nelle aree di crisi;
- organizzare raduni periodici per ritrovarsi tra amici e con le famiglie e cementare quello spirito di corpo che ci accomuna sia come rotariani sia come Alpini;
- mantenere attivi e incrementare i collegamenti con le organizzazioni similari esistenti in altri Paesi per internazionalizzare la nostra Fellowship.
I valori che ci uniscono sono:
- amicizia e rispetto, per conoscersi meglio e valorizzare le differenze;
- ricordo e onore, senza distinzione di nazionalità, verso tutti coloro che, grazie al loro sacrificio, hanno consentito di vivere finalmente in una Europa senza confini;
- pace, attraverso la condivisione di passioni, interessi e tradizioni comuni con gli amici di oltralpe finalmente uniti dalle montagne attorno alle quali viviamo;
- salvaguardia delle montagne, delle nostre «Alpi» in perfetta sintonia con la settima area del Rotary, quella del «sostegno ambientale».
In linea con la volontà di mantenere forti contatti con l’Associazione Nazionale Alpini, lo scorso 29 marzo, in una affollata video call, abbiamo incontrato il Presidente ANA Sebastiano Favero per conoscere meglio quanto gli Alpini hanno fatto per le nostre comunità nell’ultimo anno pandemico.
Lasciamo alle sue parole, dette con orgoglio e commozione, la descrizione di quanto realizzato:
«Abbiamo messo in campo, con un’efficacia che ci ha consegnato all’ammirata attenzione generale, quasi 13.000 volontari che hanno lavorato per oltre 1.300.000 ore e le cui donazioni hanno superato i quattro milioni e mezzo di euro.
Abbiamo realizzato, in una sola settimana, all’interno dell’area della Fiera di Bergamo, un secondo ospedale servendoci delle strutture e dell’organizzazione del nostro ospedale da campo.
Non è stato solo un esempio di capacità: ha confermato ancora una volta, infatti, quale sia il patrimonio di credibilità che si è costruito sotto il nostro cappello alpino.
Tutti, artigiani, imprenditori, commercianti e volontari della più diversa estrazione sono accorsi al richiamo degli Alpini. E che dire dei tanti ospedali dismessi rimessi nel giro di pochi giorni in grado di operare nuovamente: cinque soltanto in Veneto (tre strutture nel veronese, una nel padovano ed una nel trevigiano).
Tutto questo aggiunge un’altra medaglia alla penna nera: una medaglia fatta di generosità, di capacità di essere un tutt’uno sotto l’ombrello della nostra Associazione, che dal comune servizio militare trae una forza che non si è affievolita, ma che, ci auguriamo, possa trovare nuova linfa nella istituzione di un nuovo servizio obbligatorio a favore del Paese».
Antonio Abate
Presidente Fellowship Rotariani Alpini
Nicola Longo
Responsabile Comunicazione Fellowship Rotariani Alpini