All’inizio del 1971 mi ero appena trasferito per lavoro da Udine a Milano. Da alcuni anni ero socio del Rotary Club di Udine, anzi, ero appena stato eletto Presidente per l’anno 1972-1973 e mi era costato molto lasciare il Club e tanti amici. Ne parlavo con uno uno storico rotariano di Milano, Franco Brambilla, già Presidente del Rotary Milano e amministratore delegato della Pirelli, dove lavoravo. Mi rispose subito che non c’erano problemi: vista la mia esperienza, mi invitava a far parte del nuovo Club milanese che proprio in quei mesi stava organizzando con Italo Martina un club più giovane e creativo, meno legato ai tradizionali vincoli, più libero di innovare. Il sesto Club di Milano: si sarebbe chiamato Milano Sud Ovest, dopo gli storici Milano, Milano Sud, Milano Ovest, Milano Nord e Milano Est.
I lavori erano già in corso, e così pochi giorni dopo partecipavo già alle riunioni preparatorie. E lì, tra i ventidue professionisti, medici, docenti universitari, avvocati e manager che erano stati scelti per la nuova avventura rotariana, ho incontrato per la prima volta Carlo Ravizza. Molte cose ci hanno subito legato: ingegnere come me, laureato al Politecnico come me e, soprattutto, uomo concreto, pratico, con chiare capacità organizzative. Milanese concreto, dicevo, e al tempo stesso svizzero (tale era la sua cittadinanza) preciso, rigoroso. Da subito dotato di una fiducia incrollabile negli ideali che il Rotary promuoveva a livello mondiale e che lui aveva subito sposato in toto.
Siamo entrati nel primo Consiglio, lui come Tesoriere e io come Responsabile dei Programmi. E subito Carlo si è trovato ad affrontare, come tutti noi, ma, dato il suo incarico, più di tutti noi, una situazione veramente critica. Il nostro primo Presidente, Pierluigi Caccia Dominioni di Sillavengo, venne improvvisamente a mancare e il suo sostituto, l’ingegner Enrico Bertinelli, era molto impegnato per il suo lavoro in lunghi viaggi all’estero. Così Carlo cominciò a caricarsi sulle spalle, con la attiva collaborazione del futuro Governatore Arrigo Beltrame, la vita del Club, i problemi, le relazioni dentro e fuori del Rotary. Si dimostrò così capace, anzi, insostituibile, che venne eletto Presidente per due anni consecutivi.
In tutti gli ambienti di lavoro c’è sempre qualcuno che viene amabilmente preso in giro perché studia da direttore: Carlo Ravizza era uno di quelli e si è dimostrato subito della genia vincente, nel suo lavoro professionale (un apprezzato studio di progettazione) come nella vita rotariana. Insomma, si può dire che fin da allora ha cominciato a studiare da Governatore, che è poi quanto è successo nel 1977-1978; e addirittura da Presidente Mondiale, quale sarebbe poi realmente diventato nel 1999-2000.
A questo proposito non posso dimenticare che, pochi anni prima della sua elezione ai vertici del Rotary, la sua candidatura a Presidente Mondiale era già stata posta e l’elezione sembrava sicura. Ma poi non era passata alla votazione finale. Una delusione acerba per chi da anni stava dando tanto a livello nazionale e internazionale. Ebbene, la sera della grande sconfitta, Carlo scelse di passarla nel suo Club, a parlare con gli amici, a confidarsi più che a farsi consolare. Era il suo modo di partecipare alla vita del Rotary, e lo ha sempre fatto, parlando apertamente dei problemi, rotariani certo, ma anche familiari e lavorativi. Perché il Club era il suo gruppo di amici, e per lui non c’era niente al disopra di una amicizia vera e profonda: «a voi, amici, non posso nascondere niente», esordiva spesso.
Quella sera di amarezza un socio gli chiese se l’elezione sfuggita così imprevedibilmente non potesse successivamente tornare d’attualità. Carlo rispose che era impossibile, gli equilibri internazionali, la politica stessa del Rotary International non era fatta per elaborare compromessi, risarcimenti, ma lui non si sarebbe comunque tirato indietro, le sue battaglie per il rinnovamento e la sburocratizzazione dell’Associazione avrebbero continuato a portarle avanti, anche da rotariano semplice. E le ha continuate tanto bene che alcuni anni dopo, contrariamente alle sue pessimistiche previsioni, è stato eletto Presidente Mondiale, e successivamente Chairman della Rotary Foundation!
Il Passaggio di Consegne avvenne alla Convention di Singapore. Io e mia moglie Chicca, con il Presidente di quell’anno Andrea Lenotti e sua moglie Paola accompagnammo Carlo e sua moglie Rossana al grande appuntamento. Anche Rossana meritava quel riconoscimento, per il costante e generoso sostegno all’impegno rotariano di Carlo.
Nel corso di quella Assemblea Internazionale, Carlo fece un significativo omaggio al nostro Club: chiamò Lenotti accanto a se e lo presentò con semplici parole: «ecco l’unico rotariano che può darmi ordini, il Presidente del mio Club». Tutti risero, ma Carlo credeva realmente in quello che diceva con un sorriso sulle labbra. E lo dimostrò due anni dopo, quando, finita la serie di prestigiosi incarichi istituzionali, rientrò nel Club ponendo una sola condizione: «aldilà dei protocolli per le manifestazioni ufficiali, io qui sono un rotariano come tutti gli altri, non siederò al tavolo della presidenza se non quando necessario e starò normalmente con i miei amici, cioè con tutti i soci del Club vecchi e nuovi».
Grande viaggiatore del mondo in nome e in rappresentanza del Rotary (con tutti i chilometri percorsi, diceva, avrebbe potuto andare dalla terra alla luna), Carlo ha conosciuto le più importanti personalità mondiali, il Papa, il Segretario Generale dell’ONU, presidenti, sovrani, capi di governo; sempre affiancato da Rossana si è spinto nei più lontani Paesi, in piccoli villaggi dell’India o dell’Africa a seguire personalmente le vaccinazioni della sua grande missione, la PolioPlus. E quando ritornava al Club ci aggiornava sulle vicende di tutto il mondo, rotariane e non, come un bravo ambasciatore fa con il suo Governo. Adesso Carlo è partito per un nuovo viaggio. E noi lo ricorderemo sempre.
Ludovico Grandi
Past President RC Milano Sud Ovest
(Con la collaborazione di Gianni Rizzoni Past President RC Milano Sud Ovest)