Il Rotary e la Pace per un mondo senza conflitti

Esattamente 130 anni, fa la signora Bertha Kinsky von Chinic und Tettau, contessa proveniente da un’antica famiglia austriaca di militari, pubblicò con grande successo internazionale il romanzo-manifesto “Abbasso le armi!”.

Bertha, divenuta nel frattempo consorte del Barone von Suttner, era diventata un’esponente di spicco del movimento per la pace. Tre anni dopo la pubblicazione del fortunato volume, Bertha si fece promotrice del Congresso di Pace a Berna e poté vantare, tra i suoi aderenti, anche l’imprenditore che anni prima aveva brevettato il detonatore e la cordite, e aveva incrementato potenza e precisione degli ordigni esplosivi.

In privato, l’ospite comunicò tuttavia all’entusiasta organizzatrice di non condividere affatto la strategia che lei aveva adottato, in quanto “le buone intenzioni da sole” non avevano mai assicurato la pace né tantomeno lo avrebbero fatto “i grandi banchetti e i lunghi discorsi”.

Tre anni dopo, il 27 novembre 1895, quel chimico e imprenditore redasse il suo testamento scrivendo, tra l’altro: “(…) Tutto il resto di ciò che possiedo dovrà essere impiegato come segue. (…) L’ammontare degli interessi dovrà essere diviso in cinque parti uguali (…) Una parte dovrà essere assegnata alla persona che ha più, e meglio, operato per la fratellanza delle nazioni e per l’abolizione o la riduzione degli eserciti permanenti, così come per l’organizzazione e la diffusione di congressi per la pace (…)”. Il signor Alfred Bernhard Nobel morì nella dolce Sanremo l’anno successivo la redazione del suo testamento: era nato sessantatré anni prima nell’algida Stoccolma.

La Rotary Foundation, da sempre concentrata sul tema della pace, ha fra i suoi più recenti partner l’Institute for Economics and Peace. L’Istituto pubblica tutti gli anni un report globale sullo stato della pace e dei conflitti nel mondo. Il Global Peace Index 2018 indica che il livello medio di pace globale è diminuito per il quarto anno consecutivo. L’Istituto di ricerca prevede che nel 2030 più del 62% dei poveri vivrà in zone di conflitto. Esistono al mondo intere zone dove i soccorsi umanitari non hanno neppure accesso, e ciò crea una sorta di circolo vizioso: niente scuola, malnutrizione, malattie e quindi violenza che origina altra malnutrizione, altre sofferenze e impedisce l’accesso alla scolarizzazione. Stiamo parlando, una volta di più, delle nostre sei aree d’intervento, le sei aree di intervento della nostra Fondazione accomunate da un unico obiettivo: fare del bene nel mondo.

La Fondazione Rotary investe sulla pace secondo i migliori auspici di Alfred Nobel, e il nostro Distretto ha colto fra i primissimi tale ingaggio e tale opportunità. Il nostro Distretto nel 2015 ha infatti costituito un Fondo speciale, nel perimetro del Fondo di Dotazione, per sostenere questa eccellente opportunità; ogni rotariano del nostro Distretto può ora contribuire a sostenere personalmente questo importante e qualificante programma della Fondazione Rotary; il Seminario Rotary Foundation di quest’anno rappresenta un’ulteriore testimonianza di questo percorso.

Attraverso la formazione accademica, il tirocinio e le opportunità di networking globale, i Centri della pace del Rotary sviluppano leader che diventano catalizzatori della pace e della prevenzione e risoluzione dei conflitti; dopo appena un decennio dalla loro istituzione, i centri della pace del Rotary hanno fornito la formazione a oltre 1000 borsisti impegnati a prevenire le guerre, risolvere i conflitti, lavorare alla ricostruzione di comunità e individui, sconfiggendo anche quell’irriducibile guerriero che il Nobel per la Pace 1997, l’attivista Jody Williams, descrisse così puntualmente: “La mina antiuomo non riconosce la pace una volta che questa viene dichiarata. La mina antiuomo è sempre pronta a mietere vittime”.

I centri della pace, con cui il Rotary ha stabilito una solida collaborazione, rappresentano il meglio a livello globale: la Duke University of North Carolina at Chapel Hill, i cui borsisti possono conseguire un master in politica di sviluppo internazionale o un certificato in pace internazionale e risoluzione dei conflitti; l’University of Bradford, il cui Department of Peace Studies è il più grande del mondo; l’University of Queensland a Brisbane, in Australia, che rilascia un master in studi internazionali e sulla pace e conflitti presso il Graduate Centre of Governance and International Affairs; l’Università di Uppsala in Svezia, famosa a livello internazionale anche perché offre a titolo gratuito l’accesso a tutti i dati raccolti relativi ai conflitti; la Chulangkorn University di Bangkok, il cui certificato di sviluppo professionale viene assegnato a professionisti esperti che completano il programma intensivo di tre mesi relativo a pace, prevenzione e risoluzione dei conflitti; l’International Christian University di Tokyo, dove si perfezionerà il dottor Catino, in particolare presso il Department of Public Policy and Social Research.

Poche ore fa, prima di scrivere questo pezzo, ho conversato con il dottor Catino impegnato nel suo master presso la Christan University di Tokyo; il suo percorso prosegue bene, sta organizzando il suo stage estivo e proprio nel corso del mese di febbraio si recherà a Hiroshima, la città di origine feudale divenuta, il 6 agosto 1945 alle 8.16 ora locale, una delle numerose testimonianze della tragedia umana.
In occasione della riunione di San Diego del 12-14 gennaio 2018, il Consiglio di Amministrazione della Rotary Foundation ha convenuto di istituire entro il 2030 fino a quattro nuovi centri della Pace del Rotary: in Asia, Medio Oriente e Nord Africa, Africa subsahariana e America Latina; il Consiglio ha così riaffermato l’importanza di tale programma, e ricordato a noi rotariani il nostro vero obiettivo; ora i nostri club sono chiamati a dare seguito alla gratificante esperienza del dottor Catino, segnalando candidati a fronte di un interesse sempre crescente verso questa importante opportunità.