Tutti noi sappiamo che i materiali plastici, oltre a rappresentare uno dei prodotti che più hanno contribuito a migliorare un’infinità di aspetti della nostra vita, costituiscono un problema per l’ambiente e la salute.
Una delle caratteristiche che hanno permesso l’uso della plastica in tutti settori della vita umana e alla sua diffusione su scala planetaria, e cioè la durabilità, purtroppo fa sì che, una volta diventata rifiuto, la plastica si mantenga per lungo tempo (anche decenni) nell’ambiente, inalterata o quasi.
Oltre ad inquinare i suoli e le acque e contribuire al degrado del paesaggio, ciò provoca danni diretti e indiretti alle specie viventi.
Accanto alla plastica che tutti abbiamo avuto modo di vedere in mare, sulle sponde dei fiumi, dispersa sul terreno o portata dal vento, e di cui a volte ne riconosciamo addirittura l’origine (un sacchetto della spazzatura, un contenitore di un detersivo, l’imballaggio di un elettrodomestico, l’incarto di un alimento), esiste però una tipologia di prodotti plastici che è molto meno visibile, e a volte quasi invisibile, che risulta però altrettanto, se non più dannosa, all’ambiente e alla salute.
Si tratta delle cosiddette “microplastiche”.
Con il termine microplastiche inizialmente si intendevano, in maniera abbastanza indistinta, tutti quei materiali plastici ridotti in frammenti aventi dimensioni inferiori a 1 mm.
Oggi, visto il diverso impatto che le differenti classi dimensionali di microplastiche hanno sull’ambiente e la salute, si tende a distinguere maggiormente tra le particelle più grosse e quelle di più ridotte dimensioni (dell’ordine dei nanometri, per le quali la definizione più corretta sarebbe quella di “nanoplastiche”), ma per comodità si continua a parlare genericamente di microplastiche.
Sulle microplastiche sono in corso da anni degli studi che hanno come scopo di determinarne l’origine, le modalità di dispersione nell’ambiente e il destino.
Da quanto emerso finora risulta che le maggiori fonti di microplastiche sono i tessuti sintetici, che attraverso i lavaggi a cui sono sottoposti, rilasciano micro-frammenti che direttamente o indirettamente finiscono nei fiumi, nei laghi e in mare (gli impianti di depurazione delle acque non riescono a trattenere che in minima parte le microplastiche).
E le quantità in gioco sono elevate. Solo nel Mare Artico, dove le dinamiche delle correnti oceaniche portano alla confluenza di grandi masse d’acqua provenienti da latitudini più meridionali, uno studio canadese del 2020, basato su campagne di rilievi, ha stimato che un singolo impianto di trattamento delle acque può rilasciare qualcosa come 21 miliardi di frammenti di microfibre ogni anno, e che il numero di microframmenti provenienti ogni anno dai lavaggi domestici di USA e Canada è pari a 3,5 x 1015, per circa 878 tonnellate.
Le microplastiche si disperdono anche in atmosfera, come hanno recentemente accertato alcuni studi scientifici, che si basano sul presupposto che le ridotte dimensioni dei frammenti microplastici li rendono facilmente trasportabili dal vento e dalle correnti aeree.
Accanto agli studi sulla origine e distribuzione delle microplastiche sono in corso ricerche per valutarne la tossicità e pervasività, ed al momento (e non è certo una buona notizia) risulta che frammenti di microplastiche sono stati rinvenuti nell’apparato respiratorio, nella placenta e addirittura a livello cellulare, con danni la cui gravità non è ancora nota, ma che gli studi concordano esserci.
Tra gli Istituti di Ricerca che si occupano di microplastiche vi è l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (IMN), che in partnership con altri Soggetti ha condotto e sta conducendo una serie di studi sulla presenza di microplastiche nelle acque superficiali e di falda, il tutto nell’ambito del Progetto IIPH (Italian Institute for Planetary Health), che l’IMN ha avviato insieme all’Università Cattolica di Milano.
A seguito di una serie di contatti avvenuti tra il nostro Distretto e l’Istituto Mario Negri, ha preso il via in queste settimane un Progetto Distrettuale, il cui obiettivo è di contribuire a migliorare le conoscenze e l’informazione sulle microplastiche e il loro impatto sull’ambiente e la salute.
Il progetto, su cui al momento operano alcuni rotariani e due ricercatori dell’IMN, ma che presto vorrebbe coinvolgere i Club del Distretto 2042, prevede:
– una campagna di raccolta di campioni di acque dai laghi e, in misura minore, dai corsi d’acqua presenti nel territorio Distrettuale, che verranno poi inviati all’Istituto Mario Negri per delle analisi;
– una campagna informativa sulle microplastiche che avrà come destinatari da una parte le scuole e dall’altro quei soggetti privati e pubblici che possono contribuire allo sviluppo delle conoscenze sul problema e a individuare soluzioni tecniche o di gestione che riducano la dispersione e la presenza delle microplastiche nell’ambiente.
Per l’attività di raccolta dei campioni si stanno elaborando, sempre in collaborazione con l’IMN, dei protocolli per individuare i punti e definire le modalità di prelievo.
Tali protocolli dovranno essere di facile applicabilità, così da permettere ai Club del Distretto che aderiranno all’iniziativa di eseguirli con i propri soci, in alcuni casi coinvolgendo anche le scuole.
Per quanto riguarda le attività di informazione, oltre a informare circa il problema delle microplastiche, si vuole suggerire buone pratiche e comportamenti virtuosi che contribuiscano ad alleviare il problema. Per questo ci attiveremo per realizzare incontri nelle scuole, per parlare del problema nelle nostre riunioni, per organizzare eventi informativi destinati a tutti.
Nel contempo si vorrebbe avviare una serie di contatti con i costruttori di macchine e impianti per il lavaggio e la depurazione, e con i gestori degli impianti di trattamento delle acque e di quelli per il trattamento della plastica destinata al riciclo.
Ciò al fine di stimolare l’individuazione e/o l’implementazione di tutte quelle soluzioni tecnologiche che possono ridurre la generazione e la dispersione delle microplastiche.
Ulteriori dettagli e novità sul “Progetto Microplastica” verranno illustrate il 21 di questo mese, in occasione della Giornata Rotary per l’Ambiente, giornata che ricorre nel mese che il Rotary International dedica al tema dell’acqua.
Appuntamento quindi al 21 di marzo, in collegamento con l’Oasi LIPU di Cesano Maderno (MB), per parlare (anche) di microplastiche.
Marco G. La Viola