Circondato da un rigoglioso giardino e affacciato sul lago di Como, il Dosso Pisani (Villa Pisani Dossi o, più semplicemente, il Dosso) è stato fatto costruire tra il 1897 e il 1910 dal letterato e diplomatico Carlo Dossi, su modello dei dipinti del pittore simbolista tedesco Arnold Böcklin. Il progetto di Luigi Conconi e la realizzazione curata da Luigi Perrone si sono arricchiti della collaborazione di molti artisti dell’epoca, alcuni legati al Dossi da personale amicizia: Cesare Ravasco, autore del Monumento alle tre arti consolatrici della vita (letteratura, musica e arti figurative), Carlo Agazzi, affrescatore dei soffitti, Alessandro Mazzucotelli, artigiano del ferro battuto.
Si tratta di una struttura eclettica, con elementi di derivazione classica e moderni tocchi liberty, sia all’interno che all’esterno: complessivamente compatta, ma, adagiata com’è sulle pendici della collina di Cardina, impossibile da cogliere nella sua interezza, se non librandosi sul lago. Di qui, la necessità di esplorarla locale per locale, scorcio per scorcio.
Il volume inferiore, con la sala da ballo, la sala da pranzo, il portico degli amici e altri locali di rappresentanza, è adibito all’accoglienza degli ospiti, i piani superiori contengono gli appartamenti privati e sono sormontati da una caratteristica torretta panoramica. Al candore dell’esterno, dato dall’utilizzo dei marmi bianchi e dalla pietra delle cave di Moltrasio, si contrappone, all’interno, l’esplosione di colori dei marmi policromi, delle tappezzerie e degli affreschi, allegorici e floreali, caratteristici di ogni stanza: tra tutti, all’ingresso, il tema del cardo, una metafora della personalità del primo proprietario.
Ne risulta un complesso dalle forme e dai toni fiabeschi, in dialogo con la natura del paesaggio circostante ma anche con la produzione letteraria del Dossi, che vi ha infuso in ogni angolo il suo amore per le belle arti.
Carlo Alberto Pisani Dossi, letterato e diplomatico, ma anche archeologo, bibliofilo e collezionista, è stato protagonista della stagione della Scapigliatura lombarda. Nato a Zenevredo nel 1849, intraprende studi classici a Milano e poi giuridici a Pavia. Debutta presto la stampa, diciassettenne, e idea nel 1867 La Palestra letteraria, rivista della Scapigliatura lombarda. Al 1868 e al 1870 risalgono rispettivamente L’Altrieri, romanzo che custodisce la memoria dell’infanzia, e la Vita di Alberto Pisani, un’autobiografia dell’adolescenza, che rivelano già il meglio dell’equipaggiamento del Dossi letterato: l’espressivismo linguistico e stilistico alimentato dalla varietà di letture, interessi, frequentazioni e venato di un sottile humour di matrice scettica.
Dopo un primo tentativo di carriera diplomatica al Ministero degli Esteri a Roma, vanno in stampa i Ritratti umani, dal calamajo di un medico (1873), prose di satira sociale, e Il regno dei cieli (1873) e La colonia felice – Utopia (1874), due romanzi di etica edenica.
La ripresa della carriera politica lo vede prima funzionario della Direzione generale dei consolati e del commercio estero, poi capo della segreteria di Crispi e infine, diventato quest’ultimo Presidente del Consiglio, capo di gabinetto. Intanto escono La desinenza in A (1878), misogino pamphlet, le Goccie d’inchiostro (1880), florilegio di prose d’arte, i Ritratti umani – Campionario (1883), di nuovo satira sociale, e gli Amori (1887), rievocazione di figure di donne amate, oltre a una serie di ristampe de L’Altrieri, de La colonia felice e dei primi Ritratti umani. Qui si conclude l’esperienza del Dossi letterato, ma continua la prassi di annotare, in modo più o meno letterariamente elaborato, pensieri, idee, curiosità: un’abitudine – contratta in giovane età e mai dismessa – che dà vita a quasi 6000 note raccolte dal Dossi stesso e stampate postume come Note azzurre.
Prosegue invece l’esperienza politica, con numerosi incarichi e occupazioni, sino alla morte di Crispi nel 1901: tra le altre cose, Dossi si occupa di emigrazione, della nuova colonia Eritrea, di rapporti tra Stato e Chiesa, viene incaricato di riformare il Ministero degli Esteri, viene inviato come console generale e ministro plenipotenziario in Colombia e poi come ambasciatore ad Atene. Sposa intanto, nel 1892, Carlotta Borsani, che gli dà tre figli. Lasciata la politica, si ritira nella casa di Corbetta, che ristruttura e dota di un museo, e si occupa della costruzione della villa del Dosso a Cardina. Qui muore nel 1910, anno del termine dei lavori.
Per approfondire: http://www.adsi.it/wp-content/uploads/1989/12/Il-Dosso-Pisani-e-Carlo-Dossi.pdf
Specifiche tecniche
Quando: 19 maggio 2019.
Dove: Dosso Pisani (via Cardina 36, Cardina 22100 Como).
Cosa: festa di addio, con visita alla villa e buffet.
Organizzatori: Rotaract Magenta, Comm. Cultura e Comm. Internazionale.
Partecipanti: i giovani in scambio residenti in Lombardia. Previsione: circa 40 ragazzi, oltre ai responsabili RYE e agli organizzatori Rotaract.
Quota di partecipazione: ? euro.
Trasporti: da Como alla villa, a cura degli organizzatori (tramite navette).
Programma
16.00 Ritrovo a Como (luogo da stabilire) e trasporto al Dosso.
16.30 Saluti istituzionali e introduzione: chi è Carlo Dossi?
16.45 Tour della villa.
17.45 Passeggiata in giardino.
18.30 Aperitivo in terrazza (o in sala da pranzo, a seconda del clima) a cura dell’azienda agricola La
Forestina.
Trasporto al punto di ritrovo a Como.
Note
Il tour guidato sarà svolto in lingua inglese dagli organizzatori e dai pronipoti di Carlo Dossi.
I partecipanti saranno suddivisi in due gruppi, che si alterneranno nella visita alla villa e nella passeggiata in
giardino.
Ai partecipanti verrà distribuito un piccolo ricordo della giornata.