Il Governatore Manlio mi ha affidato il compito di illustrare le mie idee su uno dei valori fondamentali del Rotary, la Fellowship. Compito che ho accettato con piacere e che vorrei portare a termine con parole soprattutto semplici.
Prima di affrontare il problema vorrei tuttavia fare una breve premessa.
Il Rotary è attraversato da una grande ondata di cambiamento.
Negli ultimi anni la discussione si è sviluppata sulla necessità di un cambiamento invocato da molte parti per arginare una evidente sofferenza della struttura.
Si è manifestata nel tempo una incapacità di crescere e di rispondere a un lento, ma inesorabile, invecchiamento della nostra compagine.
Durante le riunioni del Board Internazionale a cui ho partecipato, il dibattito su questi punti è stato sempre molto vivace e ricco di spunti interessanti.
L’argomento è complesso e non si presta a soluzioni semplicistiche.
Da questi dibattiti sono emerse le due commissioni, Elevate Rotaract e Shaping Rotary’s Future, che stanno cercando di proporre quelle novità che si spera possano imprimere una svolta ai nostri Club e ai nostri Distretti.
Tutto è entrato in discussione, ogni livello, ogni pratica per quanto consolidata potesse essere.
Si sta agendo adesso sul livello Rotaract e sul livello Zona-Distretto, ma è sottinteso che in seguito anche il livello internazionale (Board-Presidenza) avrà bisogno di essere riformato, mentre più complesso e sicuramente più lontano nel tempo sarà un eventuale intervento sul livello dei Club.
Nel mandato che il Board ha dato alle due commissioni solo una cosa è sempre stata data come non passibile di cambiamenti: i nostri valori fondamentali, che quindi ancora una volta vengono definiti come non modificabili e non negoziabili. Ribadendo ancora una volta che questi valori sono solidamente alla base di ogni futura discussione sul Rotary.
Ancora un inciso prima di entrare sul tema.
Una delle prime riunioni di ogni anno del Board viene dedicata a un brain storming a tema libero. Ho avuto la fortuna di partecipare a 3 di queste riunioni, e in una di esse la discussione si è fermata a lungo proprio sui valori fondamentali. Una delle osservazioni più incisive è stata quella secondo la quale è difficile considerare i nostri valori come unità a se stanti, ognuno con un campo di azione definito e diverso dal campo di azione degli altri.
Si devono invece considerare come sfaccettature particolari di un unico grande valore che potremmo chiamare rotarianità.
Per dirlo in parole più semplici, è difficile, forse impossibile, parlare di Fellowship senza, allo stesso tempo, parlare anche di integrità o di diversità.
E veniamo finalmente al tema di queste brevi riflessioni.
Ci sono molti malintesi sulla Fellowship, che spesso è stata tradotta in italiano come amicizia. Sbagliato.
Fellowship è la capacità di lavorare insieme rispettando con eticità ogni differenza che possa esistere fra di noi. Differenza di opinione, ma anche di religione, sesso, etnia, età e ogni altra differenza si possa immaginare.
É la capacità quindi di servire una comunità con integrità rispettando le differenze e senza soffocare le doti di leadership dei nostri compagni di avventura. Ho già citato tutti i nostri valori fondamentali. A riprova che sono strettamente collegati fra di loro.
Attenzione: esercitare la Fellowship non significa essere tolleranti. Per agire nel Rotary non serve la tolleranza. É richiesto molto di più.
Quando tollero l’idea di qualcuno che lavora al mio fianco affermo che sono convinto di avere ragione ma, nella mia grande bontà d’animo, sono disposto a tollerare perfino le sue bislacche idee.
Esercitare la Fellowship significa, invece, rispettare profondamente le idee degli altri ed essere pronti a rispettare le idee e le scelte altrui, non a tollerarle.
Esercitare la Fellowship richiede di esercitare, contemporaneamente, integrità, leadership e rispetto della diversità.
E la tanto decantata amicizia rotariana? Si chiederà a questo punto qualcuno di voi.
Non è fra le nostre priorità. Lavorando fianco a fianco e imparando a conoscersi e a rispettarsi, è probabile che nasca e si rafforzi, prima o poi. Anzi è auspicabile, ma non è assolutamente necessaria e obbligatoria.
Posso affermare con orgoglio che nel Rotary ho conosciuto molte persone che ora annovero fra quelli che posso chiamare amici, alcuni sono anche fra i miei migliori amici. Ma conosco molti rotariani con i quali collaboro con grande piacere per le loro straordinarie doti di collaborazione e d’inventiva, ma con i quali non è mai nata quella che possiamo chiamare, in senso stretto, un’amicizia. Ma esiste, questo sì, un grande rispetto e una grande complicità rotariana.
Per concludere, non è facile tradurre Fellowship in italiano, non è facile dare una definizione breve e icastica.
Volendo provare, la definirei come il piacere di lavorare con qualcuno che è diverso da te e pensa in maniera diversa da te, ma che rispetti profondamente e sei sicuro di essere a tua volta profondamente rispettato.
Purtroppo per tutti noi è un valore difficile da applicare. Troppo spesso vengo a conoscenza di Club e di Distretti spaccati al loro interno da feroci lotte intestine fra gruppi di soci. É una banale mancanza di Fellowship.
Si è perso il piacere di stare insieme e di confrontare serenamente le diverse opinioni. Prevale la volontà di imporre le proprie idee (volontà di potenza?) e le proprie scelte senza il dovuto rispetto per chi lavora al mio fianco.
A volte si perde per strada persino la tolleranza. E le notizie di attriti o, peggio, di liti all’interno dei Club e dei Distretti promuovo un grande senso di tristezza.
Cosa differenzia l’amicizia dalla Fellowship?
L’amicizia si propone come relazione fra due persone, con una forte carica emotiva e una promessa di fedeltà e di scambievole aiuto sia materiale sia affettivo.
L’amico è importante averlo accanto nel momento del bisogno. Ti starà accanto e ti aiuterà a superare le tue difficoltà già con la sola sua presenza, con il suo affetto.
La Fellowship è profondamente diversa: non si esercita fra due ma fra molte persone, è meno impegnativa dal punto di vista emotivo ma ti dà la stessa promessa di aiuto in caso di bisogno.
Solo che stavolta si tratta di un bisogno della comunità. Quando ti devi impegnare per una comunità hai bisogno di Fellowship per lavorare serenamente e proficuamente.
Un grande rotariano italiano ha detto che siamo “Costruttori di comunità”, e io trovo questa definizione quanto mai indovinata.
Per costruire comunità mi serviranno certo integrità, capacità di servizio e rispetto della diversità, ma sopra ogni altra cosa mi servirà essere circondato da persone capaci di esercitare una forte Fellowship, perché solo allora saremo in grado di costruire una comunità forte e resiliente che possa affrontare con successo la sfida del tempo.
Francesco Arezzo
Past Board Director