Le giovani imprese: quale futuro a Milano

Partendo dalla constatazione che “Non c’è futuro senza giovani”, hanno discusso sul tema proposto per la tavola rotonda, Emanuele Guglielmi, ideatore di Fotonica e vincitore del Premio “I giovani imprenditori: un bando per Milano” promosso dal Distretto 2041, Giovanni Bindella, Vicepresidente Giovani Industriali di Assolombarda, ed Ernesto Lanzillo, Partner di Deloitte, nonchè rotariano del RC Milano Monforte, moderati dalla giornalista professionista Anna Maria Catano del Corriere della Sera, rotariana RC Milano Nord Ovest. Alla domanda su quali siano le difficoltà iniziali per una start-up e su cosa sia necessario a un giovane per realizzare le proprie idee risponde Emanuele Guglielmi, secondo il quale è molto difficile fare start-up in Italia, anche in Lombardia che pure è la prima regione per numero di start-up, principalmente a causa della mentalità conservativa italiana e nonostante le tante eccellenze presenti nel nostro Paese. Ciò di cui c’è bisogno è senza dubbio un supporto, nella fase iniziale, che consenta di trasformare una buona idea in una vera azienda perchè spesso, da parte del giovane, ci si preoccupa soltanto di capire se l’idea può funzionare o meno. Ma senza avere all’inizio le capacità e la formazione/informazione necessarie per realizzare e poi gestire un’azienda, senza sapere, in altre parole, come far funzionare una start-up dal punto di vista imprenditoriale. Anna Maria Catano ha, poi, chiesto a Giovanni Bindella cosa fa concretamente Assolombarda per i giovani. «Assolombarda è molto presente – ha risposto Bindella – nel fornire supporto ai giovani e alle start-up con diversi progetti, come servizi innovativi per le imprese, collaborazioni con il Programma Virgilio, agevolazioni e incentivi per l’iscrizione ad Assolombarda per i primi anni riservate proprio alle start-up». E, invece, cosa si può fare e, nello specifico, cosa prevede di fare Assolombarda rispetto ai giovani NEET. «È molto importante la formazione – secondo Bindella – per far sì che questi ragazzi, che in Lombardia sono circa 120 mila, possano intercettare le richieste e le esigenze delle aziende. Così come indispensabile è l’attività di orientamento per comprendere le loro aspettative e le loro esigenze e diffondere la cultura di impresa. E, infine, è importante creare un collegamento tra attività di formazione, scuole e imprese che hanno necessità di figure specializzate che, sempre più spesso, non sono disponibili nel mercato del lavoro e, quindi, fare formazione mirata alle esigenze delle aziende che poi assumeranno».
E, infine, Ernesto Lanzillo ha risposto a una domanda sulle P.M.I. e su cosa si può fare per sostenerle in maniera adeguata: «Le piccole e medie imprese sono assolutamente centrali nel tessuto produttivo del nostro Paese, rappresentano il 92% delle aziende e di queste il 75% sono imprese familiari. Pertanto, impresa a famiglia spesso sono strettamente interconnesse e la fase del passaggio generazionale è quella più difficile e delicata». Secondo Lanzillo, in Italia questo passaggio avviene mediamente intorno ai 50 anni di età, con netto ritardo rispetto alla media di altri paesi nel mondo. Procrastinare la presa di responsabilità del giovane, che è secondo nell’azienda, ritarda il passaggio generazionale e questo si può riflettere negativamente senza dubbio sullo sviluppo e sulle capacità di leadership dell’impresa.

Per finire, Anna Maria Catano ha chiesto agli intervenuti quali siano, a loro parere, le parole d’ordine del futuro. Per Gugliemi sono Eccellenza, Fiducia e Passione per coinvolgere le persone da selezionare e per superare il vecchio concetto di gerarchia tra le diverse figure presenti all’interno dell’azienda. Anche per Bindella, la Passione per il proprio lavoro ed Esperienza anche all’esterno dell’azienda sono le parole del futuro. Infine, Lanzillo ha posto l’accento sulla necessità di un’inclusione generazionale, cioè di favorire il più possibile l’incontro tra generazioni all’interno dell’azienda.

Vincenzo Comune
AG Gruppo 6