La storia di Lady Montagu e della principessa Carolina
Si parla molto di vaccini con domande di ogni genere: sono sperimentali? Sono sicuri? Sono testati? Cosa c’è dentro? Servono? Quali sono le controindicazioni?
Voglio raccontarvi una storia, vera, di qualche anno fa, quando sopravvivere era già un successo.
Una storia di esperimenti e osservazioni, sempre necessari, e di bene comune. Una storia in cui i benefici non sono stati messi in discussione. Una storia che la medicina ufficiale riconobbe come valida e appoggiò dando poi il via ad uno dei beni più preziosi creati dall’uomo, il vaccino.
Lady Montagu era una donna previdente, intelligente e ottima osservatrice, ma fu anche una scrittrice, poetessa e saggista molto nota ai suoi tempi. Oggi sarebbe una star della tv, invitata nei salotti di maggior odience e, probabilmente, contestata dal primo sedicente politico a caccia di voti, fama e notorietà.
Pochi sanno che, ben prima della nascita di Edward Jenner, cui si deve la scoperta del vaccino contro il vaiolo, questa nobildonna inglese, moglie dell’ambasciatore in Turchia, nel 1718 iniettò il germe del vaiolo a suo figlio, seguendo l’esempio delle donne turche che aveva avuto modo di conoscere e osservare.
Quando ebbe una figlia, la sua secondogenita, Mary fu assistita nel parto dal miglior medico di Costantinopoli, il Dottor Emanuele Timoni esperto nella vaiolizzazione, pratica che lui aveva imparato e approfondito in oriente. Da lui vide inoculare i germi del vaiolo in maniera più scientifica di quella delle donne del popolo e allora, senza esitazioni, sottopose il figlio di sei anni a questa pratica, seguendo e annotando, giorno per giorno, i sintomi e gli effetti dell’inoculazione.
Il principio è lo stesso che poi guiderà Jenner alla nascita del vaccino. La differenza tra i due sistemi sta nel fatto che Jenner userà germi vaiolosi ottenuti sperimentalmente da vacche infette, mentre Lady Mary usava germi prelevati da pazienti non gravi.
Al suo ritorno a Londra, Mary si trovò nel mezzo di una nuova epidemia di vaiolo e anche questa volta non esitò ad inoculare alla figlia, come già aveva fatto con il precedente, i germi della malattia. La notizia di questo coraggioso atto si sparse rapidamente. L’autorevolezza della nobildonna, i suoi appunti e i risultati ottenuti non passarono inosservati alla comunità scientifica al punto che la principessa Carolina volle sperimentare l’inoculazione sulle figlie, ma prima voleva avere la certezza del risultato. Inizialmente, sei forzati della prigione di Negate si presentarono come “volontari” e venne loro inoculato il vaiolo, con la condizione che sarebbero stati liberati se non si fossero ammalati. Il vaiolo si manifestò con sintomi leggerissimi e tutti vennero liberati. La principessa Carolina, però, era convinta ma non tranquilla e con una discreta dose di cinismo, effettuò un secondo test su un gruppo di orfanelli.
La forza di queste due donne, determinate, di mentalità aperta e capaci di imporre il loro volere ha dato il via, inconsapevolmente, ad una delle pratiche mediche più importanti del nostro mondo.
Andrea Brianza