Care amiche e cari amici,
il Rotary ci chiede di riflettere sulla salute in un periodo della nostra esistenza dove la lotta al Coronavirus ci ha fatto scoprire e vivere situazioni che mai avremmo immaginato. Tutto il mondo guarda ogni giorno con il fiato sospeso un freddo contatore che inesorabilmente dimostra la tendenza a salire e che scandisce, come un triste metronomo, le nostre difficoltà nell’affrontare la quotidianità e la dura legge della vita e della morte. Questo contatore, in Italia, inizia a dare segnali di speranza. Il nostro cuore si ferma davanti al freddo elencare quotidiano del numero delle vittime e della solitudine cui spesso sono abbandonate, tuttavia la nostra appartenenza ad una organizzazione internazionale deve renderci partecipi che, ancora oggi, muoiono circa 7 milioni di bambini all’anno, prima dei 5 anni, più di 19.000 al giorno!
Con lo stesso cuore abbiamo l’obbligo di pensare a questi numeri!
La gran parte di queste situazioni sono concentrate in Africa centrale e nell’Asia meridionale, ove i bambini muoiono per motivi anche banali, come il morbillo, la malaria, la diarrea, l’AIDS e per pessime condizioni igienico-sanitarie. E a questo drammatico problema, dobbiamo aggiungere circa 500.000 donne che ogni anno muoiono a causa del parto!
A maggior ragione dobbiamo moltiplicare i nostri sforzi, per le nostre comunità vicine, per quelle lontane e per ciascuno di noi.
La pandemia da Coronavirus sta minacciando la nostra salute, la nostra sicurezza ed il nostro stile di vita, tuttavia sta ponendoci di fronte ad uno scenario che noi rotariani siamo chiamati ad affrontare lavorando insieme e prendendoci cura l’uno dell’altro nella ferma convinzione che “insieme ce la faremo”. Il Rotary è fatto da ognuno di noi e quindi tutti insieme costituiamo una grande famiglia in grado di sorreggere, sostenere e aiutare gli altri componenti con lo stesso amore che sentiamo verso le nostre famiglie di origine.
Il Covid-19 sta emergendo come un evento imprevisto e imprevedibile, che può cambiare la storia, ma che già sta inducendo cambiamenti di comportamento individuali e collettivi della società non solo italiana ma globale. La pesante quotidianità che viviamo (come ogni calamità, cambiamento repentino di abitudini, di paradigmi socio-economici) stimola messaggi neurofisiologici alla corteccia prefrontale che inducono o all’aggressività o alla fuga all’indietro o alla paralisi. Spesso sono reazioni determinate da quanto viviamo in prima persona o da quello che ci impongono di vedere e percepire. Come nel famoso film di Woody Allen, in cui il protagonista Leonard Zelig tendeva ad acquisire le somiglianze delle persone che aveva accanto in un determinato momento, così siamo portati ad omologarci con i sentimenti con cui si viene a contatto, talvolta perdendo di vista la realtà. Ecco perché, come da più parti viene sottolineato, noi rotariani dobbiamo trasmettere l’importanza della prudenza e non del panico, della scienza e non del pregiudizio e delle false notizie, dei fatti e non delle paure. Questo è quanto il Rotary nei suoi 115 anni di storia ci ha insegnato, non fermarsi ed andare avanti, anche se ha dovuto per la prima volta nella sua storia annullare la Convention programmata nel giugno prossimo ad Honolulu, scelta dolorosa ma dettata dalla volontà di assicurare la salute dei soci e dei loro familiari.
Analogamente nel mese di marzo e in questo di aprile la nostra abitudine di ritrovarci di persona, di stringerci la mano, di discutere tra una riflessione e un’altra, di condividere idee, esperienze ed azioni è stata completamente stravolta ed annullata da questo piccolo virus che ha tuttora un impatto devastante nel nostro vivere.
Mi piace rilevare e sottolineare che i club hanno saputo tenacemente continuare ad essere in contatto con i soci e promuovere azioni di servizio, e di questo debbo ringraziare i Presidenti ed i soci tutti che, coadiuvati dagli Assistenti, hanno sviluppato e maturato numerose iniziative volte a sostenere la situazione sanitaria nel nostro territorio. Inoltre tanti soci, delle più svariate professioni, sia direttamente che con azioni di volontariato, si sono impegnati in prima linea e giornalmente ci aiutano a superare questa emergenza, così come il nostro pensiero e abbraccio sincero deve andare a quei soci che invece si trovano a dover combattere con il Virus stesso, avendolo contratto e sono ora affidati alle amorevoli cure dei sanitari. Tutti in un modo o nell’altro, direttamente o indirettamente siamo impegnati, siamo tutti in prima linea ed in questo senso trovo il “Rotary pronto ad agire”.
Tuttavia al termine di questa pandemia nessuno potrà dirsi uguale e le innovazioni che saremo in grado di apportare saranno le più importanti per permetterci di ripartire con ancora più voglia e capacità di unione dei nostri soci. Ci ritroveremo ad essere, sviluppando le esperienze delle call conference e delle video riunioni, comunicativamente più efficaci, globalmente più interattivi con i partecipanti e comunque sempre presenti nelle realtà di club, pena la perdita di contatto tra i vari componenti del sodalizio.
Ma soprattutto nella vita quotidiana il dopo Covid 19 sarà particolarmente impegnativo: ci sarà bisogno di innovazione spesso foriera di contrasti tra coloro che hanno interesse a preservare l’antico e i sostenitori di coloro che potranno ritenere di avvantaggiarsi dal nuovo. Vi sarà quindi bisogno di nuove professionalità, per nuovi posti di lavoro e per nuove competenze interdisciplinari. E in questo ambito il nostro Rotary dovrà declinare uno dei punti chiave del piano strategico: accrescere la propria capacità di adattamento e assistere e sostenere chi non riuscirà a raggiungere l’obiettivo. In Italia siamo ripartiti dopo la guerra sapendo governare il passaggio dalla società agricola a quella industriale, oggi saremo chiamati a sostenere i grandi cambiamenti che ci aspettano guidati dalle nostre competenze e professionalità. Il Rotary è servizio.
È innegabile quanto il Rotary, tutto insieme, con i tanti aspetti del suo impegno umanitario, è riuscito ad ottenere nel mondo per attenuare sulle comunità l’impatto di queste problematiche così importanti, oggi siamo chiamati a farlo anche nelle comunità vicine e in ciascuno di noi.
Ci attendono ancora momenti di grande impegno che vi chiedo di continuare a vivere con lo stesso entusiasmo di sempre, ricordando che è importante assicurarci, anche qui con formule innovative che ogni club saprà meglio individuare, che tutti i soci rimangano e se possibile aumentino, perché la nostra società avrà sempre bisogno dei nostri sforzi di Rotariani pronti ad agire. Questo dovrà essere il nostro impegno per fare la differenza, essere di ispirazione, connetterci l’un l’altro e sviluppare opportunità. Questo è quanto il Rotary ci chiede. Non possiamo rimanere sordi.
Siamo giunti ormai a Pasqua, la più importante ricorrenza cristiana, che è “rinascita” nella natura, ma deve esserlo anche nelle nostre società e nei nostri cuori. Auguriamoci che questa Pasqua ci porti ad essere sempre più liberi, disponibili e collaborativi verso gli altri e ci aiuti a riscoprire il valore delle piccole cose… che a volte piccole non sono.
Insieme ce la faremo.
Una stretta di mano e… viva il Rotary.
Massimo