Caro Paul Harris,
mi permetto di darti del tu perché così ci hai detto di fare.
Ti scrivo immaginando che, tra i tanti impegni, forse avrai tempo e voglia di leggere questa mia lettera di Natale.
Mi chiamo Riccardo e non sono più un bambino. Ho i capelli (quelli rimasti) bianchi e nel corpo tutti i segni del tempo che passa. Alle spalle una vita normale, come tanti, vissuta tra gioia e dolore, tra speranza e delusione, tra paura e amore. Una vita verso la quale sono e sarò sempre debitore. Una vita che mi ha regalato infinite emozioni, che mi ha chiesto di essere vissuta pienamente, che mi ha insegnato a non chiudermi agli altri, che mi ha indicato la strada da percorrere tutte le volte che avevo smarrito la direzione. Una vita che non smette mai di offrirmi la possibilità di cambiare e di crescere, dove nulla accade per caso, dove ogni persona che incontri fa parte del tuo cammino e tu del suo.
E grazie a te, in quest’anno irripetibile, di persone ne incontro davvero tante. Persone straordinarie: donne e uomini, che non fanno il giro del mondo su una slitta volante la notte di Natale, ma che per 365 giorni l’anno ascoltano desideri e costruiscono doni, intercettano esigenze e fortificano relazioni, “promuovono cambiamenti positivi e duraturi nelle comunità vicine, in quelle lontane, in ognuno di noi”. Persone che hanno deciso di donare il loro bene più prezioso, il tempo, senza chiedere nulla in cambio. Non cercano e non vogliono riconoscenza, non hanno bisogno di mettersi in vetrina o sotto i riflettori. Hanno l’umiltà di mettersi a disposizione sempre, dove e quando c’è bisogno di loro, di aspettare il loro turno, di gioire della gioia degli altri, di mettersi continuamente in gioco. Hanno la consapevolezza di far parte di una grande, enorme, squadra, dove tutti lottano per raggiungere gli stessi obiettivi, dove ognuno ha un proprio ruolo. Dove non ci sono star o giocatori in panchina. Tutti in campo, sempre, alternandosi nei compiti con pari dignità e importanza. Nessuna concorrenza, nessuna competizione interna, nessuna invidia, nessuna paura di essere messi in ombra: tutti sono protagonisti. Una squadra, una vera squadra.
Quello che tu hai sempre voluto e sognato. Uomini e donne liberi che desiderano garantire a tutti la dignità di una vita libera e completa. Che combattono perché il mondo sia un posto dove tutti possano godere delle stesse opportunità; un posto dove l’onestà, il rispetto degli altri, la trasparenza, l’umiltà, la condivisione e il reciproco aiuto, siano i valori portanti su cui costruire tutti i rapporti. Che non smettono mai di credere che il mondo possa diventare un posto migliore, restituendo fiducia e speranza a tutti coloro che per molte ragioni sembrano averle perse.
Anche se il tempo scorre, continuo a credere al valore dei sogni, dei doni, dei sorrisi e dei messaggi positivi. Al valore e all’importanza dei rapporti umani. Rapporti non filtrati da ipocrisia o interesse, rapporti genuini, dove ognuno sia orgoglioso del valore dell’altro, dove ogni differenza viene superata da un profondo senso di amicizia e dalla consapevolezza di voler insieme raggiungere gli stessi obiettivi e dalla certezza di poterli raggiungere solamente grazie ad uno sforzo unitario e disinteressato.
Caro Paul, Ti scrivo questa mia, perché desidero ringraziarti, dal profondo del cuore, per aver creato questa meravigliosa associazione. Milioni di uomini, in poco più di un secolo, hanno portato avanti le tue visioni e speranze. Hanno cambiato la propria vita e contribuito a cambiare quella di molti altri.
Un’associazione dove, come tu ci hai insegnato, nessuno si fa accecare dalla luce che per qualche istante brilla su di lui, nessuno ricerca visibilità, nessuno pensa di viaggiare in prima classe, dove non ci sono gerarchie da rincorrere ma solo organizzazione di funzioni e distribuzione di compiti e dove tutti, in piena armonia e sulla stessa linea, con infaticabile spirito di servizio si mettono sempre a disposizione, in ogni campo e settore, riuscendo a raggiungere risultati meravigliosi. In questo mese dedicato alla cura e prevenzione delle malattie, mi vengono in mente le infinite attività di sostegno e supporto poste in essere in ogni parte del mondo. Penso anche al nostro impegno mondiale per l’eradicazione della Polio: End Polio Now. Una battaglia vinta, che dopo trent’anni vede solo poco meno di due decine di casi in zone ben individuate e circoscritte. Una lotta, condotta insieme a molte altre organizzazioni, che ha permesso di dichiarare oltre 120 Stati Polio Free.
Di questo, caro Paul Harris, è stata capace la tua organizzazione. Questo è il Rotary, questi sono i rotariani. Un popolo instancabile, fiero e orgoglioso, dove tutti si tengono per mano, sempre in movimento, sempre al fianco di chi ne ha bisogno.
E per questo Natale io ho un solo grande desiderio: vorrei che tante persone in più potessero ricevere in dono lo spirito rotariano. Perché “servire al di sopra di ogni interesse personale” lo si può e lo si deve fare sempre, in ogni momento, ed è sempre un’esperienza emozionante, che regala gioia, che fa sentire vivi. E certo il mondo sarebbe più accogliente, rispettoso, pacifico, pulito… Più bello, insomma, se ci potesse essere un po’ più di Rotary ovunque.
Pensando a te, anima illuminata, è questo l’augurio che desidero esprimere insieme a mia moglie Christine. Con sincero affetto, Buon Natale a tutti cari amici!
Riccardo De Paola