Care amiche e amici,
alcuni giorni fa, durante un incontro di formazione dei giovani del Rotaract in una casa parrocchiale sul Monte Grappa, ho ascoltato un rotaractiano leggere alcuni passi di un diario di un ufficiale della Prima Guerra Mondiale e improvvisamente, in un turbine di emozioni, mi sono ricordato di una storia che la mia maestra (altri anni forse…) ci raccontò aprendo un vecchio libro di racconti…
«Fronte occidentale, vigilia di Natale 1914: senza che nulla sia stato concordato, i soldati degli opposti schieramenti cessano il fuoco. Si accendono candele, si cantano inni di Natale. Comincia un botta e risposta di auguri gridati da parte a parte, fino a che qualcuno si spinge fuori dalla propria trincea per incontrare il nemico e stringergli la mano. La “tregua di Natale” fu un atto straordinario e coraggioso che partì da semplici soldati mossi da sentimenti di profonda umanità e fratellanza…»
Rileggere oggi, a distanza di più di cento anni, le lettere spedite dal fronte che raccontano quel gesto di spontanea e generosa insubordinazione mi commuove e mi spinge ad alcune considerazioni: è davvero impossibile costruire un mondo pacifico e solidale? È veramente un’utopia pensare che si possano cancellare le parole “guerra” e “razzismo”? È così sbagliato pensare di eliminare nella società moderna e nella nostra vita “l’intolleranza” e “l’odio per il diverso”’?
A oggi nel pianeta Terra sono circa 70 gli Stati coinvolti in guerre. A combatterle sono un totale di 800 milizie – guerriglieri o gruppi terroristi – separatisti – anarchici coinvolti. In Europa sono 9 gli Stati teatri di eventi bellici, in Africa 29, in Asia 16, in Medio Oriente 7 e nelle Americhe 6. Numeri che ci devono far riflettere: in questi luoghi le condizioni di vita degli abitanti sono drammatiche, con poche risorse idriche e alimentari disponibili e condizioni igieniche sanitarie gravemente carenti. In questi stati parlare di prevenzione e cura delle malattie è praticamente impossibile e qualsiasi intervento di salute pubblica in Paesi in guerra è una vera impresa.
Allo stesso modo diventa difficile qualsiasi intervento di prevenzione e cura delle malattie in territori dove terremoti o disastri naturali provocano distruzione e morte. Sono ancora impresse nei nostri occhi le immagini di quanto successo nelle zone di Venezia, del litorale e della vicina Albania, dove gli aiuti risultano necessari per migliorare le condizioni igienico sanitarie e favorire la ricostruzione.
Ecco perché risulta fondamentale l’azione del Rotary con le sue aree di intervento. Finché anche una sola persona nel mondo dovrà soffrire e lottare per avere quello che riteniamo un diritto di ogni essere umano, il compito di noi rotariani, uomini e donne impegnati a fare del bene nel mondo, non potrà essere che uno: mai più un bambino che soffre, mai più una persona che muore di fame, esserci sempre ove c’è necessità.
Questa è la promessa che da sempre risiede nel cuore dei veri rotariani, di tutti noi che in questo periodo di Natale dovremmo compiere un atto straordinario e coraggioso, proprio come quei soldati nel freddo fronte occidentale di 115 anni fa: incontrare chi ha bisogno, rendersi utili nei modi più diversi, compiere qualcosa di normale o di straordinario, proporsi agli altri in modo empatico, far sentire il calore della solidarietà.
Un atto straordinario, che magari non abbiamo mai fatto, e coraggioso perché in grado di produrre dei cambiamenti positivi e duraturi nelle nostre comunità. Una qualsiasi azione che possa donare a chi la riceve un sorriso, un momento di gioia, un’emozione e a ciascuno di noi la gioia che pervade sempre chi dona.
Non può esistere un Natale senza regali. E noi rotariani dobbiamo essere d’esempio.
Il nostro Dono sarà quello che ci sentiamo di dare, non importa cosa, perché Madre Teresa di Calcutta ci indica che:
È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società.
È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri.
E aggiungo: è Natale ogni volta che ci sentiamo orgogliosi di essere rotariani!
Un caro augurio di un sereno Santo Natale, anche a nome di Rossella e Silvia, a tutti i rotariani, rotaractiani e interactiani e alle loro famiglie e l’auspicio che il 2020 porti a tutti voi tanti successi nella vita e nel Rotary. Tutti insieme.
Grazie del vostro Dono!
Una stretta di mano e viva il Rotary!
Massimo