Care Amiche e cari Amici,
è l’aurora di un nuovo anno da vivere, con tutte le nostre speranze, le nostre attese, i nostri timori e le nostre energie. I colori meravigliosi di ogni alba, capaci di emozionarci e quasi di commuoverci per la loro bellezza, forse ci sono stati donati proprio per ricordarci, ogni giorno, l’importanza di riuscire sempre a stupirci, a provare sensazioni di gioia e di appartenenza, di riuscire ad attivare quella parte di noi che troppo spesso gli eventi seppelliscono sotto una coltre di sofferenza e paura.
E il Rotary ci offre quest’opportunità quotidianamente, ogni istante. Ogni servizio svolto insieme, ogni sorriso, ogni abbraccio donato o ricevuto, sono la nostra aurora. Le sensazioni che proviamo sono identiche. Gioia, serenità, appagamento: ogni ombra sembra scomparire, e ci sentiamo più forti che mai, pronti a continuare, pronti ad agire per cambiare in meglio, anche noi stessi.
E il mio augurio è quello di non perdere mai la capacità di guardare con animo aperto gli orizzonti che il Rotary ci offre, di non permettere a niente e nessuno di offuscare il nostro entusiasmo, di lasciare che la gioia del Rotary scorra sempre copiosa ed inarrestabile.
Certo, siamo consapevoli che le contraddizioni del mondo sono tante e che è necessario continuare a lavorare, tutti insieme, con la certezza che il nostro impegno collettivo può essere d’ispirazione anche per quello di molte altre persone, in una sorta di contagio benefico e felice che tutti noi, quotidianamente, auguriamo e alimentiamo.
E per un anno che comincia, c’è un’annata che arriva al suo “giro di boa”. Quella del Governatore, quella di tutti i Presidenti e dei Direttivi. È stato motivo d’orgoglio per me costatare, nei molti incontri che ho già avuto, che i nostri Club e i nostri progetti godono di ottima salute. Ed è stato ancor più gratificante vedere l’entusiasmo crescente dei soci, nel loro impegno. Non mi dilungo, quindi, in bilanci del primo semestre o in obiettivi per il secondo: il Rotary ha una lunga vita alle spalle e una ancor più lunga davanti, e come “staffetta” di un solo anno so che non è il mio bilancio a contare, ma il nostro essere e sentirci quotidianamente rotariani con la progettualità, la passione e quel tanto che basta di orgoglio per continuare a metterci al servizio delle comunità vicine e lontane.
La prima occasione di riflessione su questo tema ce la offre proprio il calendario rotariano, che indica gennaio come mese dell’Azione Professionale, ossia uno dei punti fondamentali del nostro scopo associativo: promuovere la più alta rettitudine nella pratica delle professioni. “I Rotariani si fanno promotori di elevati requisiti etici, che applicano a tutte le loro relazioni professionali, riconoscendo il valore di tutte le occupazioni utili e offrendo la loro competenza e capacità professionale per affrontare i bisogni e le problematiche sociali”, sancisce il nostro manuale di procedura.
Come professionisti, imprenditori, dirigenti, lavoratori, siamo dunque sollecitati a vincere l’individualismo, inteso come vantaggio personale e autoaffermazione, e a portare nella nostra professione gli ideali di eticità propri del nostro essere rotariani. Questo è il nostro modus vivendi, ma anche quello di tante altre persone che rotariane non sono (o non lo sono ancora).
Ma c’è anche un’altra sfida, più recente e non meno decisiva: è quella di continuare a incrementare la nostra competenza professionale attraverso un continuo impegno nella nostra specifica attività, ma anche rendere disponibili le nostre conoscenze e capacità per aiutare i più giovani, così come i meno fortunati, a sviluppare le loro. Ed è qui che sentirsi rotariani in ogni espressione della propria professionalità può essere di reale ispirazione per noi e per gli altri: nello sforzo teso a migliorare ogni giorno le nostre capacità e a diffondere la cultura del benessere e dello sviluppo comunitario, condizione necessaria per il reale benessere individuale.
Paul Harris ci ricorda: “Questo è un mondo che cambia, dobbiamo essere pronti a cambiare con lui, la storia del Rotary dovrà essere scritta e riscritta di nuovo e di nuovo ancora”. Ed è anche attraverso la nostra Azione Professionale quotidiana che possiamo e dobbiamo essere pronti ad accogliere i cambiamenti, a scrivere e a riscrivere la nostra storia personale e associativa di rotariani per non subire il progresso ma per viverlo, magari per dettarlo, nel rispetto dei nostri valori.
Viene spesso ricordato che in Italia abbiamo tradotto piuttosto impropriamente in “azione professionale”, l’espressione inglese “vocational service”, privando la locuzione dei significati di responsabilità individuale e sociale che la parola “vocational” contiene. Credo che il miglior modo di onorare il mese dell’Azione Professionale possa essere, quindi, quello di sottolineare, a noi stessi e alle comunità in cui viviamo ed operiamo, che la nostra professionalità è anche una testimonianza del nostro agire rotariano. Che la nostra “vocation” è tanto essere rotariani nella professione – con la nostra integrità e i nostri elevati standard etici – quanto essere professionisti che servono la comunità attraverso le proprie competenze, conoscenze e anche attraverso la capacità di guardare al futuro.
Anche in questo nuovo anno, quindi, avremo tante cose da imparare, tante occasioni di confronto, tante idee da trasformare in progetti e tanti progetti da concretizzare in servizio. Avremo anche tanto pessimismo da vincere, tanto scetticismo da combattere e talvolta indolenza da superare. Ma sono certo che ce la faremo. Non perché “siamo rotariani”, ma perché abbiamo scelto di esserlo ogni giorno. Anche in questo nuovo anno che comincia.
Buon anno a tutti. Buon Rotary per tutto l’anno.
Riccardo De Paola