“Abbiamo bisogno di persone brave,
non solo di brave persone”
(Henry Ford)
Cari soci,
gennaio è il mese che dà il via alla seconda parte dell’Anno Rotariano e ci sollecita a portare avanti con slancio ed entusiasmo i nostri progetti di rinnovamento e di miglioramento; ci porta inoltre a pensare alla realizzazione dei sogni e al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati, senza aver paura di individuare traguardi sempre più importanti e significativi, con la stessa contagiosa energia che avevamo quando abbiamo tagliato il nastro di partenza.
È anche il mese che il Rotary dedica all’Azione Professionale e dunque a quanto possiamo fare mettendo a frutto le nostre capacità imprenditoriali e professionali, offrendo quel “servizio” per cui siamo entrati a far parte del Rotary.
Come spesso ho sottolineato nei miei interventi in occasione delle visite ai club, tutti noi rotariani – proprio perché leader nelle rispettive attività imprenditoriali e professionali – siamo chiamati dalle nostre comunità a intercettarne i bisogni, a concepire idee e a realizzare progetti per risolverli: insomma, siamo chiamati “a fare la differenza”.
Significativamente, il Rotary ha sempre creduto, fin dalla sua nascita, che la presenza in un club delle diverse competenze professionali sia una vera ricchezza, tale da consentire il compimento di azioni più incisive ed efficaci nei confronti di chi ha bisogno e ancora di più oggi possiamo affermare che “la nostra forza sta nella nostra diversity”.
Proprio per tale ragione, non dobbiamo correre il rischio che il Rotary si chiuda in se stesso e anzi, dobbiamo avere il coraggio di aprire la nostra organizzazione alle nuove professioni e, soprattutto, ai giovani professionisti di entrambi i sessi. Nuove Professioni e Nuove Generazioni: ecco il connubio perfetto per rivitalizzare il Rotary, per creare quello scambio intergenerazionale che continuerà a dare nuova linfa al nostro sodalizio, mettendo insieme esperienza e novità, tradizione e modernità, percorsi collaudati e innovazioni nelle forme e nei metodi.
Se sapremo mantenere elevati principi morali nello svolgimento delle nostre attività professionali e nei rapporti di lavoro nonché riconoscere la dignità di ogni occupazione, allora ogni rotariano saprà diffondere il valore del servire.
Il Rotary, d’altronde, opera nel mondo e svolge il suo apprezzato servizio tramite il lavoro e il valore dei suoi soci: valori che partono dall’amicizia e dalla diversity e si concretizzano con l’etica professionale e con lo spirito di servizio. La nostra deve essere sempre considerata una “Professionalità che fa la differenza”! Sì, il vero rotariano deve sempre operare “distinguendosi dagli altri”, aiutando i più deboli non tanto con il semplice sostegno economico, ma mettendo a disposizione le sue competenze e capacità professionali.
Chiudo questa riflessione pensando che in questo 2020 dobbiamo cercare di fare molto di più per i giovani, che vivono un momento di grande difficoltà: spesso privi della dignità di un lavoro stabile, talora dipendenti in tutto e per tutto dalle loro famiglie e, di frequente, costretti a emigrare. Dobbiamo allora impegnarci, ogni giorno, per cercare di costruire per loro un futuro più sereno.
Il nostro fondatore Paul Harris nel suo libro di memorie ci ha lasciato scritto che «essere rotariani nei fatti significa avere non solo il coraggio e l’orgoglio di dichiararsi tali, ma di esserlo nella realtà di ogni giorno» e per farlo il Rotary deve, orgogliosamente, «seguire il cambiamento, restando al passo coi tempi».
Non dimentichiamo mai che il Rotary è nel mondo per “fare la differenza”!
Viviamo allora il Rotary sempre con entusiasmo, differenziandoci dagli altri, facendo squadra, “insieme”, per servire.
Il Rotary connette il mondo.