In questi dodici mesi, ogni volta che mi apprestavo a scrivere queste poche righe, lo facevo con lo stesso spirito con cui si riempiono le pagine bianche del proprio diario personale. Era un momento nel quale avevo la possibilità di entrare in contatto con me stesso, per ascoltare, per osservare, forse per cercare di comprendere. Chiudevo gli occhi, un respiro lento e profondo, e lasciavo che le diverse sensazioni e immagini scorressero libere e si manifestassero in tutta loro forza, prima tratteggiate, incerte, poi, sempre più nitide. Un po’ come accade quando guardiamo attraverso la superficie dell’acqua: dobbiamo attendere che si quieti per poter distinguere i contorni del fondale. Ed era un momento straordinariamente intenso e piacevole che provavo a “fotografare” con la mia penna.
Dodici semplici istantanee di un cammino, intrapreso con tanti amici e amiche, fianco a fianco. Un “viaggio” straordinario, iniziato con l’emozione che si prova sempre quando ci appresta a partire, diviso tra l’entusiasmo, l’aspettativa e la paura delle mille incognite che ogni avventura porta con sé.
Ma con la consapevolezza che milioni di persone avevano già compiuto questo viaggio e molte altre lo avrebbero fatto dopo di noi: presidenti, assistenti, staff, commissioni, soci, partner, la mia famiglia, uniti per tentare di costruire, migliorare, cambiare. Non volevamo fare meglio di nessuno, ma essere in armonia con il nostro passato e con il nostro futuro. Un passato al quale ho guardato continuamente, che è stato il mio irrinunciabile punto di riferimento, la “cornice” entro la quale oggi ho voluto inserire queste mie riflessioni. Una storia di persone, di idee, di valori e di tradizioni, che non sono ceneri da custodire ma fuoco da alimentare continuamente, come Vestali, con fierezza e rispetto, con umiltà e dedizione.
Mentre scrivo, oggi, mi accorgo della difficoltà con cui lo sto facendo. Un’esplosione di immagini e sensazioni che credi di poter condensare in poche righe… no, non è possibile.
E probabilmente non è neppure necessario. In realtà questa volta vorrei lasciare le pagine bianche, vuote, affidando a ognuno il compito di riempirle come desidera. Ed è in fondo quello che è accaduto per tutto l’anno. Ogni persona che ho incontrato ha scritto il proprio capitolo di quella magnifica storia che è il Rotary rendendo sempre più nitido il significato più vero del nostro impegno, della nostra scelta.
Il percorso che abbiamo fatto forse, in fondo, altro non è che un viaggio dentro di noi. Un viaggio che ci ha permesso di riscoprire ciò che di più intimo siamo, di ritrovare la nostra essenza più pura e libera. Ed è in questo luogo che trova posto il Rotary. Un luogo dove lo spazio e il tempo non hanno significato di fronte alla grandezza di valori come la solidarietà, il servizio, il rispetto, l’amicizia, l’amore. I nostri valori. I valori del Rotary per sentirsi davvero in armonia con il tutto. Ed è un viaggio che non ha mai fine, perché cambiamo continuamente, siamo costantemente in divenire, e dobbiamo riscoprirci ogni giorno, di nuovo.
E allora essere rotariano è davvero naturale. È un’energia vitale e potente che ci abbraccia, ci avvicina e accompagna in ogni istante. Mi guardo indietro e mi viene spontaneo pensare che questo anno è veramente volato, che il tempo è passato come un soffio… ma non è così. Siamo noi che siamo passati non il tempo. Di noi rimarrà ciò che abbiamo fatto, con amore. E il Rotary è come il tempo: non passa. Il Rotary semplicemente “è”, era e sempre sarà, sino a quando non smetteremo di cercarlo dentro di noi.
Riccardo De Paola
Governatore 2018- 2019 Distretto 2060