Care amiche, cari amici,
l’ultimo mese dell’anno rotariano è dedicato alle Fellowship, note come “Circoli del Rotary”. Richiamano un modo di unire i soci che condividono nel Distretto, in più Distretti o nell’intero universo rotariano una stessa passione. La comunanza d’interessi è foriera di amicizie e collaborazioni, che per noi rotariani sfociano poi inevitabilmente in attività di servizio. Nel nostro Distretto ve ne sono alcune che richiamano molti amici e proprio in questi giorni avrebbe dovuto svolgersi il consueto raduno dei ciclisti rotariani. Le limitazioni imposte dalla nota pandemia l’hanno impedito, così come sono state modificate tutte le nostre attività dal 28 febbraio scorso.
Siamo stati indotti a connetterci in modi che non avremmo mai immaginato, mettendo alla prova la nostra capacità di adattamento. Abbiamo preso delle decisioni difficili, inclusa la cancellazione del tradizionale modo di riunirsi dei club, dei forum programmati, del congresso distrettuale e, a livello internazionale, la cancellazione della conferenza presidenziale di Roma e, per la prima volta in 115 anni, della Convention 2020 del Rotary International a Honolulu. Sono stati messi al primo posto la tutela della salute e l’interesse pubblico.
La perdita d’incontri, eventi ed esperienze programmate potrebbero farci avere la sensazione che quest’anno sia “trascorso” in modo ingiusto e incompleto, impedendoci di realizzare quelle azioni di servizio che avevamo pensato e progettato e quindi con la sensazione di non aver potuto trasformare le nostre idee in azioni di servizio. Invece la nostra capacità di adattamento e la nostra apertura verso le innovazioni ci hanno permesso di non perdere alcuna possibilità e occasione: abbiamo assunto e realizzato impegni e li abbiamo portati a termine nel miglior modo possibile.
Mentre vi scrivo, sto cercando le parole e gli aggettivi giusti per descrivere la nostra azione, e i miei ormai trascorsi studi classici mi riportano a quanto scriveva la poetessa statunitense Emily Dickinson: “Le nostre parole, una volta dette, per alcuni, non esistono più”. Infatti, molto spesso le nostre parole, una volta pronunziate, si dissolvono quando non riescono a intrecciarsi con l’altro: solo allora cominciano a vivere. Quindi talvolta le parole e i proclami non sostenuti dall’azione e dall’esempio sono destinati a passare e a non lasciare il segno, mentre quello che conta sono sempre i fatti, ovvero quello che è stato costruito e cosa rimarrà dopo di te.
Nella prima lettera mensile, nel luglio dello scorso anno, vi ho chiesto di fare squadra e di agire con il giusto divertimento e partecipazione per raggiungere gli obiettivi che c’eravamo posti, perché “nessuno di noi nel Rotary è un’isola, ma tutti Insieme e Pronti ad Agire saremo in grado di connetterci”. Non sono rimaste semplici parole che si sono dissolte. Tutti voi, ciascuno per la propria parte, avete risposto con azione e partecipazione realizzando fatti reali oltre ogni attesa che hanno fatto conoscere il Rotary nelle comunità per quello che realmente rappresenta, dimostrando l’inconsistenza degli stereotipi che talvolta hanno offuscato la nostra immagine pubblica.
Il Rotary non può essere solo dentro di noi, va promosso e valorizzato. In quest’anno di servizio c’è stato un Rotary di poche parole e di molti fatti: il Rotary che prediligo e che ho amato raccontare e rappresentare, vissuto da tutti con impegno e dedizione lanciando sempre il cuore oltre l’ostacolo. L’entusiasmo dei Presidenti, e di conseguenza dei Soci, di tutti Voi, è stato lo stimolo al “nostro” entusiasmo; è stato l’ingrediente principale di una miscela fatta d’impegno, azione, progetti, iniziative, amicizia; una miscela incredibilmente efficace che ha reso l’anno de “Il Rotary Connette il Mondo” e del “Pronti ad agire”, reale.
C’eravamo chiesti di individuare il nostro “momento Rotary” e mi auguro che ciascuno di noi lo abbia trovato e che sia diventato occasione e opportunità̀ di riflessione ed entusiasmo allo scadere di una Annata di vita condivisa e per l’inizio di una rinnovata stagione.
Scriviamo insieme l’ultima pagina di quest’annata, consapevoli che “abbiamo ancora tante cose da fare”, perché il Rotary non si ferma.
Ho avuto il privilegio di vivere questa esperienza a fianco e con la collaborazione e il sostegno di persone, tutte a dir poco speciali, allegre, disponibili, efficienti e con un grande pregio: la capacità di “fare squadra” in un percorso di progettazione, programmazione e formazione iniziato a ottobre 2017, tre anni fa.
A Pietro Rosa Gastaldo, che ha diretto il nostro periodico Rotary Magazine e che mensilmente redige la Newsletter, e a Lucky Dalena che ha condotto quotidianamente la nostra comunicazione social, va un ringraziamento particolare che porgo a nome di tutti i soci: volevamo sottolineare l’importanza e la necessità di una comunicazione, d’informazione e motivazione, e loro ne sono stati gli artefici fin dall’inizio.
Ho avuto l’onore di condividere un percorso e ne sono stato ripagato dai risultati e dall’impegno di Alberto Genesin, Rappresentante Distrettuale del Rotaract e di Maria Vittoria Bonaldo, Rappresentante Distrettuale dell’Interact. A Loro e ai Loro collaboratori desidero rivolgere un sentito grazie.
Un grande grazie lo devo a tutta la squadra del Distretto: dallo Staff distrettuale, agli Assistenti del Governatore, dai Presidenti delle Commissioni distrettuali a tutti coloro che hanno animato la nostra attività nel corso dell’anno.
E vi ringrazio anche per aver accolto due principi di cultura rotariana per me importanti: la cultura del dono e il coinvolgimento delle famiglie che hanno avuto successo con un aumento dei Benefattori, dei Major Donor della Fondazione Rotary e coinvolto le famiglie, in particolare nei service a favore di Rise Against Hunger.
Ritornerò ora, secondo il costume insegnatomi dal “mio” Governatore Alessandro Perolo, a servire “in silenzio” il mio Club di Feltre e il Rotary, come un qualsiasi socio, solo un poco più ricco “dentro”.
Termino con un auspicio: siamo la classe “Aloha” (in onore della Convention di Honolulu) e questo spirito indica rispetto e affetto reciproco, trasferisce il calore e l’attenzione senza aspettarsi nulla. Mi auguro che il nostro legame tra Rotariani si basi sul rispetto delle nostre differenze e sull’apprezzamento per ciò che abbiamo in comune. E questo rispetto è alla base di una delle quattro domande del 4 way test. Siamo rotariani se quello che pensiamo, diciamo o facciamo, è conforme alla verità, avendo sempre il coraggio di comunicarlo a tutti e non in base alla convenienza e opportunità.
Riprendo una frase di Albert Camus: “Perché un pensiero cambi il mondo, bisogna che cambi prima la vita di colui che lo esprime. Che cambi, in esempio”.
“Io non so quale sarà il vostro destino, ma so una cosa: le sole persone tra voi che saranno davvero felici sono coloro che hanno cercato e trovato come servire.” (Albert Schweitzer)
Vi auguro di essere sempre felici!
Una stretta di mano e… viva il Rotary.
Massimo