«A vent’anni volevo andare in Africa per curare la lebbra.
Ci sono andata da vecchia, ma per curare l’analfabetismo,
che è molto più grave della lebbra»
(Rita Levi Montalcini)
Cari amici,
la pandemia in atto ci ha portato fuori dalla nostra comfort zone e ci ha messo davvero alla prova, sollecitando sia la nostra capacità di adattarci a una condizione nuova sia la nostra resilienza.
E credo che se ci stiamo adattando, se stiamo resistendo, se stiamo combattendo con successo questa difficile battaglia è perché siamo stati in grado di dare concretezza al tema che il nostro P.I. Mark Maloney ha lanciato a inizio anno: il Rotary Connette il Mondo.
Infatti, sono state proprio le connessioni, l’utilizzo delle nuove tecnologie, le reti di amicizie e relazioni rotariane che ci hanno permesso di continuare a incontrarci, di proseguire nella nostra opera di servizio, di insistere nel parlare di Rotary, di valutare nuove idee che si sono poi trasformate in progetti: e tutto questo ha fatto la vera differenza nelle nostre comunità!
Sono molti, però, i programmi che si sono inevitabilmente interrotti a causa di questo invisibile nemico, di questo Covid-19 del quale ancora troppo dobbiamo conoscere. Mi riferisco, in particolare, ai programmi che vedevano coinvolti i nostri giovani, che purtroppo sono stati privati di esperienze straordinarie, che avrebbero portato, per il resto della vita, nei loro cuori: è triste doverne parlare proprio in occasione del mese che il Rotary dedica a loro. Ma, come sono solito affermare, il Coronavirus passerà, mentre le attività rotariane non si fermeranno, così come i programmi dedicati ai giovani e sono sicuro che saremo certamente in grado di dar loro nuove opportunità, con i tempi e i modi diversi che sapremo trovare.
Il tema delle nuove generazioni, d’altronde, mi sta tanto a cuore da averlo voluto trattare fin dall’inizio dell’Anno Rotariano: come ricorderete, già con la mia lettera dello scorso settembre – ancorché tale mese fosse dedicato all’alfabetizzazione – avevo ritenuto opportuno tenere alta l’attenzione verso i giovani e verso i programmi a loro dedicati.
È tempo, però, di parlare anche di alfabetizzazione che è, per il Rotary, uno dei progetti di punta, unitamente al miglioramento delle risorse idriche, agli interventi sulla sanità e alla lotta alla fame nel mondo.
L’alfabetizzazione è, per la nostra organizzazione, una priorità assoluta: basti ricordare che oltre 775 milioni di persone di età superiore a 15 anni sono ancora analfabete; si tratta del 17% della popolazione mondiale adulta! È una percentuale davvero drammatica ed è per questo che il Rotary si è dato l’obiettivo di rafforzare ulteriormente le capacità delle Comunità nel sostenere l’alfabetizzazione, riducendo così la disparità tra chi riesce a essere istruito e chi non raggiunge neppure l’educazione di base.
Sì, amici, il Rotary ha stabilito, fin dal lontano 1985, di contrastare questa terribile realtà, cercando di trovare soluzioni. Nel 1992, è stata istituita la prima task force rotariana dedicata all’alfabetizzazione, considerata, come ho detto, un obiettivo chiave, in quanto la povertà già all’epoca era – ed ancora oggi è – un grande ostacolo alla crescita sociale, culturale e politica delle popolazioni.
Il grande Nelson Mandela diceva: «Un Paese i cui futuri leader non hanno studiato, è un Paese che non può avere successo».
La cultura e la conoscenza sono indispensabili per garantire l’uguaglianza tra i popoli e favorire la democrazia e la pace.
Il problema dell’alfabetizzazione dei Paesi in via di sviluppo non è l’unico; negli ultimi anni è diventato sempre più evidente il dilagare dell’analfabetismo di ritorno anche in Italia, con persone mai educate oppure non educate o formate a sufficienza.
A tutto questo si aggiunge anche la scarsa alfabetizzazione digitale, riferita in particolare ai soggetti non più giovani, a cui manca anche una semplice conoscenza di base, non sufficiente quindi per affrontare e risolvere i sempre più numerosi problemi creati dall’informatizzazione.
Sono orgoglioso nel ricordare, al riguardo, che all’interno del nostro Distretto abbiamo una Commissione che da anni si occupa di alfabetizzazione e il mio invito, allora, è di connetterci con la Commissione Distrettuale Alfabetizzazione per favorire il proliferare di progetti, da parte dei club, che vadano in questa direzione: non possiamo permetterci di lasciare indietro nessuno, dobbiamo impegnarci a ridurre le disparità per costruire un mondo migliore.
Il Rotary Connette il Mondo.
Giuseppe Navarini