Care amiche e cari amici,
l’emergenza, reale o eccessiva, che ha caratterizzato le ultime settimane del mese di febbraio rivolta al contenimento e alla gestione dell’infezione da Coronavirus, ci rende perfettamente consapevoli di come la globalizzazione possa in brevissimo tempo determinare situazioni veramente preoccupanti per una nazione e in genere per tutta l’umanità. Abbiamo potuto verificare, soprattutto in Veneto e in Lombardia, come non siano “solo” situazioni di emergenza sanitaria ma anche sociale, economica e culturale: basti pensare che l’emergenza in Italia sta attirando l’attenzione dei media internazionali e due sono le immagini che diversi giornali hanno scelto per raccontare gli sviluppi dell’epidemia da Covid-19 nel nostro Paese: le code ai supermercati e il Carnevale di Venezia, bloccato dalle disposizioni delle autorità. Le immagini della manifestazione veneziana, affiancata alle mascherine delle forze dell’ordine e alla Piazza San Marco vuota, troneggiano sull’Independent, su El Mundo e sul New York Times. Altri esempi: la Cnn ha dedicato all’Italia vari approfondimenti in cui si leggono, tra le righe, toni più o meno apocalittici. Il nostro Paese viene visto come una sorta di “zona di guerra”, dove 50.000 persone sono state messe in quarantena, gli scaffali dei supermercati sono vuoti, i grandi eventi sono stati annullati e dove la ricerca del famigerato paziente zero non ha ancora portato frutti. Abbiamo purtroppo verificato che il pericolo di diffusione di “malattie” può mettere in ginocchio una nazione, ma soprattutto è emersa con tutta la forza la raccomandazione più importante e fondamentale in campo epidemiologico: lavarsi le mani e avere a disposizione servizi igienici e d’igiene efficienti. Questo è il primo punto del decalogo emesso dal Ministero della Salute per prevenire il contagio e la diffusione.
Fino a 50 anni fa la percezione comune vedeva le risorse idriche del pianeta come infinite. Oggi, però, sappiamo bene che le risorse idriche mondiali non lo sono e che devono essere salvaguardate. L’acqua costituisce una risorsa indispensabile per lo sviluppo ed è per questo che non può essere considerata solo una risorsa da utilizzare, ma anche un patrimonio ereditario del pianeta da tutelare.
L’acqua è una risorsa limitata, fonte di vita e alla base di ogni attività antropica: un rapporto dell’OMS sottolinea come al mondo ci siano circa 2 miliardi di persone che non hanno accesso all’acqua potabile e sono costrette a bere da fonti di acqua contaminata, rischiando di contrarre malattie mortali. In più, circa 1,6 miliardi di persone vivono in zone colpite da carenza idrica, ciò significa che in alcune località le risorse idriche non mancano ma non sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno della comunità locale.
In futuro le risorse idriche non potranno che essere più scarse, a causa dei cambiamenti climatici: è l’incubo ambientale di questo secolo, dell’aumento della popolazione e quindi della produzione alimentare. Per questo gli esperti stanno cercando soluzioni alternative e sostenibili.
Il Rotary International è sempre stato, e lo è ancor di più oggi, molto sensibile ai bisogni dell’acqua. Nelle sei aree di intervento, che rispecchiano i più pressanti bisogni umanitari, non a caso ha inserito il tema “acqua e strutture igienico-sanitarie”, sostenendo che l’acqua è un diritto umano e che quando le persone, soprattutto bambini, hanno accesso all’acqua pulita, a strutture igienico-sanitarie e praticano l’igiene, vivono una vita più salutare e produttiva. A tal fine sostiene, a livello mondiale, l’attività di “Water and Sanitation Rotarian Action Group” (WASRAG), del “Rotary International-USAID International H2O Collaboration” e ha costituito una Partnership strategica con UNESCO-IHE. Contemporaneamente supporta e stimola i club, tramite sovvenzioni distrettuali e globali, affinché si attivino per favorire l’accesso all’acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie di base, coloro che ne sono ancora privi o, comunque, hanno enormi difficoltà al relativo approvvigionamento. Il nostro Distretto, ormai da anni, investe notevoli risorse in quest’area di intervento con tanti progetti in diverse aree del pianeta e con una Commissione molto attiva e propositiva.
Oggi l’esperienza Coronavirus non ci permette più di nasconderci: abbiamo capito sulla nostra pelle che il programma della Rotary Foundation relativo all’acqua non è un problema “distante”, non è solo un “impegno” per aree lontane, è e deve essere un impegno per tutti noi ma soprattutto per i nostri figli e nipoti, seguendo ancora la parola di Paul Harris che nel 1915, con incredibile attualità recitava: «noi abbiamo bisogno in questo mondo di una più chiara comprensione di quelle cose che hanno valore per saperle distinguere da quelle inutili».
Sicuramente l’acqua è uno di quei beni che hanno valore, come sottolineato nel più antico testo poetico della letteratura italiana, il Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi: «Laudato sì, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta».
Ancora una volta il Rotary è una scelta per il nostro futuro. Sta a noi decidere di seguirla.
Una stretta di mano e… viva il Rotary.
Massimo