Dalla vocazione alla visione e alla testimonianza
Sabato 29 gennaio scorso l’Azione interna del Distretto, presieduta da Fulvia Castelli, ha organizzato un evento formativo sul significato dell’essere e agire umano. Il relatore Fabio Gabrielli, ricercatore antropologo – proposto per il Premio Nobel nel 2014 – ha intrattenuto i partecipanti sulla centralità della persona, un tema ricorrente nella storia dell’uomo. L’intervento, di grande impatto comunicativo, ha guidato i partecipanti alla conoscenza della bellezza, come sentimento buono capace di farci scuotere, e di invitarci al cambiamento. Una bellezza che si coniuga con i principi morali, gli stessi che accompagnano la storia del Rotary. La bellezza si coniuga, per esempio, con l’armonia, che dal prefisso “ar” congiunga le parti: è il sentimento che unisce le persone. È un’unione nella diversità. Non siamo tutti uguali. Dickens scriveva “ogni persona è un grammo di cielo”: il grammo sta a indicare che siamo diversi, l’uno dall’altro, ma significa anche che siamo fragili. Spesso lo dimentichiamo. Invece, come accade nelle nostre relazioni famigliari e professionali, la visione della diversità si ripete anche nella convivenza rotariana, all’interno e all’esterno. E questo ci viene confermato anche dal significato di esistere. Esistere è abitare, e per dare un senso all’abitare, la vita diventa un progetto, che prevede ogni giorno di essere curato. Probabilmente la difficoltà sta nel cercare di curare ciò che appartiene agli altri. Se ci pensiamo c’è un’analogia forte con le 4 domande, che guidano le scelte dei rotariani, quando intraprendono nuove progettualità di service. Allora la migliore pratica è quella dell’accoglienza e dell’ascolto, che ci conduce al riconoscimento della fragilità. L’accoglienza dell’altro è un modello di leadership. Si unisce al coraggio per dare inizio a un nuovo mondo, alla pazienza e alla perseveranza, perché il divenire è un continuo aggiustamento. L’accoglienza si unisce anche alla temperanza, per dare in ogni occasione la giusta misura. Si unisce all’empatia, per mettersi nei panni dell’altro, e per meglio condividere le diversità. Un leader deve affascinare, non bastano le sue conoscenze, deve trasmettere bellezza e bontà, tradotta in orgoglio e passione di essere rotariano.
Photo Credits: fabiogabrielli.net