Per sessant’anni scegliere un tema è stato il privilegio e talvolta la sfida di ogni presidente entrante. Guardare indietro su questi temi passati apre una piccola finestra nel pensiero e nella visione di ogni leader, di come ha visto il Rotary, il posto che ha visto nel mondo e quello che sperava che il Rotary ottenesse. Quando è venuto il mio turno di scegliere un tema non ho esitato. Sapevo subito che il nostro tema nel 2017-18 sarebbe stato il Rotary: fare la differenza. Per me, quella piccola frase descrive non solo quello che facciamo ora, ma quello che aspiriamo a fare. Vogliamo fare la differenza. Ci sforziamo di aiutare, di avere un impatto, di rendere il mondo un po’ migliore.
Negli ultimi due anni ho visto i tanti modi con cui i Rotary sta facendo proprio questo. In California, dopo i devastanti incendi dell’anno scorso, ho visto i rotariani fare la differenza per chi aveva perso tutto. In Guatemala ho visto la differenza che le semplici stufe a legna stanno facendo nella vita delle donne che avevano cucinato su fuochi aperti: non respirano più fumo quando cucinano, passano meno tempo a raccogliere legna da ardere e stanno usando le loro stufe per iniziare piccole imprese. In Israele, ho visitato un centro iperbarico supportato dal Rotary che sta aiutando i pazienti con lesioni cerebrali a tornare a vite sane e produttive. Nelle comunità di tutto il mondo, i rotariani stanno facendo la differenza con il reinserimento dei rifugiati, dei bambini, garantendo un approvvigionamento di sangue sicuro e aiutando i giovani a imparare e a prosperare.
In tutto il mondo ho fatto parte dell’impegno dei rotariani di piantare alberi. Siamo ancora in attesa del conteggio finale degli alberi piantati, ma sono lieto di annunciare che abbiamo già superato il nostro obiettivo originario di 1.2 milioni di alberi, uno nuovo per ogni rotariano. E, in tutto il mondo, il Rotary continua a sostenere la raccolta fondi per l’eradicazione della polio. L’anno scorso la poliomielite selvatica ha causato solo 22 casi di paralisi in soli due paesi. Sono sicuro che presto quel numero sarà zero e inizierà una nuova fase nella linea temporale dell’eradicazione: contare almeno tre anni dall’ultimo segno di virus selvaggio alla certificazione di un mondo libero dalla polio.
Mentre io e Juliet torniamo a casa in Australia, avremo dei ricordi caldi dei luoghi che abbiamo visitato, degli amici che abbiamo fatto e del servizio che abbiamo visto. Grazie a tutti voi, per l’enorme lavoro che state facendo, attraverso il Rotary, per fare la differenza.
Ian Riseley
Presidente Internazionale del Rotary 2017-18