Paul Harris immagina il Rotary

Emozionante sentire e vedere il nostro Fondatore Paul Harris in un video a Comely Bank, una casa gradevole come il nome, di cui ci apre le porte, circondata dal giardino della buona volontà popolato da alberi di amicizia, donati dai numerosi ospiti. Non a caso la scelta dell’albero come dono: nella mitologia, nelle religioni è simbolo della vita, del mondo, della conoscenza. Nella varietà delle specie capaci di crescere insieme, è simbolo di grande forza di adattamento, augurio importante per chi sta iniziando una nuova fase della propria esistenza. E nel 1942, data del video, Paul Harris ha 74 anni e qualche problema di salute per i quali aveva già limitato la sua attività; nello stesso anno Chesley Perry, Segretario Generale per 32 anni, aveva lasciato il suo incarico. Si imponeva quindi una riflessione sul futuro dell’associazione, momento cruciale per entrambi; il messaggio di Paul Harris ci parla di inguaribile ottimismo e speranza.

Sempre nel 1942 nasceva ad Albany (NY), Seligman, Fondatore della Psicologia Positiva. Basandosi sulla psicologia cognitiva e sulle sue ricerche sull’ “ottimismo acquisito”, Seligman sostiene che chiunque può ritrovare il meglio di sé, dal punto di vista emotivo, migliorando la qualità della vita, studiando gli aspetti positivi dell’esperienza umana. Al principio di piacere, contrappone un’altra parola: gratificazione, soddisfazione duratura che deriva dall’usare le proprie energie per scopi positivi. Di questi aspetti Paul Harris può giustamente essere considerato un precursore.
Il secondo messaggio è l’augurio che i rotariani siano ambasciatori di buona volontà, uniti nell’ideale del servizio, per raggiungere l’ obiettivo di comprensione internazionale, di buona volontà e cooperazione, per il benessere di tutta l’umanità.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Rotary informava i soci sull’istituzione delle Nazioni Unite e su quanto fosse importante pianificare la pace attraverso vari strumenti. Non ritenendo la pace un concetto astratto, ma un’espressione dinamica dello sviluppo umano, la costruzione della pace e prevenzione dei conflitti è da sempre una delle nostre aree d’intervento. Ma la speranza che si realizzi questo e tutti i nostri progetti, richiede realismo e come dice padre  Adrien Candiard, domenicano:

  • la speranza è l’amore della realtà, è l’amore di ciò che è.
  • la speranza è una forma di accoglienza, non di passiva accettazione della realtà e non richiede ottimismo, ma coraggio.
  • sperare è il solo modo di cambiare il mondo.

Ed è quindi facile il collegamento con Imagine What’s Next, tema del Congresso Internazionale recente, dove la Presidente uscente Jennifer Jones ha detto: «Non immaginiamo ieri e non cerchiamo la speranza nelle azioni passate», «Speranza e immaginazione sono parole per il domani, parole che ci spingono in avanti. Si basano l’una sull’altra e offrono un percorso in avanti… un percorso di continuità».

Elena Galassini
Istruttore Distrettuale AR 2022/2023