Provocazioni rotariane – II appuntamento

Creiamo il nostro effettivo

Da tanti anni, forse da sempre, uno dei temi che ci troviamo a dover affrontare nei nostri club è quello dell’effettivo. Ogni Presidente Internazionale, ogni Governatore – l’ho fatto anch’io – ci ha richiamato all’esigenza di consolidare e aumentare l’effettivo! E ogni Commissione Distrettuale si è impegnata a fornire indicazioni e supporto per aiutarci a realizzare l’obiettivo. Ma, diciamocelo con sincerità, i risultati non sono stati all’altezza delle aspettative. Dal 2000, le dimensioni della compagine dei soci – a livello globale, nazionale e locale – sono rimaste a lungo invariate per poi calare con una derivata negativa continua. E a nulla sono valsi i tentativi dei vari mantra che, anno dopo anno, ci siamo dati per cercare di invertire la rotta: “Cerchiamo potenziali soci fra coloro a cui non diamo del tu”, “Ogni socio presenti un altro socio”, che equivale: “Uno porta uno”.
Il più innovativo, e forse rivoluzionario, è il primo, ma neppure questo ha funzionato. Proviamo anche ad analizzare alcune barriere che hanno frenato, all’interno dei club, una efficace politica di rafforzamento dell’effettivo e cominciamo dal ricordare alcune frasi ricorrenti (e, per favore, non ditemi che non le avete mai sentite): “Il Rotary non è più attraente come in passato”, “C’è una crisi dell’associazionismo”, “Nel nostro territorio ci sono troppi club che si fanno concorrenza”, “Dobbiamo cercare solo persone affermate nelle loro professioni. I giovani non hanno ancora dimostrato il loro valore”, “I giovani sono impegnati nella carriera e nella famiglia: non hanno tempo né testa per il Rotary”, “Le nostre quote sono troppo impegnative per i giovani”. E per finire, le più classiche: “La qualità dei soci non è più quella di una volta”, “Che bisogno abbiamo di incrementare l’effettivo?
Mi permetto di commentare solo le ultime due. Per affermare che la qualità è diminuita, dobbiamo prima definire in cosa consiste la qualità di un rotariano e poi definire quale sia l’unità di misura che utilizziamo per affermare che cresce o diminuisce. Altrimenti, parliamo di sensazioni non basate sull’analisi della realtà! Il bisogno di incrementare l’effettivo è direttamente legato al perseguimento della visione del nostro sodalizio: crediamo in un mondo dove tutti i popoli, insieme, promuovono cambiamenti positivi e duraturi nelle comunità vicine, in quelle lontane, in ognuno di noi. Per creare questi cambiamenti positivi e duraturi, per pensare, progettare, realizzare i nostri service, abbiamo bisogno di persone che “agiscono”, che operano nei progetti. Altrimenti, fungiamo solo da finanziatori e, inevitabilmente, assumiamo ruoli secondari. Non si può dire che, nelle altre affermazioni, non vi sia un che di verità! E così, il nostro impegno, rivolto verso l’obiettivo di incremento, rimane piuttosto contenuto. Credo, però, che questo non sia un atteggiamento degno dei rotariani: non possono essere le difficoltà a distoglierci dal rafforzamento della nostra compagine sociale. In tanti altri campi abbiamo dimostrato di saper affrontare e superare problemi molto più grandi! Nella speranza che condividiate, almeno in parte, questa analisi, mi permetto, quindi, di proporvi un percorso un pò diverso da quelli cui siamo abituati.

IMMAGINAZIONE della possibilità di migliorare le nostre comunità con la partecipazione attiva di tante persone di valore e volonterose. Dobbiamo poter condividere la nostra visione e cercare negli interlocutori quelli che potranno davvero impegnarsi con noi. Quelli disposti a mettere le proprie competenze a servizio degli altri.

MOTIVAZIONE: dobbiamo essere capaci di spiegare perché noi rotariani facciamo quel che facciamo e ne siamo orgogliosi. Ed è ciò che crediamo che anche loro possano fare insieme a noi.

OPPORTUNITÀ: quello che stiamo proponendo ai potenziali soci è un’opportunità di arricchimento per tutti: per loro, perché possono entrare a far parte di un consenso di persone “speciali”, che dedicano una parte del loro tempo a coloro che ne hanno bisogno; per il nostro club, che si arricchisce di persone e competenze necessarie a integrare la nostra capacità di azione e di servizio. E infine, per il Rotary che ha la possibilità di crescere in tutto il mondo con soci dotati di quelle qualità di rotarianità difficili da definire, ma delle quali ci rendiamo ben conto quando mancano. Non vorrei che quanto sopra suoni come una nuova ricetta per far entrare soci: tutto il metodo e il processo sopra descritto deve essere sempre accompagnato da una capacità di selezionare le persone giuste per i nostri club. Oggi, forse, ci manca anche questa competenza.

Ma se mai cominciamo, mai la otterremo.

Gilberto Dondé