Luogo, per secoli, di meditazione, di pace e di preghiera, l’Abbazia di Morimondo, alle porte di Milano, è stata la degna cornice dell’annuale celebrazione del compleanno del Rotary nato il 23 febbraio 1923. Tema centrale delle iniziative non poteva che essere la Pace: punto di arrivo e primo motore delle iniziative rotariane. Domenica 26 febbraio i rotariani dei tre Distretti della Lombardia – 2041, 2042 e 2050 – si sono dati appuntamento nel complesso abbaziale dove, nella chiesa, si è tenuto un concerto di Alessandra Sonia Romano con il violino della Shoah e del quintetto B.A.M.A.S.
La ricorrenza del compleanno del Rotary è stata anche occasione per la sottoscrizione della convenzione tra FENCO – la Federazione Nazionale dei Diplomatici e Consoli Esteri in Italia – e il Distretto 2042. Convenzione che è già stata sottoscritta dal Distretto 2041. La firma dell’importante accordo è avvenuta sotto le volte della Sala Capitolare dell’abbazia, fulcro e sintesi della vita monastica nelle abbazie, tra il Governatore Davide Gallasso e il Dott. Gianvico Camisasca, Vice Presidente di FENCO. «Il progetto di collaborazione con FENCO – ha spiegato il governatore Davide Gallasso – nasce durante la visita al Rotary Club Parchi Alto Milanese quando l’iniziativa mi è stata presentata dalla Presidente Claudia Capoferri Minesi». Davide Gallasso ha quindi proseguito: «Perché è stata scelta questa data? Perché è il nostro compleanno e da sempre il Rotary, anche da quando era un solo Club a Chicago, aveva idee internazionali, di espansione e collaborazione. La convenzione è un bel modo per celebrare il nostro anniversario che cade il 23 febbraio, nel mese che il Rotary dedica alla Pace e alla risoluzione dei conflitti, e la convenzione può essere la base per grandi progetti internazionali».
Tra gli scopi di FENCO – che in Italia conta oltre 400 associati di oltre 190 Paesi – c’è quello di tenere alta l’importanza del servizio svolto dai diplomatici, ambasciatori e consoli, dei Paesi riconosciuti dal ministero degli Affari Esteri operanti in Italia. Un ruolo che ha come fine il miglioramento dei rapporti tra gli Stati. Giorgio Aletti è quindi intervenuto per sottolineare che: «FENCO esiste da tanti anni e tra gli associati ci sono alcuni soci rotariani. Il Rotary è il partner ideale per poter promuove la pace e proporre progetti e attività in suo favore». Sull’importanza di FENCO come organizzazione diplomatica attiva e propositiva a favore del dialogo tra tutti i Paesi si è soffermato Sergio Gao Shuai, in rappresentanza della Repubblica Popolare Cinese, che ha sottolineato che: «Il Rotary in Cina, a Hong Hong, Taiwan, Singapore e Macao è attivo, organizza eventi e attività superando qualsiasi differenza politica, sociale e religiosa» e ha concluso dicendo che «Il Rotary promuove lo scambio di culture oltre allo sviluppo delle economie. E l’accordo che è stato appena siglato è importantissimo per questi stessi motivi». Quasi a voler gettare il cuore al di là della montagna con una chiamata all’impegno di tutti, l’Avv. Bruno Morlacchi, console onorario della Guinea Bissau e socio del RC Parchi Alto Milanese, ha messo in campo l’essenza dell’essere rotariani e diplomatici: «Oggi siamo qui per far arrivate la nostra voce il più lontano possibile. Siamo capaci, unendo gli sforzi e con la cultura, di portare i nostri messaggi di pace ovunque. Questo accordo unisce la professionalità diplomatica (con le esigenze reali locali) e la professionalità dei rotariani. Questa giornata deve essere l’inizio di un nuovo cammino per portare la parola Pace ovunque».
In conclusione, il sindaco di Morimondo, Marco Natale Marelli, ha riannodato le fila della storia dando un senso di continuità nel tempo e nello spazio del concetto di pace e tolleranza. «I monaci che hanno fondato questa abbazia – ha affermato – cosa potrebbero pensare della convenzione firmata qui oggi? I frati erano già orientati al dialogo e all’interazione tra i popoli, come si vede nella cartina appesa dietro i relatori, dove ogni segno marcato sulla mappa rappresenta un monastero. Qui, nella sala Capitolare, era usanza che i frati benedettini si confrontassero. L’abate aveva il diritto di dare parola a chiunque, perché un buon consiglio può arrivare da ogni persona e per questo ogni frate presente aveva il diritto di intervenire». Un ambiente, la Sala Capitolare, dove l’esortazione evangelica “Beati i costruttori di Pace”, risuonata migliaia di volte nel corso dei secoli fino a “impregnarne” i muri, continua a essere viva in attesa che “uomini di buna volontà” la tramutino in fatti.