Il mondo ha un problema! Negli ultimi anni la popolazione delle api è in costante diminuzione – 36% 1980-2020, ¼ in meno di miele nel caldo 2021. Un insetto piccolo, ma responsabile dell’alimentazione di tutti noi. Sono le api i maggiori insetti impollinatori, che passando da un fiore all’altro permettono che la natura continui a produrre i frutti che sono parte integrante della nostra alimentazione e sopravvivenza. Le cause sono principalmente l’uso di pesticidi, i cambiamenti climatici e la desertificazione territoriale di piante nettarifere; tutte imputabili all’azione dell’uomo. Il Rotary Club Lecco Manzoni ha attivato quindi un “Service sull’Ambente” e subito il Rotary Club Cantù ha sposato l’iniziativa. Si sono aggiunti a sostegno tutti i Rotary Club del Gruppo Lario (RC Como, RC Como Baradello, RC Erba Laghi, RC Lomazzo dei Laghi e RC Appiano Gentile e delle Colline Comasche). L’iniziativa è ritenuta così importante e significativa che anche i Lions affiancano in sinergia i rotariani, favorendo quindi la sensibilità territoriale al problema. Uniti i due più grandi Service Club al mondo contano circa tre milioni di soci in 200 paesi. Guidati dal Lions Club Satellite Montorfano con (LC Bellagio Bellaxio, LC Como Host, LC Como Lariano, LC Olgiate Comasco, LC Menaggio Centro Lago di Como ed il Leo Club).
Tutti uniti con un unico obbiettivo: “Salvare le Api per conservare il mondo”.
L’ONU riconosce l’importanza delle api per il pianeta, per questo motivo ha istituito il 20 maggio la Giornata Mondiale delle Api. Il Rotary Club International pone l’Ambiente nella VII area focus e i singoli club possono chiedere contributi alla Rotary Foundation per interventi sul territorio. Il Sig. Giancarlo Costenaro, Presidente Associazione dei Produttori Apistici dele Province di Como e Lecco, ci ha raccontato la situazione e le aspettative degli apicultori. Il miele e i prodotti derivati del territorio lariano hanno un sigillo di garanzia che ne tutela le origini e la genuinità. I professionisti da anni lottano contro i pesticidi illegali e l’agricoltura intensiva entrambi fuorilegge, ma purtroppo praticata. A cui ora si aggiunge il disastro climatico, dal 2020 l’estate sempre troppo calda obbliga gli allevatori a nutrire le api che non riescono a procurarsi il nettare. Si parla anche di formazione professionale per diventare allevatori e promuovere corsi di divulgazione, l’apicoltura non dev’essere un hobby. I tre docenti dell’Università degli Studi di Milano, ci hanno dato una prospettiva accademica e subito abbiamo capito che il tema delle api e la loro conservazione non è di così rapida soluzione. Non basterà piantare quattro fiori. Per il Prof. Tommaso Maggiore, l’apicoltura è un vero lavoro da zootecnici. L’apicoltura è praticata sin dai tempi antichi per produrre il nettare degli Dei, quasi scompare nel medioevo, ritorna nell’età moderna dove è fortemente condizionata dalle scelte umane. Oggi nella nostra regione l’agricoltura intensiva dei campi di mais con lo scopo di nutrie il bestiame, non considera gli equilibri della natura. La vita delle api è fortemente collegata alle scelte dell’uomo. Il curioso racconto sul nomadismo delle api, sia gli egizi e i romani posizionavano le arnie sui fiumi affinché le api potessero andare oltre il loro normale raggio d’azione, serve a farci capire come è complicato il regime alimentare di un’ape. Oggi le arnie viaggiano su appositi camion, iniziando il viaggio in Sicilia con il nettare degli agrumi, spostarsi poi in Calabria, finendo il loro viaggio annuale in Liguria o in Emila Romagna, grazie alle api tutta l’Italia viene impollinata. Il Prof. Marco Colombo, ha iniziato con la vita di un’ape. Interamente dedicata alla collettività, da giovani un po’ di umiltà con la pulizia e la cura dell’alveare. Quando fortificate o adulte si dedicano al reperimento del polline il nutrimento per tutte, con un raggio d’azione di 3-4 km compiono centinaia di viaggi, segnalano alle compagne attraverso danze ordinate dove trovare il nettare, per indicare distanza e direzione. Da anziane diventano le guardiane dell’alveare, avendo aumentato la dose e la qualità di veleno nel pungiglione. Ha proseguito precisando che chi uccide le api sono i fitosanitari che comprendono i pesticidi e i fungicidi. Inoltre, ha introdotto il tema delle api in città, ambiente non proprio naturale, dove la potatura delle piante e i prodotti spruzzati per la disinfestazione delle zanzare creano un ambiente povero di polline. Ma i cittadini seguono sempre l’ultima moda e quindi ecco arrivare l’arnia da terrazzo. Una follia, dove le povere api devono essere nutrite perché chiaramente portate in una realtà che non li appartiene.
A seguire, la Prof.ssa Daniela Lupi, ci ha spiegato che le api hanno una vita di tre mesi circa, qualcosa di più in inverno. Il riscaldamento globale e il conseguente aumento della temperatura cambia tutto, le api devono regolare la temperatura dell’alveare che deve rimanere costante. Non ci sono più le mezze stagione, troppo freddo bisogna scaldare l’alveare, troppo caldo va raffreddato. Così il tempo passa senza raccogliere il polline e l’allevatore deve compensare nutrendole. Un alveare converte 240 kg di polline in 40 kg di miele, ma di questi 20 kg servono per il consumo interno. Se non sono sufficienti non solo l’allevatore non guadagna, ma addirittura va in perdita. Basta poco, quest’anno le piogge hanno rovinato la settimana del polline delle Acacia, risultato scarsità di nettare e quindi di miele. Le api hanno una dieta bilanciata, non basta il nettare di una, bisogna visitare migliaia di fiori diversi, l’aumento indiscriminato dei campi di mais produce anche errori nutrizionali e viaggi inutili. Quindi, nella programmazione delle oasi che i territori dovranno realizzare bisognerà considerare varie qualità. Sebastiano Trombetta, Presidente Commissione Progetti e Ambiente Rotary Club Lecco Manzoni, ha illustrato il suo progetto già iniziato nel 2017. Obiettivo: incrementare di 500.000 unità la popolazione delle api nel quinquennio 2022-27, tutelandone la diversità genetica. Esistono varie specie di api, vanno inserite solo quelle compatibili con il polline del territorio. Innanzitutto vanno individuati e preparati i siti ospitanti prima di introdurre le api, che nella prima fase vanno sostentate fino a diventare autonome. Il tutto sotto un costante monitoraggio e controllo degli sviluppi. Vanno pertanto coinvolti i cittadini e le rispettive amministrazioni pubbliche, dev’essere un progetto collettivo. Con il supporto delle associazioni di apicultori e dei Rotary Club del territorio. Tre siti sono già stati individuati: Valmaderna, orto botanico di Lecco e cascina don Guanella. Il Presidente del Rotary Club Cantù Prof. Luigi Quasso e il Presidente Lions Club Satellite Montorfano Dott. Paolo Cappelletti, invitano tutti i partecipanti a sollecitare i propri amministratori degli enti locali di considerare le api quando si considera il verde, l’arredo urbano e il rinfoltimento boschivo. Programmando la formazione di oasi e una corretta bonifica del territorio. Basta poco, usiamo la locandina del convegno, uno strumento facile ma efficace! I dati in essa contenuti possono fornire preziose indicazioni, per un orientamento organizzativo di un programma territoriale di gestione del problema, della moria della api. Doniamo alle generazioni future un mondo migliore o almeno non peggiore di come lo abbiamo trovato. Non sarete soli! Tutto il Gruppo Lario dei Rotary Club e i Lions, i Docenti dell’Università degli Studi di Milano e gli apicultori vi supporteranno.
Ma il nostro impegno non finisce qui. L’anno prossimo verranno organizzate delle giornate per gli studenti. Gli apicultori spiegheranno la vita delle le api, la biodiversità e l’ecosistema, sia in classe sia fuori all’aperto nella natura. Anche il Dott. Angelo Porro, Presidente BCC Cantù e Fondazione Provinciale Comasca, da sempre attento al territorio e alle sue necessità, ha già risposto: “Presente”. Infine l’intervento del Avv. Alessandro Fermi, Presidente Consiglio Regione Lombardia, che ha una proposta: l’istituzione della giornata dell’ape in Lombardia. La porterà come proposta in Regione, supportata dai Rotary Club e dai Lions. Questo sarà di stimolo per future iniziative e libererà l’utilizzo di fondi europei dedicati. In conclusione il Convegno, abilmente moderato dal Dott. Diego Minonzio, Direttore del Quotidiano La Provincia, è stato un successo non solo per l’affluenza, la sala era piena come un alveare, dalle 160 sedie si è dovuti passare rapidamente a 220 posti a sedere. Ma soprattutto perché è diventato chiaro a tutti i presenti che questo è solo l’inizio.
Le api devono tornare a essere un simbolo di naturalità e di essenza del territorio!