Le iniziative del Distretto 2042
L’annuale seminario sulla leadership, organizzato dal Distretto 2042, quest’anno ha voluto porre l’accento su quello che le nostre professionalità e capacità possono portare ai soci e, soprattutto, alle nostre comunità. In una realtà virtuale come quella odierna tornate a parlare di programmi e attività rotariane volte a migliorare il mondo che ci circonda è un evento di grandissima portata.
Vari relatori si sono alternati sullo schermo/palco per raccontare alcuni progetti e iniziative condivise tra club e distretti. Programmi replicabili da tutti, condivisibili e, perché no, anche migliorabili.
Iniziamo in rigoroso ordine casuale a parlare di Alfabetizzazione, GLI, Ti dono una canna da pesca, sicurezza stradale e VisionPiù.
Rivedi il seminario a questo link!
ALFABETIZZAZIONE
La storia della Commissione per l’Alfabetizzazione (e lo Sviluppo Comunitario) è iniziata nel 1996, dapprima nel Distretto 2040 (oggi 2041 e 2042) poi, dall’A.R. 2012/2013, in una forma multi distrettuale includendo anche il 2050.
Durante questo lungo percorso, il significato di alfabetizzazione ha subito una grande evoluzione influenzando l’attività della Commissione stessa.
I primi progetti sono nati con l’obiettivo di insegnare la lingua italiana agli analfabeti, poi l’inglese e l’utilizzo del computer agli adulti.
Il mutare del contesto sociale ha portato la Commissione ad affrontare il fenomeno dell’immigrazione, occupandosi del tema alfabetizzazione secondo una prospettiva di inclusione: la lingua, in primo luogo, poi le regole sociali, la salute e il lavoro.
Il tema dei lavori e dei mestieri ha drenato buona parte delle risorse: sono stati prodotti 17 glossari professionali (che affrontano anche il relativo problema della sicurezza), in undici lingue. Questi testi aiutano gli immigrati, ma anche gli studenti italiani che cercano lavoro all’estero, agevolando il loro inserimento nella professione. Tutta la produzione (sui mestieri, ma anche sulle altre tematiche) è disponibile in forma totalmente gratuita sul sito (negli ultimi 12 mesi 2.870 download di media al mese).
Negli ultimi 4 anni, lavorando a contatto col mondo delle scuole, la Commissione ha colto l’esigenza dei professori di essere supportati nel processo evolutivo del percorso formativo. Nasce così SCHOLA +, una piattaforma wiki knowledge based, nata per la produzione e la condivisione di contenuti didattici di nuova forma. Questa piattaforma aiuta a superare un gap cultural-tecnologico che spesso è lo scoglio iniziale lungo quel percorso di rinnovamento richiesto dalle giovani generazioni.
GRUPPO DI LAVORO INSUBRICO – GLI: UNA STORIA DI SINERGIE TRA CLUB
Il Gruppo di Lavoro Insubrico è attivo da oltre 20 anni.
Il GLI è una cooperazione libera e spontanea di rotariane e rotariani attivi nei club presenti sul territorio Insubrico, che è la regione che include il Canton Ticino e le provincie Italiane di Como e Varese.
I rotariani sono animati dal desiderio e interesse di affrontare tematiche riguardanti l’area transfrontaliera. Le attività del Gruppo di Lavoro Insubrico sono sostenute, anche dal profilo finanziario, dai club che si fanno, di volta in volta, “padrini” di attività, di iniziative e di progetti.
Nel dettaglio il Gruppo di Lavoro Insubrico include:
– 2 Nazioni (Italia e Svizzera)
– 2 Province (Como, Varese)
– 1 Cantone (Ticino)
– 2 Distretti Rotary (CH 1980, IT 2042)
– 19 Rotary club
– Oltre 1.000 rotariani attivi nella Regione Insubrica
I 19 Rotary club del Gruppo di Lavoro Insubrico sono:
– Gruppo Ticino (CH): Bellinzona, Locarno, Lugano, Lugano-lago, Mendrisiotto.
– Gruppo Lario (IT): Appiano Gentile e delle Colline Comasche, Cantù, Como, Como Baradello, Erba Laghi, Lomazzo dei Laghi.
– Gruppo Seprio (IT): Bodio Varese Laghi sud, Laveno Luino Alto Verbano, Sesto Calende Angera Lago Maggiore, Tradate, Varese, Varese Ceresio, Varese Verbano, Insubria e Malnate.
Il Gruppo di Lavoro Insubrico è coordinato da un socio in carica per un anno. Infatti a turno vengono nominati uno svizzero e poi due italiani. Ogni club delega un suo socio che partecipa con regolarità alla vita del Gruppo di Lavoro Insubrico e funge da “contatto e collegamento” tra il Gruppo di Lavoro Insubrico e il suo Club.
Di norma ci si incontra una volta al mese, partecipando alle conviviali dei club. In periodo di Covid-19 gli incontri vengono gestiti a distanza via videoconferenza in Zoom.
Il Gruppo di Lavoro Insubrico ha i due principali obiettivi: il primo obiettivo è la realizzazione di progetti di servizio nei due Distretti 1980 (Svizzera) e 2042 (Italia) con sovvenzioni Global Grant (GG). Solo negli ultimi 10 anni sono stati realizzati progetti sul territorio per un valore di oltre $4.000.000. Il secondo obiettivo è quello di tenere viva la relazione e il collegamento tra i 19 club coinvolgendoli in visite, eventi e azioni di service comuni per aumentare il raggio d’azione e il livello delle competenze. In questo ambito vengono organizzati incontri di confronto con diversi relatori appartenenti ai vari club e competenti sui temi inerenti l’area Insubrica. Viene anche stimolata la partecipazione a interclub in concomitanza con la presenza di importanti e interessanti relatori.
Nel rispetto del motto 2020/2021 del R.I., il “Rotary crea opportunità”, il Gruppo di Lavoro Insubrico è a disposizione di tutti i club che volessero approfondire il modello del GLI per valutarne la replicazione in altre aree geografiche, per esempio nella regione transfrontaliera di Basilea oppure con i singoli club gemellati.
TI DONO UNA CANNA DA PESCA
Un progetto nell’area della salute materno-infantile: “Primo passo: come far crescere la salute di bambini e madri nelle baraccopoli di Korogocho e Dandora”
L’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala che ogni giorno muoiono più di 800 donne per le complicanze legate alla gravidanza e al parto e indica che, ogni anno, più di 2,6 milioni di bambini muoiono nei primi 28 giorni di vita, la maggior parte nella prima settimana e nei Paesi in via di sviluppo. Molte di queste morti possono essere evitate con una assistenza qualificata e con conoscenze opportune. Mi sono domandata cosa il mio Club Rotary e io, come neonatologa con competenze nella formazione degli adulti, possiamo fare per fornire una risposta, anche piccola, a questa situazione.
Così abbiamo disegnato un progetto in due fasi svolte in parallelo: fornire informazioni e competenze sulla salute di madre e bambino, dalla gravidanza sino al primo anno di vita, a donne di una zona in cui l’accesso ad assistenza sanitaria qualificata è insufficiente, e non equamente distribuito e in cui permane un elevato tasso di mortalità e morbilità materno-infantile. Questo mediante un’azione di formazione teorica e sul campo svolta da ostetriche appositamente formate. E trovare chi, una volta specificatamente formato da queste volontarie, potesse mantenere nel tempo questa azione, garantendo la sostenibilità del progetto stesso. È proprio in questa seconda fase la “canna da pesca” donata affinché l’azione di formazione potesse essere garantita anche in seguito al nostro intervento.
Il confronto all’interno del club è stato molto vivace e il risultato è stato “si può fare“: oltre alla disponibilità del club a sostenere il progetto economicamente, una socia del club – Elena Mo Paschetto – si è offerta come supervisore e coordinatore in loco del progetto e io mi sono impegnata a selezionare e formare le ostetriche volontarie che avrebbero poi realizzato gli interventi in Kenya.
Alcuni passi della programmazione. Con l’Organizzazione Partner identificata – l’ONG “Alice for Children”, Twins International, che da anni opera in Kenya in campo educativo – abbiamo definito come destinatari, zone di intervento e il progetto nei suoi dettagli attuativi e organizzativi in loco. Questi i destinatari:
– donne e madri lavoratrici delle discariche di Dandora e Korogocho (baraccopoli della città di Nairobi)
– staff locale di Alice for Children coinvolto nella cura dei bambini (insegnanti delle scuole locali, operatrici del centro di accoglienza dei bambini piccoli, social worker)
– alunni della scuola secondaria gestita dall’associazione Partner
Ho identificato le tre ostetriche disponibili ad attuare il progetto e, con loro, ho definito il percorso formativo sulla base dei questionari distribuiti in loco e di confronti in conference call, con operatori e madri, finalizzati a capire la realtà locale e i bisogni più sentiti. Ho condotto personalmente la formazione delle ostetriche sulle tematiche definite e sulle metodologie di formazione formatori. In corso d’attuazione, i contenuti sono stati via via adattati alle indicazioni che emergevano dagli incontri con i destinatari. La realizzazione ha impegnato per tre settimane di permanenza in Kenya le volontarie e la socia supervisore. I primi giorni, come pianificato, sono serviti per conoscere più a fondo la realtà locale (usi, abitudini, credenze) e per integrarsi con le persone (staff e donne delle baraccopoli). Nel restante periodo sono stati attuati i cicli di workshop nelle baraccopoli in prossimità delle discariche nelle zone periferiche della città di Nairobi, dove le condizioni ambientali e operative sono particolarmente difficili, con le donne e le madri lavoratrici nelle discariche (a cui è stato assicurato il salario dei due giorni di lavoro perso per seguire i corsi, oltre al lunch a metà giornata), con i ragazzi della scuola secondaria, con gli operatori dell’Organizzazione partner con l’obiettivo di formare persone in grado di passare nel tempo alle donne e ai ragazzi conoscenze e competenze relative alla salute materno infantile (formazione a cascata).
Al termine del percorso, il materiale didattico che avevamo appositamente predisposto è stato lasciato ai partecipanti. Ai formatori “neoformati” sono stati donati i manichini didattici usati per le prove di disostruzione delle vie aeree, manovra che era stata specificamente richiesta dagli operatori dello staff durante le riunioni preparatorie.
Negli incontri post progetto del primo anno a Nairobi, gli operatori di Alice, ma soprattutto le donne evidenziarono, oltre a un alto livello di gradimento, come il coinvolgimento degli uomini avrebbe facilitato l’attuazione di alcune indicazioni di salute. Ci chiesero anche di portare questa iniziativa nel villaggio di Rombo, zona rurale di etnia Masai, ai confini con la Tanzania. Non si è trattato di una semplice replica: cambiando profondamente il contesto culturale (da una cultura “cittadina” a una cultura profondamente rurale) è stato necessario rivedere totalmente il percorso formativo.
Così nel secondo anno, a Rombo, oltre agli incontri con le mamme e ai seminari di educazione sessuale con i ragazzi delle scuole secondarie, si sono svolti incontri con gli uomini della comunità proprio per dar voce e poter discutere sulle loro opinioni e convinzioni.
SICUREZZA STRADALE
Puntare a “Zero Vittime Sulla Strada” è l’obiettivo che il gruppo di lavoro che per ora vede l’interesse di tutti i 13 distretti d’Italia. Ci siamo trovati virtualmente per capire, studiare e cercare di cominciare a muoverci nel giusto modo per tentare di risolvere un problema che ogni anno porta via più di 3.100 anime sulle strade italiane.
Il lavoro nasce da un gruppo di ciclisti che inizialmente voleva sensibilizzare l’attenzione verso la loro categoria, ma in brevissimo si sono accorti che il problema è molto più ampio e si può spaziare dalla semplice conoscenza delle norme stradali, in evoluzione e mai verificate dopo l’ottenimento della patente; alle condizioni fisiche dei guidatori troppo spesso sotto effetto di alcool, droghe e farmaci; alla condizione e manutenzione delle strade; alla segnaletica e alle infrastrutture spesso inadeguate o, peggio, progettate male e sbagliate; all’educazione stradale nelle scuole, dalle elementari per i più piccoli e passo dopo passo su, fino alle università per i giovani neo patentati.
Ogni club ha, come sempre, piena autonomia sulle iniziative che vorrà promuovere e sviluppare su un argomento che, quotidianamente, ci coinvolge sempre come primi possibili attori, sia come autisti, sia come ciclisti e sia come pedoni e normali utenti della strada.
VISIONPIÙ
Un perfetto esempio di leadership professionale e rotariana è stato l’intervento del Professor Demetrio Spinelli, punto di riferimento dell’oculistica nazionale, con importanti cariche associative professionali, socio del Milano Est con riconoscimenti rotariani internazionali e fondatore con altri soci e club di VisionpiùOnlus, con il sostegno del Distretto 2040, ora Distretti 2041 e 2042.
Demetrio ha illustrato l’importanza delle azioni di prevenzione alle malattie della visione avviate da Visionpiù, e ha sinteticamente descritto le attuali azioni in corso, quali l’ambulatorio e la chirurgia presso l’Ospedale di Andasibe in Madagascar, la telemedicina in oculistica, oltre a proseguire l’opera di informazione e prevenzione. In Visionpiù il Distretto è rappresentato da Franco Giacotti, che è intervenuto ricordando la sua cooptazione nel Consiglio dell’Associazione. Solo quando Demetrio lo ha cooptato, ha saputo che Franco ha l’ambliopia da occhio pigro e per oltre 25 anni si è occupato di sicurezza stradale con attenzione anche alle lacune della visione e della percezione. Una dimostrazione dell’importanza delle informazioni nel network di professionalità del Rotary, sempre alimentato dalle nostre esperienze e competenze.
Il seminario si chiude con questa serie di suggestioni, di attività situazioni in cui possiamo essere leader, cioè persone in grado di cambiare la vita (in meglio) e di stimolare altre persone a dare il meglio di sé. Non si tratta di semplici service