Lettera del Governatore – Ottobre 2017
Cari Amici,
il tema di questo mese rappresenta il più rilevante, o almeno uno dei più importanti temi con i quali il Rotary tutto deve confrontarsi.
Dal mio punto di vista non esiste uno sviluppo economico disgiunto da quello delle persone, perché il primo non deve essere fine a sé stesso, ma deve sempre essere finalizzato al miglioramento del tessuto sociale; altrimenti è un’altra cosa, che ha senso solo per alcuni e non per tutta la comunità.
Il Rotary International e la Rotary Foundation da anni ci hanno indicato attraverso le vie di azione, i settori dove investire in via prioritaria soldi, tempo e fatiche, per migliorare lo sviluppo economico/sociale del mondo.
Attraverso la Rotary Foundation tutti noi siamo focalizzati su temi quali la Pace, l’Istruzione, l’Alfabetizzazione, lo Sviluppo economico, l’Acqua e la Salute, che indicano chiaramente l’attenzione prioritaria che si deve dare al miglioramento delle condizioni di vita del singolo individuo migliorando, nel contempo, anche il tessuto sociale nel quale operiamo, attraverso il requisito della sostenibilità nel tempo del progetto e quindi il miglioramento permanente della qualità della vita delle comunità.
Ma il tema costituisce forse la principale sfida che il Distretto e i Club devono affrontare. Se il Rotary ha come scopo principale la progettazione della società futura, nostro compito è quello di impegnarci per aiutare a disegnare la comunità in cui vorremmo vivere nel futuro.
Il tema sullo sviluppo economico/sociale del nostro territorio è fondamentale oltre che per disegnare la società futura, anche per dare speranze ai giovani, grazie all’individuazione di possibilità future le più concrete possibili.
E così, se riusciremo a dare concretezza a questa prospettiva futura del territorio in cui viviamo, i giovani potranno trovare delle ragioni per programmare la loro vita futura dove sono cresciuti, evitando la dispersione delle forze più giovani e dinamiche che altrimenti il territorio perde.
Leggiamo da molte parti che si sta discutendo sul futuro delle imprese (2.0; 3.0; 4.0; ecc.); delle università;, ecc. ma un dibattito su quale sia l’identità del territorio dove viviamo e quali possano essere le sue prospettive future, a livello sociale, manca quasi completamente.
Milano, grazie all’EXPO, ha coagulato un gruppo variegato di persone (politici, imprenditori; amministratori pubblici; università; ecc.) che sta progettando il futuro della metropoli.
Le prospettive che stanno emergendo, stanno dando un’immagine del futuro della metropoli che diventa sempre più inclusiva, attirando molti professionisti e molti giovani dei nostri territori.
Meno male che c’è Milano che progetta il futuro.
Ma i nostri territori non devono soltanto andare al seguito.
Penso che la sfida principale dei nostri Club sia quella di cominciare un percorso che conduca le istituzioni, le imprese, le amministrazioni, le persone a confrontarsi con la dinamicità di Milano e le scelte che sta compiendo per discutere sul futuro dei territori, dando così alle comunità la possibilità di intravedere uno sviluppo economico/sociale che dia una concreta speranza a coloro che altrimenti vedono un futuro soltanto là dove il dibattito è stato già iniziato ed è a buon punto.
Se ci impegneremo in tal senso, non solo potremo veramente fare la differenza, ma i nostri Club verrebbero identificati come rilevanti attori per la costruzione del futuro.
Nicola Guastadisegni