Tamponi, i volontari sono al lavoro per allestire il laboratorio a Calcinate

Sarà operativo da fine giugno, presso la struttura ospedaliera di Calcinate, il laboratorio di analisi che permetterà di processare fino a 2.500 tamponi al giorno con l’arrivo e l’installazione a breve di una seconda linea gemella. Questa settimana si stanno completando il montaggio e le prove di funzionamento della prima linea. La prossima settimana si procederà ai test di validazione con i reagenti. A regime, il laboratorio sarà affidata ad Alessandro Montanelli, direttore del Laboratorio dell’Asst Bergamo Est e alla biologa Rea Valaperta. Proprio in questi giorni, nella sede provvisoria della ex camera mortuaria dell’ospedale, una trentina di volontari coordinati da Alberto Cammarota stanno procedendo alla messa a punto del laboratorio. Appena terminati i lavori di adeguamento al piano superiore, la macchina sarà posizionata nel laboratorio definitivo di circa 200 metri quadrati di superficie. «Siamo molto soddisfatti -racconta il manager – del clima che si è creato nel team. Questo è un progetto che, come tutta l’innovazione digitale, cambia le persone insieme all’organizzazione del lavoro». La storia del laboratorio? Ai primi di marzo, nella fase più buia del Covid-19, Alberto Cammarota, Alice Me-locchi e Federico Parietti, trentenni bergamaschi, si chiedono che cosa possono fare per aiutare la ripartenza. Subito si concentrano sul cuore del probl-ma: l’analisi veloce e in grande quantità dei tamponi, necessari a tracciare e circoscrivere i focolai di infezione. Unendo le competenze nasce l’idea di un laboratorio robotizzato, modulare, montato in linea che riduca- applicando logiche industriali – tempi morti e minimizzi i margini di errore amplificando la tracciabilità di ogni fase; che possa funzionare con ogni tipo di reagente e che possa essere velocemente riconvertito anche per altri tipi di analisi di biologia molecolare.
Alberto Cammarota è un violinista (debutta diciottenne con l’Orchestra del Teatro alla Scala) che sceglie poi, un’altra via: Mbi al Politecnico e manager per l’Innovation strategy e digital transformation, lavora ora in Porsche Consulting. Alice Me-locchi, laurea in Farmacia e dot-torato di ricerca in Chimica del farmaco, tra Milano e Mit di Boston, è ricercatrice dell’ Univer-sità di Milano e cofondatrice di Multiply Labs. Federico Parietti – background nel campo robotica innovativa, dottorato di ricerca al Mit di Boston, è Ceo di Multiply Labs, startup con sede a San Francisco, dedicata alla robotica farmaceutica. Ingegnerizzato il progetto e trovati sul mercato i «pezzi» necessari di hardware, Alberto Cammarota trova l’appoggio di Alberto Barzanò che mobilita i Rotary club lombardi e alcune aziende disposte a coprire i costi. I protagonisti dell’impresa sono Josef Nierling, Amministratore delegato Porsche Consulting, Giuseppe Navarini, Governatore Rotary Distretto 2042. Offrono appoggio Porsche Consulting che modellizza il laboratorio con il supporto di Multiply Labs e Transearch. L’Asst Bergamo Est, si offre di ospitare e gestire il laboratorio: «Le opere per adeguare i locali del laboratorio analisi del Pot di Calcinate che ospiteranno i macchinari – conferma il direttore generale Francesco Locati – sono ormai in fase di completamento. Il direttore del laboratorio Alessandro Montanelli si sta adoperando affinché si proceda sia dal punto di vista tecnico che da quello operativo nel migliore modo possibile. Grazie nuovamente al Rotary per questa importante donazione e per l’infaticabile impegno profuso nel seguire questo innovativo progetto». Acquistate e arrivate le macchine (grazie a una donazione complessiva di circa 400 mila euro), i tecnici arrivano da Politecnico di Milano, Unibg e Unimi, italiani e stranieri, tutti volontari. Siamo però, fortunatamente, in fase calante dell’epidemia: il laboratorio parte in ritardo? «Questo – spiega Alberto Cammarota – è un progetto utile per la medicina di comunità anche fuori dall’emergenza. Una seconda ondata di contagi potrebbe ripresentarsi in autunno».

Susanna Pesenti
Tratto da L’Eco di Bergamo di venerdì 12 giugno 2020.