Tavola rotonda sul programma Milano… del futuro

L’evento organizzato dal nostro Distretto con Fondazione Corriere della Sera e Fondazione Carlo Pesenti e in partnership con Fondazione Collegio delle Università Milanesi si è tenuto in presenza il 22/3 presso la Fondazione Corriere della Sera e in diretta streaming sui canali social del Corriere della Sera e della Fondazione Corriere della Sera su Onde. Il riscontro è stato importante sia per la partecipazione in presenza, con la sala riempita nella totale capienza consentita, sia da remoto con 463.118 visualizzazioni.
L’incontro organizzato in più tavole rotonde moderate da Massimo Sideri, giornalista del Corriere della Sera, ha visto la partecipazione di diversi esponenti del mondo civile e della cultura, ed è stato un primo importante momento di condivisione con l’esterno del programma Milano… del futuro, in particolare delle sue prime evidenze e dei prossimi passi previsti. Un dibattito aperto che ha consentito una profonda esplorazione e riflessione intorno ai temi delineati per il programma Milano… del futuro, temi sui quali i Club del Distretto 2041 stanno ragionando e lavorando da quasi un anno per elaborare – usando le parole del Governatore durante il suo intervento presso la tavola rotonda – un documento unitario, un libro bianco da consegnare nelle mani di chi potrà trarre programmi e progetti da realizzare guardando in una prospettiva di visione del futuro della nostra città.

Ma andiamo con ordine. L’incontro si è aperto con il saluto e le parole del sindaco Sala che ha sottolineato l’importanza di parlare del futuro in un momento che ci ha visto e ci vede tuttora affrontare scenari di crisi inaspettate, in grado di capovolgere l’ordine globale delle cose. Quindi parlare di futuro per progettare il cambiamento, per ridare centralità alle tematiche della salute, dell’azzeramento emissioni, della digitalizzazione, la creazione di lavoro di qualità anche per giovani e donne, avvicinare i servizi, tutelare l’ambiente e rendere quindi lo sviluppo sostenibile. Strumento potente per accelerare questi processi è l’energia di forze pubbliche e private in grado di attivare la diffusione dei saperi, di mettere in rete conoscenze per accedere a nuovi pensieri e riflessioni.

All’intervento del Sindaco segue il saluto del Direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, che sintetizza molto bene il contesto della tavola rotonda: siamo qui a pensare come può essere la nostra Milano, il ruolo che può avere, come può superare la fase di emergenza di oltre 2 anni, una città, Milano, i cui investimenti fungono da moltiplicatore per tutto il paese, una città che è sempre stata all’avanguardia nella crescita e ripresa del paese e può anche questa volta trascinare l’Italia in una prospettiva di futuro. I temi rilevanti toccati dal Direttore sono anche in questo caso lavoro, cultura, salute ma in particolare porta l’attenzione sull’attitudine di Milano di essere attrazione di decine di migliaia di studenti, e quindi di talenti, e di far sì che questi talenti trovino in questa città il luogo in cui progettare il futuro. Conclude che la discussione di oggi servirà a mantenere il focus su questi punti fondamentali.

Il primo ospite dell’incontro è stato l’Architetto Tagliabue (Fondatrice e Head Architetct Studio EMBT) che ha condotto la platea attraverso numerose immagini rappresentative di progetti di architettura urbana di città europee e asiatiche, anche molto diversi fra loro ma accomunati da un filo conduttore: la città del futuro vuole farci sentire come a casa nostra, lo spazio pubblico viene sentito come estensione dello spazio di casa. Trasformazione e rinaturalizzazione sono le parole d’ordine della città del futuro dove imprescindibili diventano gli aspetti del verde, della sostenibilità ambientale, delle fonti di energia, la razionalizzazione dei trasporti, la rigenerazione di luoghi industriali o commerciali per essere a disposizione del benessere delle persone, per rendere i servizi e le città più accoglienti e affettuose, per coniugare l’esigenza della densità con quella della qualità della vita. Motore di questa trasformazione delle città è il binomio tecnologia-ambiente, l’una al servizio dell’altra. Questo il primo forte messaggio di direzione per la Milano del futuro.

La prima tavola rotonda che prevedeva un panel di ospiti composta dal Governatore Manlio Grassi, da Stefano Blanco, Direttore Generale Fondazione Collegio delle Università Milanesi e da Sergio Harari, Direttore Unità Operativa di Pneumologia, Ospedale San Giuseppe di Milano, si è incentrata sulla presentazione del programma Milano… del futuro, delle prime evidenze di quali saranno i temi da affrontare per l’evoluzione della città, quindi per una Milano che ormai si può dire “al futuro”, e infine sui prossimi passi previsti, frutto anche di collaborazioni e partnership con altre organizzazioni.
Il Governatore Grassi ha aperto la conversazione fornendo il contesto nell’ambito del quale è nato il programma, partito dall’esigenza avvertita dal Rotary, in quanto componente della società e organizzazione non profit con oltre 100 anni di vita, di capire come avrebbe potuto avere un ruolo in un momento critico e cruciale come quello attuale: la grande esperienza sul campo in programmi progetti service e attività nella città di Milano poteva essere messa a fattor comune per declinare una visione futura di una città che non può e non vuole arrestarsi ed è pronta ad agire e a reagire. Da qui il lancio dell’iniziativa ai club del Distretto 2041 per l’elaborazione di un documento unitario come si è esposto in precedenza. Si è poi scelto di condividere il percorso con la Fondazione Pesenti e Corsera, in quanto sedi di confronto di idee libere e di attenzione ai mutamenti e alle esigenze della società, e con la Fondazione Collegio delle Università Milanesi, facilitatore di un confronto con studenti per trarre spunti e idee per redigere il documento. Con il collegio è stato infatti avviato un lavoro con studenti di diverse università per raccogliere spunti che consentano di  delineare la direttrice per dare attrattività alla nostra città anche alla luce delle nuove esigenze emerse dopo l’esperienza della pandemia (es. smartworking e l’interesse per le “green company”). Il valore di questa collaborazione, come sottolinea Blanco, sta non solo nell’opportunità di dare ascolto ai giovani, e ai giovani non di Milano ma che hanno scelto Milano, ma anche nel consentire il dialogo fra due generazioni per progettare insieme il futuro. Il lavoro, iniziato in aprile, si concluderà tra maggio e giugno.
Una prima anticipazione data dal Governatore sui temi rilevanti emersi dal lavoro in corso d’opera per il libro bianco riguarda un ampio spettro di proposte quali la telemedicina, l’affermazione del concetto di superamento della divisione centro-periferia verso un policentrismo che richiederà analisi di cosa portare nella ex periferia, i temi legati all’ambiente, al sociale, allo sviluppo di programmi di ascolto e supporto alle solitudini, il sostegno alle situazioni di fragilità e aiuto nell’inserimento al lavoro. In campo economico è emerso il tema dell’economia dell’inclusione, degli affetti e della felicità, economia della riqualificazione, dello sviluppo sostenibile e dell’innovazione. Si afferma forte un’esigenza di maggiore vivibilità della città, sicuramente partendo dalla sanità, il cui peso sull’economia e sul sociale è stato riscoperto con la pandemia, come evidenziato da Harari, ma anche una migliore qualità della vita e degli accessi ai servizi in generale. E dall’analisi di tutte queste componenti è emersa netta la necessità di affrontare i temi in modo multidisciplinare cogliendo e valorizzando le interconnesioni esistenti fra loro. Approccio questo che richiede l’apporto di tutte le componenti della società, pubbliche e private, anche attraverso lo sviluppo di partnership che consentano una visione sinergica e non individualista.

Il medesimo tema, sotto prospettive e angolazioni diverse, è emerso anche dalla seconda tavola rotonda che ospitava Carlo Altomonte, Docente di Politica economica europea all’Università Bocconi, Walter Magnoni, Docente di Etica Sociale all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Carolina Pacchi, Docente di Politiche Urbane al Politecnico di Milano.
In particolare le interconnessioni nelle politiche urbane ma anche quelle legate al tema del PNNR che tocca tutti i temi evocati finora e rappresenta occasione di cambiamento ulteriore per la città sia con riferimento ai fondi destinati direttamente a Milano, prevalentemente dedicati alle periferie, con l’edilizia sociale e il tema del rapporto centro-periferia, alla sanità, con 60 nuovi ospedali, agli interventi per una mobilità sostenibile e quindi sull’infrastruttura dei trasporti, sia con riferimento a quelli nazionali che poi su Milano andranno a ricadere, in particolare gli ambiti della ricerca, dell’innovazione e dell’industria 6.0. Anche per questa importante opportunità di finanziamenti il fattore abilitante viene condiviso essere la partnership tra pubblico e privato, ricordata dal Sindaco Sala in apertura e dal panel della prima tavola rotonda; integrare quindi i progetti previsti dal PNNR nel tessuto urbano della città attivando anche il capitale privato e facendo un grosso lavoro di investimento sul capitale umano per assicurarsi le risorse per i progetti previsti. Due sfide quindi di complementarietà di investimenti pubblico e privato e di investimento immediato sul capitale umano per un effetto moltiplicatore di quanto arriverà dal PNNR nel futuro di Milano. Ma il PNNR è l’opearazionalizzazione di “Next gen EU” ossia l’Europa per la nuova generazione che deve affrontare la transizione ecologica e digitale. Al tema delle nuove generazioni si collega il contributo del Prof. Magnoni, su cosa i giovani chiedono alla città per il futuro, domanda la cui risposta ha fatto emergere un vissuto di non sicurezza della città, la mancanza di prossimità e di accoglienza della città, una città che invecchia e fa pochi figli presenta fragilità e solitudini, una città che non consente ai giovani di trovare spazi in cui vivere, in cui fermarsi a pensare riflettere, la sensazione di vivere una città nella città.
Torna quindi il tema della capacità della città di attrarre per la propria vivacità e potenzialità, ma di farlo garantendo al contempo l’accoglienza che è il fattore che fa poi rimanere nel lungo termine.

Il dibattito “Milano al futuro” si chiude lasciando in consegna aree chiare di lavoro e approfondimento su come cambia la città e su come mettere insieme i diversi elementi in maniera sinergica e interconnessa.

Anna Fabbri
Presidente Commissione Distrettuale Pubblica Immagine