Posso affermare con certezza che questo sia stato il mese più strano della mia vita.
Iniziato con delle nuove esperienze dal lato più campagnolo e sudista statunitense, e proseguito in maniera letteralmente burrascosa a causa di Hurricane Michael https://it.wikipedia.org/wiki/Uragano_Michael. Purtroppo, a causa di una perdita nella mia host family, ho traslocato a casa di amici ma di lì a poco ci siamo dovuti nuovamente spostare a causa dell’uragano. Ma questo lo sapete già.
Quello che non vi ho raccontato è ciò che è avvenuto dopo e ciò che questa esperienza mi ha insegnato. Insegnato cosa è veramente importante, insegnato ad essere grati per ciò che si ha ogni giorno, anche le piccole cose. E anche di trovare il lato positivo in qualsiasi cosa e di concentrarsi su quello. Per fortuna non abbiamo avuto danni seri: dopotutto, la nostra casa non era messa per niente male, al contrario di quelle dei vicini e di Panama City.
Mi ha mostrato la forza delle persone e l’unione che le lega e le fa andare avanti; persone che sono costrette ad essere forti, dopo momenti e giorni orribili, bloccati in casa, circondati da alberi caduti, senza acqua, cibo, gasolio ed elettricità, in notti buie, per fortuna non troppo fredde (siamo in Florida). Ho imparato ad essere paziente e a non reagire ad ogni provocazione, cercando di essere comprensiva.
Non riesco ad immaginare quanto sia difficile e doloroso vedere la propria casa danneggiata seriamente da un uragano. Ho avuto alcuni momenti di ansia più totale, perché non avendo contatti di nessun tipo con i miei amici per l’evacuazione, non sapevo se stessero bene. Una mia amica, che al momento è in Brasile per il suo exchange, è dovuta tornare a casa per qualche settimana, perché la sua casa nella base dell’areonautica è stata distrutta, come il resto della base.
Ormai Panama City e Panama City Beach sembrano due mondi diversi, divisi da un ponte. Per strada e sulla spiaggia si vedono ovunque case con i tetti rattoppati, mentre in città i tetti non ci sono proprio.
Quando siamo tornati dalla Carolina siamo passati per la città la sera, abbiamo fatto fatica a capire su quale strada fossimo. C’erano sirene e luci rosse e blu ovunque.
Da qualche settimana la polizia dello Stato si è calmata, prima le sirene e le luci erano spianate tutto il giorno. Finalmente non abbiamo più il coprifuoco.
Ormai la vita sembra essere quasi normale, tutti sono stanchi di parlare dei vari danni che le persone hanno avuto, perché ormai è un argomento fisso quando si incontra qualcuno di nuovo.
Siamo stati in vacanza da scuola per più di un mese e finalmente domani ricomincia, ma purtroppo in un’altra scuola, decisamente più piccola rispetto alla nostra composta da 5 edifici di due piani per quasi 2000 studenti. Non sappiamo come e cosa faremo in dettaglio, ma molte classi saranno tenute in alcuni bungalow che hanno posizionato nel giardino della scuola in cui andremo.
Domani è il primo giorno di scuola e la sveglia è fissata per le 5 di mattina per colpa del traffico e del parcheggio della scuola che non è grande abbastanza per tutte le macchine degli studenti ed insegnanti. Hanno assegnato il parcheggio di un condominio relativamente vicino alla scuola e da lì un bus ci porterà a scuola per incominciare le lezioni alle 7, fino alle 12. Fortunatamente questa situazione precaria scolastica durerà solo fino alla fine del 2018, poiché la nostra scuola effettiva, la Arnold High School (al momento è un rifugio per quelle persone che hanno perso tutto) in gennaio sarà adibita nuovamente ad edificio scolastico. In questo periodo io andrò a scuola solo per pochi giorni, perché in programma ci sono diversi viaggi e soprattutto le vacanze per il Ringraziamento e il Natale.
In questo periodo sono stata un po’ malata. Alcuni dicono che sia anche colpa dell’aria e del tempo che è cambiato dopo l’uragano. Ho avuto la febbre, ho contratto una forma di faringite e ora ho il raffreddore, tutto questo di seguito, senza neanche una pausa.
Due settimane fa sono andata insieme a due miei amici a Pensacola, ospiti del mio Tutor, di suo marito e altri loro amici, con i quali siamo andati ad un Airshow, cioè uno show di aerei di ogni tipo, da quelli per le acrobazie ai Jet militari. Fanno acrobazie strabilianti. Sono chiamati Blue Angels. Mai visto nulla del genere.
Infine lunedì sono tornata da un viaggio di qualche giorno con la mia host mum che mi ha portato a Chicago e a una partita di College Football all’Università di Notre dame, in Indiana. Temperatura -4 gradi, ma ne è valsa la pena.
Mi manca il football. MaryPat mi ha fatto conoscere uno dei suoi figli e due dei suoi nipoti. Dopo la partita abbiamo guidato fino a Nashville, Tennessee, dove avevamo il volo per tornare a casa.
Sono veramente felice che mi abbia portato, perché mi ha aiutato parecchio con la mancanza di casa e della mia famiglia che in ottobre si è fatta un po’ sentire, soprattutto perché non potevo fare molto durante il giorno a causa dei miei malanni e del corifuoco
Finalmente faccio parte della squadra di calcio femminile. Non avendo mai giocato seriamente e non avendo mai fatto parte di una squadra, mi hanno messo con le ragazze del primo e del secondo anno. Va bene così perché se fossi parte della squadra delle ragazze della mia età non vorrei neanche entrare in campo. Tutte le ragazze giocano a calcio da almeno 10 anni e il mio livello è basilare se confrontoto al loro.
Dopotutto però, è una grande opportunità per uscire dalla mia comfort zone e fare amicizia con delle ragazze. Qui ho principalmente amici maschi.
Tanto è cambiato e tanto cambierà, in fin dei conti questo è solo il terzo mese di exchange.
Sofia Borgogna